martedì 19 marzo 2013

Messico - L'EZLN annuncia i festeggiamenti per i 10 anni di autogoverno e la convocazione della scuola zapatista.


Date ed altre informazioni sulla scuola zapatista 

ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
MESSICO
Marzo 2013

Compagne e compagni, sorelle e fratelli, della Sexta:

Su visite, carovane e progetti.
Sapete che stiamo preparando i corsi nelle diverse scuole e ci stiamo concentrando su questo affinché riescano bene e preparino buone e buoni studenti.

E noi, insieme alle autorità, pensiamo che ci sono situazione che non possiamo sostenere per non distrarci, come per esempio: rilasciare interviste, scambiare esperienze o accogliere carovane o brigate di lavoro, o discutere l’idea di un progetto. Dunque, non sprecate un viaggio a vuoto, perché né la Giunta di Buon Governo, né le autorità autonome, né le commissioni incaricate dei progetti vi potranno assistere.

Se qualcuno, gruppo o collettivo, pensa di venire con una carovana di aiuti per le comunità, chiediamo il favore di aspettare che arrivi il momento opportuno per questo, o se avesse già organizzato il viaggio, allora per favore di rivolgersi al CIDECI, dal Dottor Raymundo, a San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, Messico.

Non diciamo che questo sarà per sempre, ma per adesso NO, perché vogliamo concentrarci sulla scuola. Vogliamo avvisarvi per evitare malintesi sul perché non potremo assistervi per le situazioni sopra descritte.

Vogliamo dirvelo perché non programmiate il vostro viaggio con lo scopo di incontrare le nostre autorità, perché non potremo soddisfarvi per la semplice ragione che tutti i nostri sforzi sono ora per la nostra scuola, per voi, per il Messico e il mondo.

Dunque, nelle Giunte di Buon Governo dei 5 Caracoles non potremo assistervi. Ma i Caracoles si potranno sempre visitare.

E così per i progetti in corso nelle 5 giunte ci sono cose che non potremo fare, e potremo occuparci solo di quello che sarà alla nostra portata e che non implichi incontri o spostamenti della nostra gente. In caso contrario, ci sarà un’altra occasione.

Vogliamo che capiate che per noi non è il momento di carovane, progetti, interviste o scambio di esperienze e cose così. Per noi zapatiste e zapatisti è il momento di prepararci per la scuola. Non abbiamo tempo per altre cose, a meno che il malgoverno non voglia combinarci un casino e allora le cose cambiano.

Compagne e compagni, sorelle e fratelli, siamo sicuri di avere tutta la vostra comprensione.

Sulla scuola.
Di seguito le prime informazioni sulla scuola, affinché cominci a prepararsi chi vorrà frequentare i corsi.

1. – Alla festa dei Caracoles sono invitati tutte e tutti coloro che si sentono invitati. La festa è nei 5 Caracoles così potrete andare dove più vi piace. L’arrivo è l’8 agosto, la festa sarà nei giorni 9 e 10; l’11 la partenza. Attenzione: La festa per i 10 anni dei Caracoles non ha niente a che vedere con la scuola. Non confondetevi.

2. – Con questa festa le basi di appoggio zapatiste celebrano il decimo compleanno delle Giunte di Buon Governo, ma non solo.

3. – In quei giorni inizierà la nostra piccola scuola, molto altra, dove le/i nostr@ cap@, cioè, le basi di appoggio zapatiste, terranno le lezioni su qual’è stato il loro pensiero e la loro azione nella libertà secondo lo zapatismo, i loro successi, i loro errori, i loro problemi, le loro soluzioni, i progressi, quanto ancora in sospeso e quanto ancora da fare, perché c’è sempre qualcosa che manca fare.

4.- Il primo corso (ne faremo molti, secondo il numero dei partecipanti) di primo livello è di 7 giorni, compreso arrivo e partenza. Arrivo 11 agosto, le lezioni iniziano il 12 agosto 2013 e finiscono il 16 agosto 2013. Partenza il 17 agosto. Chiunque, una volta completato il corso, voglia restare più tempo, potrà visitare gli altri Caracoles. Il corso è lo stesso in tutti i Caracoles ma potete andare a conoscere caracoles diversi da quello dove avete frequentato il corso, ma per conto vostro.

