sabato 19 gennaio 2019

Messico - Per comprendere la violenza antizapatista



Para entender la violencia antizapatista

di Peter Rosset*

Gli indigeni sono violenti? 

Gli zapatisti sono violenti? 

C'è molta confusione riguardo alla violenza in Chiapas. 

Qui provo a offrire una breve guida per la sua interpretazione.

La controinsurrezione in Chiapas si basa, in parte, sull'attuazione di politiche volte a frammentare le organizzazioni contadine, indigene e comunitarie, creando fazioni sempre più piccole, settarie, opportunistiche e manipolabili. Ciò si ottiene offrendo risorse ai leader locali e regionali per progetti produttivi e di assistenza, candidature, posti nella pubblica amministrazione, ecc., facendo perno su bisogni oggettivi delle loro basi e sul loro opportunismo, sulla gelosia e sul risentimento.

Queste offerte sono condizionate esplicitamente o implicitamente al loro allontanamento dallo zapatismo. Il suo obiettivo è isolare politicamente i ribelli. Queste risorse e posizioni sono anche usate per provocare un conflitto aperto, sia con la violenza che senza di essa, contro le basi e le comunità zapatiste. 
Per stimolare la violenza, vengono usati problemi e dispute locali, spesso preesistenti, che spesso non sono neppure legati allo Zapatismo in quanto tale. Questi sono conflitti che sono comuni, e anche normali, nella società rurale, all'interno e all'esterno del Chiapas.

Tra questi tipi di problemi ci sono le dispute sui confini terrieri, specialmente in contesti in cui alcuni vogliono regolarizzare il possesso della terra e altri no; accesso o controllo sulle risorse locali, come acqua, alberi da legname, terreni adatti allo sviluppo urbano e cave di sabbia e ghiaia; differenze familiari e religiose; rappresentanze di partiti politici; la disputa per accaparrarsi i progetti produttivi o di assistenza; dispute sul protagonismo e l'interlocuzione con lo stato, così come l'avidità, i rancori, i risentimenti e le gelosie storiche, ecc. 
L'azione dello stato manipolatore può trasformare qualsiasi problema latente preesistente in una frattura aperta.

Tuttavia, sarebbe un errore vedere lo stato come una entità monolitica. Al suo interno ci sono entrambe le fazioni che cercano di incoraggiare la violenza al massimo e le forze che cercano di moderarla, in modo da non spaventare gli investitori e i turisti. Ciò fa sì che, da un lato, la violenza antizapatista venga promossa attraverso premi (progetti, post, candidature) e, dall'altro, si provi a risolvere il conflitto. Questo provoca che gruppi contadini prima ricevano aiuti e poi per un certo tempo smettano di averli fino a quando non vengono attaccati. 
Questi gruppi che aggrediscono le comunità in resistenza si alternano nel loro lavoro di attacco.


Le ostilità contro gli zapatisti sono spesso riportate nei mezzi di comunicazione tradizionali con un pregiudizio razzista e classista.



Sono presentati come meri conflitti locali o scontri e/o litigi tra contadini, derivanti dal fatto che gli indigeni sono violenti di loro e che i poveri passano il loro tempo uccidendosi a vicenda. Questa violenza serve come giustificazione per le forze dell'ordine per agire contro le basi di appoggio zapatiste.

giovedì 17 gennaio 2019

Messico - Gli intellettuali sostengono l’EZLN e respingono le “calunnie”

Gli intellettuali sostengono l’EZLN e respingono le “calunnie”

di Rosa Elvira Vargas

La lotta zapatista rappresenta “un grande esempio di resistenza, dignità, coerenza e creatività politica” sostengono intellettuali, accademici e attivisti provenienti da vari paesi del mondo in una lettera pubblica dove esprimono la loro solidarietà con l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) e respingono anche “’attuale campagna di disinformazione, menzogne e calunnie dirette contro lo zapatismo”

Nella lettera denunciano qualsiasi aggressione che potrebbe essere intrapresa contro le comunità zapatiste “sia direttamente da parte dello Stato messicano” o attraverso organizzazioni o gruppi “civili” armati o disarmati, e ritengono colpevole il governo messicano “di qualsiasi aggressione che potrebbe sorgere nel quadro” della realizzazione dei mega-progetti che la nuova amministrazione federale promuoverà.

“Noi condividiamo il rifiuto totale espresso dall’EZLN di questi e altri grandi progetti che ledono gravemente i territori autonomi e modi di vita dei popoli”.

Esprimono altresì preoccupazione per lo stato attuale delle comunità zapatiste e delle popolazioni indigene del Messico, “quando sono attaccati i loro territori e le comunità da progetti minerari, di turismo agro-industriale, da infrastrutture, ecc., come ha denunciato il Congresso Nazionale Indigeno (CNI) e il Consiglio Indigeno di Governo (CIG)”, e in particolare si dicono allarmati per i mega progetti promossi dal nuovo governo messicano come il Corridoio Transistmico, un milione di ettari di piantumazione commerciale, e il cosiddetto Treno Maya, quest’ultimo recentemente denunciato come “’un’umiliazione e una provocazione”’ dal comandante Moisés, portavoce dell’EZLN, perché colpisce gravemente i territori dei popoli maya che vivono nel sud-est del Messico.

Il testo chiede alle persone “di buon cuore” di superare lo stato attuale di disinformazione sull’esperienza zapatista e sui grandi progetti annunciati dal nuovo governo, e di “essere vigili sul rischio di aggressione contro le comunità zapatiste e le popolazioni originarie del Messico”.

