giovedì 11 febbraio 2021

Messico - Accordi di San Andrés, autonomia vs. neo-indigenismo

 

di Luis Hernández Navarro

Questo 16 febbraio segna il 25° anniversario della firma degli accordi di San Andrés su diritti e cultura indigeni. Molte cose sono cambiate da allora, anche se una rimane: l’indigenismo come politica di Stato.

Indigenismo è il nome dato alla politica istituzionale volta ad assistere la popolazione autoctona. È, contemporaneamente, una teoria antropologica, un’ideologia di stato e una pratica di governo. Il suo obiettivo principale è "proteggere" le comunità indigene integrandole al resto della società nazionale, diluendo il loro carattere di popolo come soggetto storico. È una politica dei non indios nei confronti delle popolazioni indigene, sebbene i suoi artefici possano appartenere a un gruppo etnico.

Uno dei suoi principali promotori, Alfonso Caso, prevedeva che in 50 anni non ci sarebbero più stati gli indios: sarebbero stati tutti messicani. Era in buona compagnia. Molti pensatori, prima e dopo di lui, hanno visto nell'integrazione nella società nazionale meticcia il destino inesorabile dei popoli nativi.

Sebbene la nazione messicana abbia avuto una composizione multietnica e multiculturale sin dalla sua fondazione, le sue costituzioni non hanno rispecchiato questa realtà. Cancellare l’indio dalla geografia della patria, renderlo messicano costringendolo ad abbandonare la sua identità e cultura, rendendolo folcloristico, è stata un’ossessione delle classi dominanti sin dalla Costituzione del 1824. L’intenzione di costruire uno Stato-nazione, di sbarazzarsi dell’eredità coloniale, di resistere ai pericoli degli interventi stranieri, di combattere i poteri ecclesiastici e militari e di modernizzarsi, ha portato a privilegiare una visione di unità nazionale che escludesse la realtà plurinazionale.

Gli accordi di San Andrés avevano lo scopo di celebrare i funerali dell’indigenismo e risolvere questo debito storico. Il loro punto centrale consisteva nel riconoscimento dei popoli indios come soggetti sociali e storici e nel diritto di esercitare la loro autonomia.

L’autonomia è uno dei modi per esercitare l’autodeterminazione. La sua pratica implica il trasferimento reale di poteri, funzioni e competenze, che oggi sono di responsabilità di diverse istanze di governo, alle popolazioni indigene.

Ai dialoghi di San Andrés gli zapatisti invitarono come consigliere lo scrittore Fernando Benítez, che aveva dedicato 20 anni della sua vita alla difesa e allo studio dei popoli originari ed è autore di cinque libri monumentali su di loro. Il giornalista accettò volentieri l’invito.

Le sue motivazioni erano genuine. Cosa mi hanno insegnato gli indios? Si chiese Benítez alla fine della sua vita. E si rispose: mi hanno insegnato a non credermi importante, a cercare di avere una condotta impeccabile, a considerare sacri animali, piante, mari e cieli, a sapere in cosa consiste la democrazia e il rispetto dovuto alla dignità umana. Anche a passare dal quotidiano al sacro (La Jornada, 5/7/95).

Sebbene molti dei problemi che affrontavano fossero gli stessi, la prospettiva di lotta delle popolazioni indigene che partecipavano ai dialoghi era completamente diversa da quelle che Benítez descriveva dal 1960. L’autore di Los indios de México li considerava "le persone più miserabili", "i contadini più poveri", "quelli che vivono nelle terre peggiori in un paese con terre pessime", quelli che "sono stati invasi". Anticipava l’inevitabile destino a scomparire delle loro culture e la loro sostituzione con i "disastri dell’industrialismo". E proponeva di "salvare ciò che restava delle culture indigene prima che questo processo si concludesse". (https://bit.ly/3p50tRf).