5. – Ora vi spieghiamo come funziona l’iscrizione alla scuola della libertà secondo le zapatiste e gli zapatisti, ma vi diciamo già che è laica e gratuita. La preiscrizione avverrà tramite le Squadre di Appoggio della Commissione Sexta, nazionale e internazionale, dalla pagina web di Enlace Zapatista e via posta elettronica. L’iscrizione degli studenti avverrà presso il CIDECI, a San Cristóbal de Las Casas, Chiapas. Gli inviti saranno inviati, secondo le nostre possibilità, a partire dal 18 marzo 2013.

6.- A scuola non potrà entrare chiunque, ma solo chi riceverà direttamente il nostro invito. Ai compagni che riceveranno l’invito forniremo assistenza, il vitto, un posto per dormire pulito e comodo e metteremo a disposizione il proprio guardiano o guardiana, cioè un proprio “Votán”, che si preoccupi che stiano bene e che non soffrano troppo a scuola, solo un po’, ma sempre solo un pochino.

7.- Le alunne e gli alunni dovranno studiare molto. Il primo livello comprende 4 temi: Governo Autonomo I, Governo Autonomo II, Partecipazione delle Donne nel Governo Autonomo, e Resistenza. Ogni tema ha il proprio libro di testo. I libri di testo hanno tra le 60 e 80 pagine ognuno e quello che vi ha già illustrato il SupMarcos è solo una piccola parte di ogni libro (3 o 4 pagine). Abbiamo calcolato che la realizzazione di ogni libro di testo ha un costo di 20 pesos.

8.- Il corso di primo livello dura 7 giorni e secondo il tempo a disposizione del compa e della compa, perché sappiamo che ha anche il suo lavoro, la famiglia, la lotta, i suoi impegni, cioè che ha un suo calendario e geografia.

9.- Il primo corso è solo di primo grado, ne mancano molti altri, cioè la scuola non finisce subito, ma ha una sua durata. Chi supera il primo livello potrà passare al secondo livello.

10.- Il costo: il viaggio per arrivare al CIDECI, a San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, e per tornare a casa propria, è a carico del e della compa. Dal CIDECI si parte per la scuola assegnata e al termine del corso si torna al CIDECI, e da lì si va dove si vuole. Una volta a scuola, nel villaggio, non preoccupatevi perché alla vostra tavola non mancherà il vostro piatto di fagioli, tortillas e verdura. Cioè, le spese per ogni studente sono coperte dagli zapatisti. Ogni studente o studentessa vivrà con una famiglia indigena zapatista. Per tutta la frequenza ai corsi, quella sarà la famiglia dell’alunna o alunno. Con quella famiglia mangerà, lavorerà, riposerà, canterà, ballerà e sarà accompagnato nella scuola assegnata, cioè al centro di educazione. Ed il “Votán”, ovvero il guardiano o guardiana, l’accompagnerà sempre. Cioè, ci occuperemo di ogni studente o studentessa. E nel caso si ammalasse, lo cureremo o, in casi gravi, lo porteremo in ospedale. Ma su quello che gli resterà o meno in testa non possiamo fare niente, perché riguarda il compagno o compagna quello che farà di ciò che vedrà, ascolterà e imparerà. Cioè, si insegnerà la teoria e la pratica ognuno se la vedrà nei luoghi dai quali arriva.

11.- Per coprire i costi dei corsi, ci penseremo noi. Magari organizzeremo un festival musicale, o una mostra di pittura o artigianato, non preoccupatevi, troveremo il modo e, inoltre, c’è sempre gente buona che appoggia le cose buone. Per chi volesse lasciare una donazione per la scuola, metteremo una cassetta presso l’ufficio delle iscrizioni al CIDECI, dai compas dell’Università della Terra, a San Cristóbal de Las Casas, Chiapas. Chi vorrà, potrà mettere lì il suo contributo senza che nessuno sappia chi e quanto ha donato, così nessuno si sentirà triste se ha donato meno di un altro. Non sarà permesso lasciare soldi o regali nelle scuole, nei caracoles o alle famiglie in cui si alloggerà. Questo per non creare disparità tra chi potrebbe riceverli e chi no. Tutto quello che si vorrà donare dovrà essere lasciato al CIDECI, ai compagni dell’Università della Terra, a San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, Messico. Lì si raccoglierà tutto e, se ci sarà qualcosa, sarà suddiviso in parti uguali tra tutt@. Se no, non importa, quello che importa siete voi.