Tra i firmatari della lettera sono inclusi artisti del calibro dello scrittore e accademico Pablo Gonzalez Casanova, il sociologo Immanuel Wallerstein, lo scrittore uruguaiano Raúl Zibechi, il giornalista francese Ignacion Ramonet, l’accademico Marcos Roitman, il leader sindacale dei lavoratori frontalieri Carlos Marentes, la regista Bertha Naravo, le attrici Julieta Egurrola e Ofelia Medina, gli scrittori Juan Villoro ed Elmer Mendoza, l’antropologo Claudio Lomnitz, e altre decine.

Segue il testo completo della lettera.

Lettera di solidarietà e sostegno alla resistenza e all’autonomia zapatista

Noi, intellettuali, accademici, artisti, attivisti e persone di buona volontà, così come organizzazioni, associazioni e gruppi in diversi paesi esprimiamo la nostra solidarietà con l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) in questo momento cruciale della sua storia e rifiutiamo fermamente l’attuale campagna di disinformazione, menzogne e calunnie dirette contro lo zapatismo.

Per noi, come per molte persone nel mondo, la lotta zapatista rappresenta un grande esempio di resistenza, dignità, congruenza e creatività politica. 25 anni fa, il suo ¡Ya Basta! è stato un evento di grande trascendenza e una delle prime reazioni travolgenti a livello planetario di fronte alla globalizzazione neoliberista, che ha contribuito a incoraggiare il rifiuto e la critica di un modello che, a quel tempo, sembrava indiscutibile. Era anche, e continua ad essere, un’espressione della legittima lotta dei popoli nativi contro il dominio e il disprezzo subiti da secoli e fino ad oggi, nonché a favore dei loro diritti all’autonomia. 

L’autogoverno popolare che gli zapatisti hanno messo in pratica con le Giunte di Buon Governo nei loro cinque caracoles è un esempio di democrazia vera e radicale, degna di ispirare i popoli del mondo e di essere studiato in tutte le facoltà di scienze sociali del pianeta. La costruzione dell’autonomia zapatista rappresenta per noi la ricerca costante, onesta e critica di un progetto alternativo ed emancipatorio di grande importanza nell’affrontare le sfide di un mondo che sembra sprofondare sempre più in una profonda crisi, al tempo stesso economica, sociale, politica, ecologica e umana.

Pertanto, esprimiamo la nostra preoccupazione per la situazione che si trovano di fronte le comunità zapatiste e le popolazioni indigene del Messico, nel vedere attaccati i loro territori e le comunità da miniere, progetti di turismo, infrastrutture agro-industriali, ecc., come ha denunciato il Congresso Nazionale Indigeno (CNI) e Consiglio Indigeno di Governo (CIG). 

In questo momento, ci sono in particolar i grandi progetti promossi dal nuovo governo messicano, come il Corridoio Transistmico, un milione di ettari di piantumazione commerciale, e il cosiddetto “Treno Maya” recentemente denunciato come un’umiliazione e una provocazione dal Subcomandante Moisés, portavoce dell’EZLN, poiché colpisce gravemente i territori delle popolazioni maya che abitano il sudest messicano.

Oltre agli effetti ambientali devastanti di questo progetto e allo sviluppo del turismo di massa che mira a far esplodere, siamo preoccupati per la fretta di iniziare a lavorare sul “Treno Maya”, camuffandolo con uno pseudo rituale per la Madre Terra, denunciato dal portavoce zapatista come una presa in giro inaccettabile. Siamo indignati dal fatto che in questo modo si prepara un altro attacco contro i territori zapatisti e che si disprezzano i diritti dei popoli indigeni, eludendo l’obbligatorietà di una consultazione reale, libera, preventiva e informata, come stabilito dalla Convenzione OIL 169 [La Convenzione ILO 169 sui diritti dei popoli indigeni e tribali è stata adottata nel 1989 dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) – N.d.T.] e la dichiarazione delle Nazioni Unite sui popoli indigeni. Ci sembra molto grave che siano violati in questo modo gli impegni internazionali assunti dal Messico.

Condividiamo il rifiuto totale espresso dall’EZLN in relazione a questi e ad altri importanti progetti che minacciano seriamente i territori autonomi e i modi di vita dei popoli.

Denunciamo in anticipo qualsiasi aggressione contro le comunità zapatiste, direttamente dallo Stato messicano o attraverso gruppi e organizzazioni di “civili” armati o disarmati.

Noi riteniamo responsabile il governo messicano di ogni scontro che potrebbero sorgere nel contesto dell’attuazione di questi megaprogetti che corrispondono ad un modello già superato di “sviluppo” insostenibile e devastante deciso dalle cupole di potere e palesemente violando i diritti dei popoli originari.

Ci appelliamo alle persone di buon cuore per superare la disinformazione corrente sia sull’esperienza zapatista che sui grandi progetti menzionati e di essere vigili sul rischio di attacchi contro le comunità zapatiste e le popolazioni indigene del Messico.

https://www.jornada.com.mx/ultimas/2019/01/16/intelectuales-apoyan-al-ezln-y-rechazan-calumnias-6598.html?fbclid=IwAR1eBUmLf4KtPLngG6g1y54nL6mMkGs5_Edr_qPB_fj5zpSWVoasGImvRdE

Traduzione a cura di Rebecca Rovoletto

Firmano:

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!