sabato 31 ottobre 2015

Turchia - Rapporto della delegazione di Amed (Diyarbakir)

Rapporto della delegazione di Amed (Diyarbakir)

È una calma apparente quella che avvolge l’intera città di Diyarbakir. A due giorni dalle elezioni politiche e a poche settimane dai pesanti scontri tra polizia e civili curdi nel quartiere di Sur, l’antica fortezza frontaliera tenta di riprende la sua normalità. Il bilancio dei combattimenti delle scorse settimane conta oggi 5 civili kurdi uccisi, decine di feriti e 18 arrestati, liberati proprio questa mattina. Solo la decisione unilaterale del KCK (Unione delle Comunità del Kurdistan) di attenuare i toni della resistenza ha permesso un momentaneo cessate il fuoco e il rientro del coprifuoco, il terzo dalle elezioni di giugno. Sur è uno dei distretti storici di Amed, costruito immediatamente a ridosso delle antiche mura medievali.

Sono pochissime le famiglie originarie di questo quartiere. In Turchia, sin dalla fondazione della Repubblica nel 1923, lo Stato ha portato avanti una deliberata campagna di sgombero dei villaggi nella regione, considerati dall'allora primo ministro Kaya luoghi dove è evidente che la civiltà non è mai arrivata e di concentrazione della popolazione nei centri urbani, nuclei di propagazione dell’identità nazionalista, di accentramento, controllo, e di produzione identitaria del cittadino turco. Dopo le campagne di assimilazione nazionale, la distruzione di circa 4000 villaggi durante il conflitto armato tra il PKK e militari turchi ha contribuito negli anni novanta alla migrazione interna di almeno tre milioni di civili che si riversarono anch'essi nei centri urbani. E’ questa una delle motivazioni dell’altissima concentrazione curda nel quartiere, centro nevralgico della resistenza locale all'attuale governo Erdogan e spazio di conflitto rappresentativo della causa curda.

Turchia - Verso le elezioni di domenica

Rapporto della delegazione di Urfa

Mentre siamo occupati a scrivere il primo report, apprendiamo la notizia che, proprio a Urfa, intorno all'ora di pranzo sono stati trovati due corpi decapitati per mano, pare, del sedicente Stato Islamico. Sono stati resi noti i nomi, Ibrahim Abdul Qader, 20 anni, e Fares Hamadi, entrambi siriani di Raqqa, facenti parte di un gruppo anti-ISIS. Ciò aiuta a comprendere il clima che si respira prima delle elezioni e quanto sia complessa la situazione all’interno della città.

Stamane siamo stati alla sede dell’HDP di Şanliurfa, la città dove è stata inviata la nostra delegazione di osservatori internazionali per le elezioni politiche turche di domenica 1 novembre. Abbiamo discusso a lungo con i membri del partito su quale sarebbe stata la migliore e più funzionale collocazione del nostro gruppo durante le operazioni di voto e alla fine abbiamo convenuto con loro che la cosa più utile è sicuramente quella di andare, insieme con i membri del partito e dell’Associazioni dei diritti umani, IHD, nei villaggi rurali a maggioranza araba situati nel comprensorio. Proprio in questi territori, governati gerarchicamente dai mukhtar (termine che in arabo significa “scelto”, è spesso usato in vari paesi arabi e nella stessa Turchia per indicare il capo di un villaggio) vicini all’AKP, gli appuntamenti elettorali non sono altro che la raccolta di consensi per il dittatore e il suo partito a forza di brogli e di abusi.

Basti pensare che in queste zone in occasione delle ultime elezioni comunali, durante alcuni scontri di piazza, ci sono stati ben otto morti.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!