12.- Ci saranno altri modi di frequentare i corsi della scuola zapatista. Chiediamo l’aiuto dei compagni dei media liberi, libertari, autonomi e di chi ne sa di videoconferenze. Perché sappiamo che molti non potranno venire per i propri motivi di lavoro o personali o di famiglia. Ed anche che ci sono persone che non capiscono lo spagnolo ma hanno voglia di imparare com’è che le zapatiste e gli zapatisti hanno fatto quello che hanno fatto e come hanno disfatto quello che hanno disfatto. Quindi ci sarà un corso speciale che sarà ripreso in video da trasmettere dove ci sia un gruppo di alunn@ volenteros@ e pronti con il loro libro di testo a seguire il corso, e via internet potranno fare le loro domande sulla lezione che stanno facendo le maestre e i maestri, le basi di appoggio zapatiste.
Per decidere questo, inviteremo ad una riunione particolare alcuni media alternativi per metterci d’accordo su come fare per le videoconferenze e le foto e i video dei posti in cui si svolgono i corsi, affinché tutt@ possano vedere se è vero o no quello che stanno insegnando le professoresse ed i professori.
Ed un altro modo è che faremo copia dei corsi in dvd affinché chi non può andare da nessuna parte e può studiare solo a casa sua, lo possa fare e così imparare.

13.- Per poter frequentare la scuola zapatista, si dovrà sostenere un corso di preparazione dove verrà spiegato com’è la vita nelle comunità zapatiste e le loro regole interne. Affinché non si incorra in reati. E quello che si deve portare. Per esempio, non si devono portare quelle “tende da campeggio” che, oltre a tutto, non servono a niente; perché sarete sistemati presso le famiglie indigene zapatiste.

14.- Una volta per tutte diciamo che è PROIBITO produrre, commerciare, scambiare e consumare qualunque tipo di droga e alcool. E’ proibito anche detenere ed usare qualunque tipo di arma, sia da fuoco o “bianca”. Chi chiederà di entrare nell’EZLN o qualunque cosa militare, sarà espulso. Non si sta reclutando né promuovendo la lotta armata, bensì l’organizzazione e l’autonomia per la libertà. E’ anche proibita la propaganda di qualunque tipo, politica e religiosa.

15.- Non c’è limite di età per frequentare la scuola; ma se siete minorenni, dovete essere accompagnati da un adulto che sarà responsabile del minore.

16.- All’atto dell’iscrizione, dopo essere stati invitat@, vi chiediamo di specificare se siete altr@, maschi o femmine per potervi sistemare adeguatamente, perché ogni individu@ sarà rispettat@ e assistit@. Qui non ci sono discriminazioni di genere, preferenza sessuale, razza, credo, nazionalità. Qualunque atto di discriminazione sarà punito con l’espulsione.

17.- Se qualcuno ha qualche malattia cronica, abbia cura di portare tutti i suoi medicinali e di comunicarlo al momento dell’iscrizione affinché possiamo assisterlo al meglio.

18.- Al momento dell’iscrizione, dopo essere stati invitat@, vi chiediamo di specificare la vostra età fisica e le vostre condizioni di salute per sistemarvi adeguatamente in una delle scuole dove non dobbiate soffrire più di quanto già non patirete.

19.- Se siete invitat@ e non potete partecipare nella prima data, non temete. Comunicateci solo quando potete e noi organizzeremo il corso quando potrete esserci. Se qualcuno non può concludere il corso o non può arrivare anche se già iscritto, non c’è problema, può completarlo successivamente. Anche se è bene ricordare che può assistere alle videoconferenze o ai corsi che si terranno fuori dal territorio zapatista.

20.- In altri scritti spiegherò altri dettagli e chiarirò i dubbi che potranno sorgere. Ma queste sono le cose basilari.
Per ora è tutto.
Dalle montagne del Sudest Messicano

Subcomandante Insurgente Moisés
Rettore della Escuelita Zapatista

Messico, Marzo 2013


P.S. – Ho incaricato il SupMarcos di inserire in questo testo qualche video a tema.

domenica 17 marzo 2013

Messico - ELLOS Y NOSOTROS VII.- L@s más pequeñ@s 7 y último. Dudas, sombras y un resumen en una palabra.


