Un milione di persone nel mondo parteciperanno alle manifestazioni per ricordare le vittime palestinesi della repressione israeliana per il 36° anniversario della “Giornata delle Terra”. Le proteste principali in Cisgiordania: Israele si mantiene in massima allerta.
“Per la prima volta il popolo palestinese non sarà solo in occasione della celebrazione della Giornata della Terra. Quest’anno c’è stata una trasformazione qualitativa del livello di solidarietà ed un’internazionalizzazione dell’evento con il sostegno di oltre 60 paesi del mondo”. A meno di 24 ore dall’inizio delle manifestazioni e delle proteste organizzate in occasione del 30 marzo, Adnan Ramadan, direttore esecutivo dell’OPGAI (Occupied Palestinian and Golan Hights Advocacy Initiative) è speranzoso – da mesi associazioni palestinesi ed internazionali stanno preparando la Marcia Globale su Gerusalemme. Ed ora, finalmente, tutto è pronto, le attività possono cominciare”.
Gli eventi avranno inizio domani, verso mezzogiorno. In totale gli organizzatori prevedono un milione di persone per le strade. Nelle piazze delle principali città del mondo ci saranno manifestazioni e proteste davanti alle ambasciate israeliane, mentre in Medio Oriente quattro diverse marce, dalla Giordania, dall’Egitto, dalla Siria e dal Libano, si dirigeranno contemporaneamente verso i confini israeliani. In Israele, i palestinesi del ‘48 saranno gli unici ai quali sarà permesso raggiungere la Città Santa. In Cisgiordania centinaia le attività previste. “Nell’area di Betlemme l’evento principale è una manifestazione davanti al posto di blocco che separa Gerusalemme da Betlemme (il check-point 300)” ha spiegato Ramadan– ma ci sono moltissime altre piccole iniziative: ad esempio nei villaggi di al-Khader e di al-Walaje attivisti palestinesi ed internazionali pianteranno alberi di olivo su terre a rischio di confisca come segno di lotta e di resistenza”. Un’altra grande manifestazione è prevista presso il check-point di Qalandya.