Luis Hernández Navarro
La Santa Muerte e Malverde sono ovunque a San Cristóbal de las Casas e nelle città del Chiapas come Teopisca. Il suo culto non è nascosto. I mercati sono colmi di elementi rituali tipici della loro venerazione. Le erboristerie e le botteghe esoteriche dell’antica Jovel, oggi accolgono i fedeli con le monumentali Huesudas e Malverdes.
Il 17 aprile, Jerónimo Ruiz, leader dell’Associazione degli Assegnatari dei Mercati Tradizionali del Chiapas (Almetrach), è stato ucciso da due uomini a bordo di una motocicletta. Nel mezzo del caos e panico, la violenza è scoppiata nel nord della vecchia capitale coleta. Due gruppi armati hanno bloccato le strade, si sono affrontati e hanno dato fuoco a pneumatici e abitazioni. Tra le altre attività redditizie, Almetrach riscuote i diritti di occupazione di suolo degli artigiani
Jerónimo era originario di una comunità vicina a Betania/Teopisca chiamata ironicamente Flores Magón. Sull’altare alla Niña Blanca che il defunto aveva in casa, si giurava di vendicare la sua morte.
Due giorni dopo il suo delitto, una registrazione avvertiva: “San Cristóbal e dintorni: come avrete notato, siamo arrivati e la pulizia è iniziata, siamo il cartello di Jalisco e quello che è successo a Jerónimo Ruiz sta per succedere a Narciso Ruiz, alias El Narso, Calafas, Águila, Birria, Max e tutti quei gruppi di motonetos (motociclisti) che sostengono questi pezzenti”.
Il Chiapas è il luogo in cui fioriscono molte delle sigle più diverse. Chiese tradizionali convivono con espressioni di religiosità popolare. La venerazione della Santísima Muerte è cresciuta esponenzialmente di pari passo con la crescita della criminalità organizzata, ma anche per altre cause ad essa del tutto estranee, come le guarigioni per fede. Non tutti i suoi fedeli sono dediti ad attività illecite ma, spesso in una sorta di sincretismo, molti di coloro che vi si dedicano trovano nel fervore di questa religiosità la via per avvicinarsi al sacro.
Teopisca, a 30 chilometri da San Cristóbal, è una rotta chiave per migranti irregolari e droga. Nel giugno del 2022, individui armati hanno sparato e ucciso il sindaco, Rubén de Jesús Valdez Díaz, del Partito Ecologista Verde del Messico (PVEM), mentre stava uscendo di casa. I sicari sarebbero stati assunti tra i motonetos di Jovel
L’omicidio fa parte del conflitto per il controllo del municipio tra due gruppi. Quelli di Betania, il cui capo di facciata è Javier Velázquez Díaz, alias La Pulga (già arrestato), e quelli del gruppo locale dell’ex presidente municipale Luis Alberto Valdez Díaz, accusato di aver rapinato il municipio quando era sindaco, e fratello del sindaco assassinato. Voci locali lo indicano come la presunta mente del fratricidio.
Entrambe le bande sono legate al traffico di migranti (polleros) e alla produzione e traffico di droga. Quelli di Betania hanno laboratori nella loro comunità, profondamente evangelica.
Nella comunità prolifera il culto de La Huesuda e Malverde. Si tengono grandi processioni e c’è sempre più devozione nei loro confronti. Come parte della norteñización della cultura popolare, i narcocorridos proliferano. I gruppi reclutano i giovani più poveri. Girano impunemente per il villaggio con armi di grosso calibro e giubbotti antiproiettile. È comune sentire raffiche sparate in aria.
Una delle fazioni vuole insediare il consiglio comunale di Teopisca. Tuttavia, al di là delle presunte rivendicazioni democratiche, i suoi promotori sono anche narco-polleros che vogliono convincere le comunità finanziando le feste religiose. Allo stesso tempo, promettono di costruire strade nella piana del municipio, la depressione centrale del Chiapas adiacente al comune di Venustiano Carranza, una via chiave per il passaggio di droga e immigrati irregolari.
Secondo i residenti del comune, il gruppo dell’ex presidente municipale Luis Valdez sarebbe legato a Sinaloa, mentre quelli di Betania de La Pulga farebbero parte delle quattro lettere. Dicono che quelli del Pacifico, che sono nella regione da più tempo, si fanno gli affari loro e non si immischiano con la gente comune, ma quelli di Jalisco estorcono, rapiscono, chiedono il pizzo, ecc. Dal loro punto di vista, quelli di Sinaloa fanno quello che più gli conviene a seconda degli affari in ballo, e sono tranquilli, se non ti immischi con loro. Ma quelli di Nueva Generación è gente cattiva.
Quanto sta accadendo a San Cristóbal e Teopisca è solo un assaggio di ciò che sta accadendo in tutto il Chiapas. Non è un’eccezione, ma la regola. Fa parte di una trama molto più ampia. È inimmaginabile supporre che le attività di questi narco-polleros siano estranee alle reti di potere regionali e ai responsabili del mantenimento dell’ordine.
Le comunità zapatiste non consentono la semina, la produzione e il traffico di droga. I loro territori sono chiusi per i trafficanti di esseri umani. Non prendono posizione nelle dispute tra cartelli per il controllo dei mercati e dei territori. Sono un freno all’espansione dell’industria criminale e agli affari delle autorità ad essa collegate. Al di là della loro esperienza di autogoverno e autogestione, tra le tante ragioni, ecco perché hanno dichiarato loro guerra. Inoltre, a causa di ciò, vecchi e nuovi paramilitari (alcuni convertiti in narcoparamilitari) si sono lanciati nel tentativo di distruggere le comunità autonome.
L’attacco della Orcao alle basi della comunità autonoma Moisés Gandhi, municipio ribelle Lucio Cabañas, fa parte della strategia contrainsurgente. Come Teopisca, non è un’anomalia ma una costante nella politica del Chiapas. Basta guardare storicamente la mappa della violenza nello stato per verificarlo.
Il culto della Santa Muerte e Malverde ha preso piede nel sud-est messicano. La sua proliferazione è il termometro di ciò che accade socialmente.
Testo originale: https://www.jornada.com.mx/2023/06/13/opinion/019a1pol
Traduzione Comitato Chiapas “Maribel” – Bergamo