LORO E NOI
VII. – Le/i più piccol@ 7 e ultimo.
7. – Dubbi, ombre ed il riassunto in una parola.

Marzo 2013
I Dubbi.
  Se dopo avere letto i frammenti della parola delle compagne e dei compagni dell’EZLN sostenete ancora che gli indigeni zapatisti sono manipolati dalla mente perversa del supmarcos (ed ora anche del subcomandante insurgente Moisés) e che dal 1994 non è cambiato niente nel territorio zapatista, allora siete irrecuperabili.

Non vi diciamo di spegnere la televisione, o di smettere di credere che l’intellettualità di solito si distribuisce tra i suoi parrocchiani, perché restereste con la mente vuota. Continuate a credere che la recente legge sulle telecomunicazioni democratizzerà l’informazione, che eleverà la qualità della programmazione e che migliorerà il servizio di telefonia mobile.

Ma, se la pensate così, non sareste arrivati fino a questa parte della saga “Loro e Noi”, quindi, è una supposizione, diciamo che siete una persona con coefficiente intellettuale medio e cultura progressista. Con queste caratteristiche è molto probabile che pratichiate il dubbio metodico riguardo a tutto, cosicché sarebbe logico supporre che dubitiate di quello che avete qui letto. E dubitare non è qualcosa da condannare, è uno degli esercizi intellettuali più sani (e più dimenticati) dell’umanità. E di più quando si tratta di un movimento come quello zapatista o neo-zapatista, sul quale si sono dette tante cose (la maggior parte senza nemmeno essersi avvicinati a quello che siamo).

Mettiamo da parte un fatto, accertato perfino dai grandi mezzi di comunicazione: decine di migliaia di indigeni zapatisti che prendono, in forma simultanea, 5 città dello stato sudorientale messicano del Chiapas.

Dunque, già avanzando dubbi, se non è cambiato niente nelle comunità indigene zapatiste, perché continuano a crescere? Non avevano detto tutti che era qualcosa del passato, che gli errori dell’ezetaelene (ok, ok, ok, di marcos) erano costati la sua esistenza (“mediatica”, ma questo non l’hanno detto)? La dirigenza zapatista non era allo sbando? L’EZLN non era sparito e di lui rimaneva solo l’ostinata memoria di chi, fuori dal Chiapas, sente e sa che la lotta non è qualcosa soggetta ai viavai della moda?

Ok, rimediamo a questo fatto (l’ezetaelene è cresciuto in maniera esponenziale nei tempi in cui non era di moda), ed abbandoniamo il tentativo di instillare questi dubbi (che serviranno solo perché i vostri commenti sulla stampa nazionale siano pubblicati o siate bannati “per sempre”).

Riprendiamo il dubbio metodico:

E se le parole apparse in queste pagine come quelle di uomini e donne indigeni zapatisti, in realtà fossero paternità di Marcos?

Cioè, e se fosse stato Marcos a simulare che erano altr@ quell@ che parlavano e sentivano quelle parole?

E se le scuole autonome in realtà non esistessero?

E se gli ospedali, le cliniche, i rendiconti, le donne indigene con incarichi di responsabilità, le terre coltivate, la forza aerea zapatista, e…?

Sul serio: e se niente di quello che dicono quelle indigene, quegli indigeni esistesse realmente?

In sintesi, e se tutto non fosse nient’altro che una monumentale bugia di marcos (e Moisés, già che ci siamo) per consolare con chimere quell@ di sinistra (sporch@, brutt@, cattiv@, irriverenti, non dimenticate) che non mancano mai e che sono sempre pochi, pochissimi, una disprezzabile minoranza? E se il supmarcos si fosse inventato tutto questo?

Non sarebbe bene confrontare questi dubbi ed il vostro sano scetticismo con la realtà?

E se fosse possibile che voi vedeste direttamente queste scuole, queste cliniche ed ospedali, questi progetti, queste donne e questi uomini?

