venerdì 4 gennaio 2019

Messico - 25° anniversario dell'inizio della guerra contro l'oblio.

La Realidad – Chiapas -  Mexico 31 dicembre 2018 / 1 gennaio 2019

Dopo le giornate dell'incontro, che si è svolto nelle terre recuperate vicino a Guadalupe Tepeyac all'arrivo nel Caracol de La Realidad, si capisce subito che sono migliaia gli uomini e le donne zapatiste arrivati per festeggiare il venticinquesimo anniversario dell'apparizione dell'EZLN, in quel 1 gennaio 1994.

E' tardo pomeriggio quando il portone di entrata del Caracol si apre ed inizia il “desfile”

Prima in motocicletta, poi a cavallo, poi a piedi ritmando il passo con i bastoni: sono migliaia i “milicianos y milicianas” che entrano nel Caracol.

La marcia sembra interminabile.

Quando ormai l'intero Caracol è stracolmo, prende la parola il SubComandante Moises.

E' un discorso chiaro e determinato rivolto al presente, all'attuale fase del Messico, con il nuovo governo di Andres Manuel Lopez Obrador. Non usa mezzi termini il portavoce dell'EZLN nel denunciare cosa sta dietro la “quarta trasformazione”, in particolare ,nell'attacco ai popoli indigeni.

“Quello che abbiamo raggiunto, lo abbiamo costruito con il nostro lavoro, il nostro sforzo … E stiamo dimostrando che è possibile fare anche quello che sembra impossibile. Quello che diciamo, che stiamo dimostrando è qui, l'abbiamo di fronte: il popolo qui è quello che comanda, ha la sua politica, la propria ideologia, la propria cultura, sta creando, migliorando, correggendo, immaginando e mette in pratica. Questo è quello che siamo”.

Il discorso continua dicendo che da parte degli zapatisti è da anni che si sottolinea come, in Messico e nel mondo, sia in arrivo qualcosa di molto peggio.

"Nelle varie lingue è stato definito collasso, idra, muro. Abbiamo cercato di usare le parole di quelli di fuori, ma anche così non ci hanno dato ascolto. Credono che stiamo mentendo, perché danno retta a quello di cui non voglio neanche dire il nome, meglio definirlo imbroglione e scaltro, quello che è al potere”.

Via via il discorso si fa sempre più incisivo.

“Compagni, compagne, quello che sta al potere sta per distruggere il Messico, principalmente i popoli originari, viene contro di noi, specialmente noi, l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. Perché? Perché siamo qui a dirgli chiaramente che non abbiamo paura.
Andremo contro tutto questo, non permetteremo che passi qui il suo progetto di distruzione, non abbiamo paura della sua Guardia nazionale (N.d.T. nuova compagine militare creata per “garantire la sicurezza”, rafforzando di fatto la militarizzazione del paese).
Difenderemo quello che abbiamo costruito.”

Mentre le migliaia di donne e uomini zapatisti rispondono all'unisono alle domande che il Subcomandante Moises rivolge loro, il discorso si fa ancora più esplicito. 

Da un lato segnalando, come, anche con un certo dispiacere, l'EZLN abbia visto molti essere succubi della retorica di AMLO e dall'altro denunciando quanta ipocrisia ci sia dietro all'uso della retorica indigenista, la falsa consultazione popolare e l'idea assurda di coniugare gli interessi dei potenti con quelli dei poveri.

sabato 15 dicembre 2018

Messico - Loro si preparano, noi…

Anche in un bunker c’è chi potrebbe vivere con qualche comodità. Immagine tratta da 1748.es
di Raúl Zibechi

Settimane fa, lo scrittore e professore di cultura virtuale Douglas Rushkoff, ha pubblicato un articolo intitolato “La sopravvivenza dei più ricchi e come tramano per abbandonare la nave”. Ritengo necessario rifletterci su, perché racconta dell’incontro tra uno dei principali teorici del cyberpunk e un piccolo gruppo di imprenditori miliardari, i quali rivelano che stanno pensando a come riuscire a cavarsela nel mondo che ci aspetta.

Di fronte a cinque maschi ricchissimi, “delle alte sfere del mondo degli hedge funds”, Rushkoff ha potuto scoprire pronostici e proposte di queste persone a cui non abbiamo abitualmente accesso. Lo hanno tempestato di domande.

“Quale regione sarebbe meno colpita dalla crisi provocata dal cambiamento climatico? La Nuova Zelanda o l’Alaska? È vero che Google sta costruendo a Ray Kurzweil una dimora per ospitare la sua mente? Riuscirà la sua coscienza a sopravvivere alla transizione o, al contrario, perirà e ne rinascerà una completamente nuova?”

Il direttore generale di un’agenzia di brokeraggio, che sta costruendo un bunker, gli ha rivolto una domanda tanto intelligente quanto angosciata: “Come riuscirò a imporre la mia autorità alla mia guardia di sicurezza dopo l’evento?”

Lo scrittore spiega: “L’evento. Questo era l’eufemismo che adoperavano per il collasso ambientale, l’agitazione sociale, l’esplosione nucleare, la diffusione inarrestabile di un virus o il momento in cui l’hacker di Mr. Robot pone fine a tutto”.

Rushkoff spiega che i super-ricchi sono coscienti che avranno bisogno di guardie armate “per proteggere le loro strutture dalle masse incollerite”. Ma non hanno chiaro come le pagheranno “quando il denaro non avrà più valore”. Né come proteggeranno le loro scorte di cibo. 

Insomma, stanno cercando di proteggersi davanti al “cambiamento climatico, all’aumento dei livelli del mare, ai grandi flussi migratori, alle pandemie globali, al panico nazionalista o all’esaurimento delle risorse”.
Sotto terra, ma con una certa eleganza.
Fin qui i punti centrali dell’articolo, che chiunque può analizzare per poi giungere, in ogni caso, a conclusioni diverse. È vero che si può concludere che questi [uomini] molto ricchi soffrono di una certa dose di paranoia e di allucinazioni sul futuro. Tuttavia, se sono giunti a questo punto è perché sanno qualcosa del mondo che noi non dobbiamo ignorare. Ritengo ci siano due temi di fondo.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!