PAROLE DEL CCRI-CG DELL’EZLN AI POPOLI ZAPATISTI NEL 25° ANNIVERSARIO DELL’INIZIO DELLA GUERRA CONTRO L’OBLIO.
31 dicembre 2018
Compagni, compagne Basi di Appoggio Zapatiste:
Compagne e compagni Autorità Autonome Zapatiste:
Compagne e compagni Comitati e Responsabili regionali e locali:
Compagne e compagni miliziane e miliziani:
Compagne e compagni insurgentas e insurgentes:
Per mia bocca parla la voce dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.
Vi parlo come vostro portavoce, perché è mio compito essere la vostra voce ed i vostri occhi.
È arrivata la nostra ora, popoli zapatisti, e siamo soli.
Ve lo dico chiaro, compagne e compagni basi di appoggio, compagni e compagne miliziani e miliziane, ci siamo accorti che è così, siamo soli come venticinque anni fa.
Soli, siamo usciti a svegliare il popolo del Messico e del mondo ed oggi, venticinque anni dopo vediamo che siamo soli, ma tanto avevamo parlato, abbiamo fatto molti incontri, lo sapete bene compagne e compagni, voi ne siete testimoni, abbiamo dato la sveglia ed abbiamo parlato ai poveri del Messico, delle campagne e delle città.
Molti ci hanno ignorato, alcuni si stanno organizzando e speriamo che continuino ad organizzarsi, la maggioranza ci ha ignorato.
Ma il nostro lavoro l’abbiamo fatto e per questo vi stiamo parlando chiaro, compagni e compagne.
E non solo in questi venticinque anni, ma da oltre cinquecento anni, per questo siamo qui a parlarvi, a raccontarvi quello che abbiamo visto in venticinque anni, come se non ci avessero visto o sentito quello che stiamo dicendo ai poveri del Messico.
A venticinque anni dalla nostra sollevazione vediamo questo.
Ve lo ripetiamo, compagni e compagne, vediamo che siamo soli.
Quello che abbiamo ottenuto, è stato conquistato con il nostro lavoro e con le nostre forze.
Se abbiamo ottenuto qualcosa, è solo grazie al nostro lavoro e se abbiamo sbagliato, è solo colpa nostra. Ma è solo opera nostra, nessuno ce l’ha detto, nessuno ce l’ha insegnato, è opera nostra. Qualcuno avrebbe voluto insegnarcelo, dirci che cosa fare e cosa non fare, quando parlare e quando non parlare. Li abbiamo ignorati. Solo chi si organizza lo sa, lo vede, lo capisce. I discorsi sono solo chiacchiere; si deve fare ciò che si dice, si deve fare ciò che si pensa, non abbiamo manuali, non abbiamo libri. Quello che noi vogliamo costruire non ce lo insegna nessuno, deve essere fatto col nostro sacrificio, deve essere fatto con le nostre forze, compagni e compagne.
E stiamo dimostrando ancora una volta, e lo dobbiamo fare, che sì è possibile fare ciò che si crede impossibile. A parole è molto facile rendere possibile ciò che è impossibile, così si dice. Bisogna farlo nella pratica e noi lo stiamo dimostrando. Ciò che stiamo dimostrando è qui da vedere, davanti a noi; qui il popolo comanda, ha la propria politica, la propria ideologia, la propria cultura, crea, si migliora, si corregge, immagina e continua a fare pratica.
Questo è come siamo. Qui il malgoverno non comanda, comandano le donne e gli uomini che si sono organizzate e organizzati. Quelli che non si sono organizzati, continuano in quella disperazione che non è speranza.
Ci vogliono mentire, ci vogliono ingannare perché c’è qualcuno che crede a quella che chiamano la vergine scura. È un pazzo quello che dice questo, non sa pensare, non pensa al popolo. Noi, compagni, lavoriamo sulla nostra esperienza, col nostro lavoro e con le nostre forze e continuiamo a farlo. E continueremo a costruirlo e lo otterremo. Tutto quello che abbiamo costruito l’abbiamo fatto noi, alcuni fratelli e sorelle solidali ci hanno aiutati, ma tutto il peso è sulle nostre spalle, perché non è facile affrontare i partiti politici, i malgoverni ed oggi l’attuale furbastro imbroglione.
Qui non è facile affrontare da venticinque anni migliaia di soldati che proteggono il capitalismo, e sono qui, qui dove siamo ora, gli passiamo sotto il naso in questi giorni. Non è facile affrontare i paramilitari, non è facile affrontare i piccoli leader al soldo di tutti i partiti politici, in particolare quello che oggi è al potere ed il partito che è al potere.
Ma non abbiamo paura di loro. Oppure sì, abbiamo paura di loro, compagne e compagni?
[risuona all’unisono un “No”] Non vi ho sentiti [si sente più forte “No”]
La gente di fuori va e viene, noi siamo qui e qui stiamo. Ogni volta che vengono, vengono a turisteggiare, ma non si può fare turismo nella miseria, la disuguaglianza, l’ingiustizia; il popolo povero del Messico sta morendo e continua a morire. Peccato che ascoltano quello che sta lì ad ingannare il popolo del Messico.