E se voi poteste ascoltare direttamente quegli uomini e quelle donne, messicani, indigeni, zapatisti mentre si sforzano di parlarvi in spagnolo per spiegarvi, raccontarvi la loro storia, non per convincervi o per reclutarvi, ma solo affinché possiate capire che il mondo è grande e che al suo interno ci sono molti mondi?

E se voi poteste concentrarvi solo a guardare ed ascoltare, senza parlare, senza pensare?

Accettereste questa sfida o continuereste a rifugiarvi nello scetticismo, quel solido e magnifico castello di ragioni per non fare niente?

Vorreste essere invitato ed accettereste l’invito?

Frequentereste delle lezioni nelle quali le e gli insegnanti sono indigeni la cui lingua madre è classificata come “dialetto”?

Avreste voglia di studiarla a scopo antropologico, psicologico, del diritto, esoterico, storiografico, per realizzare un reportage, fare loro un’intervista, dire loro la vostra opinione, dare loro consigli, ordini?

Li guardereste, cioè, li ascoltereste?
 -*-
Le ombre.

A lato di questa luce che ora brilla, non si nota la forma irregolare delle ombre che l’hanno resa possibile. Perché un altro dei paradossi dello zapatismo è che non è la luce che produce le ombre, bensì è da queste che la luce nasce.

Donne e uomini di angoli lontani e vicini di tutto il pianeta hanno reso possibile non solo quello che si vede, ma con i loro sguardi hanno arricchito il cammino di questi uomini e donne, indigeni e zapatisti, che ora innalzano di nuovo la bandiera di una vita degna.

Individui, gruppi, collettivi, organizzazioni di ogni tipo, e a livelli diversi, hanno contribuito alla realizzazione di questo piccolo passo delle/dei più piccoli.

Dai 5 continenti sono arrivati gli sguardi che, dal basso e a sinistra, hanno offerto rispetto ed aiuto. E con queste due cose, non solo si sono fatte scuole ed ospedali, si è anche sollevato il cuore indigeno zapatista che, così, si è affacciato a tutti gli angoli del mondo attraverso queste finestre sorelle.

Se c’è un luogo cosmopolita in terre messicane, forse è la terra zapatista.

Di fronte a tale appoggio, è corrisposto uno sforzo di uguale grandezza.

Credo, crediamo, che tutta quella gente del Messico e del mondo può e deve condividere come propria questa piccola gioia che oggi cammina con viso indigeno nelle montagne del sudest messicano.

Sappiamo, so, che non l’aspettate, né lo chiedete, ma vi mandiamo un grande abbraccio, che è il modo in cui gli zapatisti, le zapatiste, si ringraziano tra compagn@ (ed in particolare abbracciamo chi ha saputo essere nessuno). Forse senza volerlo, voi siete stati e siete, per tutte e tutti noi, la migliore scuola. Inutile dire che non smetteremo di sforzarci di fare in modo che, senza badare al vostro calendario e alla vostra geografia, rispondiate sempre affermativamente alla domanda se ne vale la pena.

A tutte (mi dispiace dal profondo della mia essenza maschilista, ma le donne sono la maggioranza quantitativa e qualitativa), a tutti: grazie.

(…)

Ma, ci sono ombre e ombre.

E le più anonime e impercettibili sono alcune donne e uomini di bassa statura e di pelle del colore della terra. Hanno lasciato tutto quello che avevano, anche se poco, e sono diventati guerriere e guerrieri. In silenzio e nell’oscurità hanno contribuito e contribuiscono, come nessun’altro, a che tutto questo sia possibile.

Sto parlando delle insurgentas e degli insurgentes, i miei compagni.

Vanno e vengono, vivono, lottano e muoiono in silenzio, senza far rumore, senza che nessuno, se non noi stessi, ne tenga il conto. Non hanno volto né vita propria. 

I loro nomi, le loro storie, vengono forse alla memoria di qualcuno quando si sono sfogliati molti calendari. Allora, forse intorno a un fuoco, mentre il caffè bolle in una vecchia teiera di peltro e si accende il fuoco della parola, qualcuno o qualcosa saluta la loro memoria.

E non importerà, perché quello di cui si trattava, di cui si tratta, di cui si è trattato sempre, è contribuire a costruire le parole con le quali normalmente iniziano i racconti, gli aneddoti e le storie, reali e fittizie, delle zapatiste e degli zapatisti. 