Ma non sono scomparsi. Al contrario. Sono più presenti che mai. Certamente, le popolazioni indigene convocate dall’EZLN, prima ai dialoghi e poi alla formazione del Congresso Nazionale Indigeno (CNI), subivano gli effetti del colonialismo interno e, quindi, provenivano da comunità e regioni vessate da espropri, oppressione, sfruttamento e discriminazione simili a quelle descritte da Benítez. Tuttavia, lungi dal rappresentare culture sull’orlo della scomparsa, quei leader erano l’espressione vivente della formidabile capacità di resistenza e reinvenzione delle tradizioni dei loro popoli.

Ai colloqui di San Andrés partecipavano i leader dei popoli originari sorti negli anni ’70 ed emersi alla luce pubblica a seguito dell’insurrezione zapatista, insieme alle autorità comunitarie tradizionali. Partecipavano anche importanti intellettuali indigeni che avevano preparato una ricchissima riflessione su come ricostituire i loro popoli.

A 25 anni dalla firma degli accordi e dalla fondazione del CNI, alcune delle popolazioni indigene che vi hanno partecipato sono scomparse. Altre sono entrate nei ranghi dei governi di turno, dal PAN alla 4T. Tuttavia, il movimento nato da questo processo orientato alla costruzione dell’autonomia e alla lotta al capitalismo è più vigoroso e solido rispetto a 25 ani fa. Una nuova generazione di centinaia di leader e decine di intellettuali (tra cui molte donne) ha raccolto il testimone.

Due decenni e mezzo dopo da che sono stati concordati, lo Stato messicano continua a violare gli accordi di San Andrés. In aggiunta, il movimento indigeno autonomista subisce l’assassinio dei suoi leader e l’impulso, da parte del governo federale, di un neo-indigenismo assistenziale che va di pari passo con la promozione di megaprogetti sui loro territori (https://bit.ly/3oXetMs).

Twitter: @lhan55

Testo originale: https://www.jornada.com.mx/2021/02/09/opinion/017a1pol?s=09

Traduzione “Maribel” – Bergamo

sabato 16 gennaio 2021

Messico - Chiapas, continue violenze contro le comunità zapatiste


“Dove ho il mio appezzamento, mi hanno rubato il grano. Siamo andati a cercare le prove e proprio lì ci hanno sparato, nella comunità di San Felipe ”, racconta una donna che è membro delle Basi di Appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (BAEZLN) nella regione di Moisés Gandhi, nel comune ufficiale di Ocosingo.

Questa è solo una delle più recenti denunce di attacchi armati e violenze da parte dei membri dell'Organizzazione dei coltivatori di caffè di Ocosingo (ORCAO) contro le comunità appartenenti al Municipio Autonomo Ribelle Zapatista (MAREZ) di Lucio Cabañas, uno dei municipi che furono costituiti dall'EZLN dal 1994. In questi territori ribelli, che prima erano nelle mani di proprietari terrieri e agricoltori, l'autogoverno viene esercitato attraverso amministrazioni autonome.

Negli ultimi giorni di questo mese di Gennaio, una carovana di osservazione e solidarietà composta da organizzazioni, gruppi e individui, aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, ha riferito che il giorno 12, “intorno alle 8:30 del mattino un gruppo di circa 30 uomini appartenenti al gruppo di oppositori è arrivato nei pressi delle terre su cui stavano lavorando le Basi di Appoggio (BAEZLN), scattando foto ai membri di questa Carovana, come forma di intimidazione per ostacolare il loro lavoro ”, hanno riferito in un comunicato.

Questa Carovana ha svolto il suo primo lavoro di documentazione nell'Ottobre 2020. Oltre a questo impegno, il 7 Dicembre 2020 è stata effettuata la prima Missione di Osservazione Civile, svolta da organizzazioni appartenenti alla Rete " Todos los derechos para todas y todos”, che ha raccolto anche varie testimonianze che indicano un aumento degli attacchi dal 2019. I principali responsabili sono stati identificati come membri dell'ORCAO.

Nella loro visita più recente, questa Carovana ha il compito di accompagnare l’inizio della coltivazione della terra e nella semina del grano in questo territorio ribelle.