Proprio com’è cominciato quello che ora è una realtà, cioè con un:
“Ci sarà una volta…”

Salve, e che non manchino mai né l’ascolto né lo sguardo.

(non continua più)

A nome delle donne, degli uomini, dei bambini, degli anziani, delle insurgentas e degli insurgentes del
Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
Dalle montagne del Sudest Messicano

Subcomandante Insurgente Marcos

Messico, Marzo 2013 

P.S. CHE ANTICIPA. – Continueranno ad uscire gli scritti, non gioite in anticipo. Principalmente saranno del compagno Subcomandante Insurgente Moisés, e riguarderanno la scuola: date, luoghi, inviti, iscrizioni, documenti, regolamenti, livelli, divise, materiale scolastico, voti, consulenze, dove ritirare gli esami superati, etc. Ma se volete sapere quanti livelli sono ed in quanto tempo si arriva al diploma, vi diciamo: noi ci stiamo da 500 anni e non abbiamo ancora smesso di imparare.

P.S. UN CONSIGLIO PER FREQUENTARE LA SCUOLA – Eduardo Galeano, un saggio nella difficile arte di guardare ed ascoltare, ha scritto nel suo libro “I Figli dei Giorni“, nel calendario di marzo:
“Carlos e Gudrun Lenkersdorf erano nati e vissuti in Germania. Nell’anno 1973, questi illustri professori arrivarono in Messico. Ed entrarono nel mondo maya, in una comunità tojolabal, e si presentarono dicendo:
  – Veniamo ad imparare.
  Gli indigeni tacquero.
  Poi, qualcuno spiegò il silenzio:
  – È la prima volta che qualcuno ci dice questo.
  Per anni, Gudrun e Carlos restarono lì ad imparare.
  Dalla lingua maya impararono che non c’è gerarchia che separi il soggetto dall’oggetto, perché io bevo l’acqua che mi beve e sono guardato da tutto quello che guardo, ed impararono a salutare così:
  – Io sono un altro tu.
  – Tu sei un altro io.”
Ascoltate Don Galeano. Perché è sapendo guardare ed ascoltare, che si impara.

P.S. CHE SPIEGA QUALCOSA SU CALENDARI E GEOGRAFIE. – I nostri morti dicono che bisogna saper guardare ed ascoltare tutto, ma che al sud ci sarà sempre una ricchezza speciale. Come si sarà accorto chi ha guardato i video (ne sono rimasti ancora molti, magari in un’altra occasione) che accompagnavano gli scritti di questa serie di “Loro e Noi”, abbiamo cercato di far passare diversi calendari e geografie, ma c’è stata una prevalenza per il nostro rispettato sud latinoamericano. Non solo per l’Argentina e l’Uruguay, terre sagge in ribellione, anche perché, secondo noi, nel popolo Mapuche non c’è solo dolore e rabbia, ma anche interezza nella lotta ed una profonda saggezza per chi sa guardare ed ascoltare. Se c’è un luogo al mondo dove bisogna tendere ponti, è il territorio Mapuche. Per quel popolo, e per tutt@ le/i desaparecid@s e prigionier@ di questo sofferente continente, la memoria è viva. Non so dall’altro lato di queste lettere, ma da questo lato sì: né perdono, né oblio! 

P.S. SINTETICA. – Sì, lo sappiamo, questa sfida non è stata né sarà facile. Si profilano pesanti minacce, colpi di ogni tipo e da tutte le parti. Così è stato e sarà il nostro cammino. Cose terribili e meravigliose compongono la nostra storia. E così sarà. Ma se ci domandano come possiamo riassumere tutto in una parola: i dolori, le scoperte, le morti che ci fanno male, i sacrifici, il continuo andare contro corrente, le solitudini, le assenze, le persecuzioni e, soprattutto, questo testardo ricordare chi ci ha preceduto ed ora non c’è più, è qualcosa che unisce tutti i colori che sono in basso e a sinistra, senza badare al calendario o alla geografia. E, più che una parola, è un grido: 
Libertà… Libertà!… LIBERTÁ! 

Bene.

Il sup che ripone il computer e cammina, cammina sempre.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!