I partecipanti alla Carovana ribadiscono: “ricordiamo che la posizione della carovana di osservazione e solidarietà è ed è stata favorevole alla pace, per questo chiediamo rispetto per il diritto all'autonomia e alla libera autodeterminazione zapatista, rispetto per le loro terre recuperate che fanno parte del suo territorio, così come il rispetto e la garanzia dell'integrità, sicurezza e vita delle Basi di Appoggio dell’ EZLN " 


Attacchi all'economia comunitaria
Le donne di Moisés Gandhi, una zona composta da otto villaggi, affermano inoltre che i membri dell'ORCAO hanno frazionato e messo in vendita terreni recuperati dopo la rivolta zapatista del 1994.

“Nella comunità di San Felipe ... hanno diviso la terra e hanno alzato recinzioni. Nella comunità di Progreso hanno sbarrato il terreno recuperato”, dicono le BAEZLN sulla espropriazione violenta fatta da membri armati dell'Orcao.

Oltre a questo, le famiglie hanno segnalato anche l'asportazione di materiali da costruzione e legno. “Mentre noi stiamo lottando organizzandoci e non abbiamo mai preso soldi dalle terre recuperate, (i membri dell'ORCAO) hanno abbattuto gli ocotales (n.d.t. si tratta di vasti boschi con una variegata vegetazione), stanno tagliando il legno. Sono qui con i loro proiettili, con le loro guardie, con le loro armi di grosso calibro. Non possiamo più andare alla milpa, ci stanno controllando”, denunciano la presenza di gruppi armati.

Secondo il Rapporto della Carovana di Solidarietà realizzato lo scorso Ottobre, “all'inizio del 2020, alle aggressioni si sono aggiunti i furti di raccolti, la distruzione di recinzioni e palizzate, la presenza di persone armate con radio trasmittenti e la presenza di guardie, minacce verbali e scritte, intimidazioni e attacchi fisici contro BAEZLN, l’incendio e la fumigazione di raccolti, rapine nei negozi nelle comunità autonome, incendio di alveari, distruzione della Scuola Secondaria Autonoma e spari di armi da fuoco ", tutti gli attacchi si sono verificati nel ejido di Moisés Gandhi. 

Allo stesso tempo, nella comunità di Nuevo San Gregorio, terreno recuperato di 155 ettari nella stesso Municipio Autonomo, attraverso azioni intimidatorie, i membri dell'ORCAO impediscono alle famiglie zapatiste di entrare negli spazi dove svolgono i lavori collettivi per rinforzare l'economia della comunità.

"Noi vogliamo lavorare e non possiamo farlo", affermano le BAEZLN di Nuevo San Gregorio sull'impossibilità di trasferirsi nella terra dove si coltiva il grano.

Da Novembre 2019 queste terre sono state recintate dal gruppo armato ORCAO nell'ambito delle molestie che hanno impedito anche alle famiglie di riprendere il lavoro in una cooperativa di pescicoltura, oltre che l'accesso ai terreni per piantare ortaggi.

Controinsurrezione in aumento


Gli attacchi all'economia autonoma privano le persone dei loro elementi basilari per la vita: acqua e cibo. “L'anno scorso non abbiamo potuto raccogliere tutto, solo il 50% è stato raccolto. Da maggio a novembre abbiamo speso 80mila pesos solo per comprare mais e fagioli”, hanno riferito con rammarico le famiglie di Nuevo San Gregorio per le azioni di controinsurrezione, in una situazione aggravata dalla pandemia di Covid-19.

Per questo, nell’ultimo anno, le BAEZLN hanno sofferto della mancanza di cibo e dell'impossibilità di proseguire lavori come la semina per autoconsumo, la vendita di ricami e mecapales (n.d.t. contenitori per il trasporto della legna e di altre merci), oltre alla produzione di mobili e carpenteria. 

Denunciano che “hanno circondato tutto, i nostri animali, i nostri lavoratori, l'acqua. Sì, stiamo soffrendo molto”, condividono testimoni della comunità di Nuevo San Gregorio, mentre mostrano le terre da seminare che sono state violentemente espropriate dai membri dell'ORCAO. 


Le testimonianze raccolte sottolineano le aggressioni avvenute il 22 Agosto 2020, quando membri armati dell'ORCAO hanno bruciato i magazzini di caffè, il comedor "Compañera Lucha", oltre a saccheggiare il negozio collettivo Centro de Comercio Nuevo Amanecer del Arcoiris, rubando contanti e distruggendo il posto. 

Secondo il rapporto della Carovana Solidale, tra i danni di quel giorno e gli attacchi successi in altri occasioni, il totale dei danni contro le comunità BAEZLN ammontano a quasi un milione e mezzo di pesos messicani.

“Il negozio era collettivo e ci affidiamo a quello per le commissioni e fino ad oggi non abbiamo più niente, non ci hanno lasciato niente. Hanno preso tutto, tutti i soldi e il compagno che era di turno nella vendita lo hanno attaccato, rinchiuso e trattenuto per una notte facendogli patire freddo e fame" 

Mujeres Base de Apoyo de Moisés Ghandi


Continuare la lotta

“Non ci arrendiamo. Per andare avanti abbiamo iniziato a organizzare il nostro lavoro collettivo. I compagni giovani hanno iniziato con i mecapal, anche se non avevano esperienza, ma è così che stanno imparando. E con i compagni che fanno la falegnameria, anche se hanno solo un martello, una sega e una pialla stiamo andando avanti. Noi compagne abbiamo iniziato a ricamare in modo da avere un po' di soldi perché non abbiamo niente. Abbiamo bambini, chiedono le loro cose e non abbiamo soldi, ecco perché iniziamo da quello”, hanno detto le donne delle BAEZLN nella comunità di Nuevo San Gregorio.

Inoltre, le Basi di Appoggio dell'EZLN dicono che mentre queste terre vengono sottratte, il gruppo paramilitare le mette immediatamente in vendita. “Loro (l'ORCAO) hanno già dato un prezzo al terreno, che è di 100.000 pesos per ettaro, ma non daremo loro il piacere di fare quello che vogliono. Lo difenderemo, a qualunque costo. Non siamo proprietari, siamo guardiani dell'organizzazione. Quello che possiede questa terra è l'organizzazione. Colui che possiede questa terra sono coloro che hanno dato il loro sangue. Non è solo nostra è di tutti”.

L'obiettivo della difesa di questo territorio liberato, sostengono i campesinos, “E' vivere, non fare affari. La terra è per nutrirci, non per fare affari. Gli alberi servono per l'ossigeno, non per gli affari. Vogliamo che si fermino", hanno chiesto i membri delle BAEZLN di Nuevo San Gregorio durante il giro con la Carovana Solidale che si è tenuto nel 2020.

Secondo le autorità della Junta de Buen Gobierno (JBG) Nuevo Amanecer en Resistencia y Rebeldia por la Vida y la Humanidad con sede a Patria Nueva, i membri di ORCAO “Non sono più fratelli. Fratelli è quando si capiscono, quando si ascoltano, quando sentono il dolore, la sofferenza dei bambini, delle donne incinte”, riferiscono nei video della Carovana Solidale, perché anche se le BAEZLN ha richiesto un dialogo, i membri dell'ORCAO continuano gli attacchi armati.

Le persone sono tristi ma anche arrabbiate e preoccupate. “Il coraggio e la rabbia che hanno i miei compagni ce l'ho anche io. Abbiamo detto: se toccano uno di noi, ci toccano tutti, perché loro (l’ORCAO) tengono (i terreni) solo per vendere, ma noi ce ne occupiamo, vogliamo proteggerlo. Perché non stiamo solo pensando a qualcosa per noi stessi come popoli zapatisti, stiamo guardando oltre. Stiamo difendendo la Madre Terra perché da lì mangiamo, lì viviamo e lì continueremo a resistere”, sottolinea una donna che è membro della JBG del Caracol numero 10 Floreciendo la Semilla Rebelde.


Per guardare la serie di video completi con le testimonianze delle famiglie zapatiste, 

trattto da https://avispa.org/chiapas-continua-violencia-contra-comunidades-zapatistas/

Traduzione Cooperazione Rebelde Napoli




BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!