Ellos y Nosotros. III.- LOS CAPATACES.
LORO E NOI
III – I Capoccia.
In qualche luogo del Messico…L’uomo colpisce, furioso, il tavolo.
- Annientateli!
– Signore, con tutto il rispetto E’ da più di 500 anni che ci proviamo. Gli imperi che si sono succeduti hanno tentato con tutto il potere militare dell’epoca.
– E perché sono ancora lì?
– Emm… stiamo ancora cercando di capirlo – il lacchè guarda con rimprovero il tipo in divisa militare.
Il militare si alza e, sull’attenti, tende il braccio destro, con la mano estesa, e grida con entusiasmo:
– Heil…! Scusate, volevo dire, saluto, signore – Dopo aver rivolto un’occhiata minacciosa che zittisce le risatine degli altri commensali, continua:
- Il problema, signore, è che quegli eretici non ci affrontano dove siamo forti, ci girano intorno, ci attaccano nelle nostre debolezze. Se fosse una questione di piombo e fuoco, già da tempo quelle terre, con i loro boschi, acqua, minerali, persone, sarebbero state conquistate e così lei avrebbe potuto offrirle in tributo al grande Capo, signore. Quei codardi, invece di affrontarci con i loro eroici petti nudi, o con archi, frecce e lance, e morire da eroi (sconfitti sì, ma da eroi), si preparano, si organizzano, si mettono d’accordo, ci prendono in giro, si nascondono quando si tolgono la maschera. Ma non saremmo in questa situazione se mi avessero coinvolto quando tutto è cominciato – e guarda con riprovazione il commensale sulla cui targhetta sul tavolo si legge “chupa-cabras versione 8.8.1.3“.
Il commensale sorride e dice:
– Generale, con tutto il rispetto, non avevamo una bomba atomica. Ed anche se ne avessimo potuta avere una dai nostri alleati (il commensale che ha la targhetta con scritto “ambasciatore” ringrazia per la menzione), saremmo riusciti ad annichilire tutti gli aborigeni, ma avremmo distrutto anche i boschi e l’acqua, oltre a rendere i lavori di esplorazione e sfruttamento di minerali impossibili per, diciamo, vari secoli.
Interviene un altro dei lacchè:
– Abbiamo promesso loro che alla loro morte ci sarebbero state canzoni e poemi in lode al loro sacrificio, corridos, film, tavole rotonde, saggi, libri, opere teatrali, statue, il loro nome in caratteri d’oro. Li abbiamo avvertiti che se si impegnavano a resistere e continuare a vivere, avremmo diffuso voci e dubbi sul perché non sono spariti, perché non sono morti, e che avremmo detto che loro erano una nostra creazione, che avremmo intrapreso una campagna di discredito tale che avrebbero perfino avuto il sostegno di alcuni intellettuali, artisti e giornalisti progressisti – I commensali ai quali allude fanno un gesto di approvazione, benché più di uno si mostri infastidito per così tanti “isti“.
L’uomo interrompe impaziente:
– E?
– Ci hanno risposto così – (il lacchè mostra il pugno col dito medio alzato).
I commensali si agitano indignati e reclamano:
– Plebei! Villani! Rozzi! Barboni! -
Il lacchè è ancora col dito medio alzato di fronte all’uomo che lo riprende:
– Ok, ho capito, abbassa la mano.
Il lacchè abbassa lentamente la mano mentre strizza l’occhio agli altri commensali. Poi continua:
– Il problema, signore, è che queste persone non hanno il culto della morte, ma della vita. Abbiamo cercato di eliminare i loro leader visibili, comprarli, sedurli.
– Quindi?
– Oltre al fatto che non ci siamo riusciti, ci siamo resi conto che il problema maggiore sono i leader invisibili.
– Ok, trovateli.
– Li abbiamo già incontrati, signore
– E? -
– Sono tutt@, signore.
- Come tutt@?
– Sì, tutte, tutti. Questo è uno dei messaggi che hanno lanciato il giorno della fine del mondo. Ma siamo riusciti a non far trapelare sui mezzi di comunicazione, e credo che qui possiamo dirlo senza paura che qualcun altro lo sappia, che hanno usato un codice affinché noi capissimo: quello che sta sopra il palco è il capo.
- Cosa?! 40 mila capi?
– Emm… signore, scusi, questi sono quelli che abbiamo visto, bisognerebbe aggiungere gli altri che non abbiamo visto.
– Allora corrompeteli. Immagino che abbiamo denaro a sufficienza – aggiunge rivolgendosi al commensale con la targhetta “cassiere non automatica”.
Il cosiddetto “cassiere” dice balbettando:
- Signore, dovremmo vendere qualche bene dello Stato ma ormai non c’è quasi più nulla.
Il lacchè interviene:
– Signore, c’abbiamo provato.
– E?
– Non hanno prezzo.
– Dunque, convinceteli.
- Non capiscono quello che diciamo. E a dire il vero, anche noi capiamo quello che dicono. Parlano di dignità, di libertà, di giustizia, di democrazia…
– Bene, allora facciamo come che se non esistessero. Così moriranno di fame, malattie curabili, con un buon blocco informativo, nessuno se ne accorgerà fino a che sarò troppo tardi. Ok, uccidiamoli di oblio.
Il commensale che somiglia sorprendentemente ad un chupa-cabras fa un segno di approvazione. L’uomo ringrazia per il gesto.
– Sì, signore, ma c’è un problema.
– Quale?
– Anche se li ignoriamo, si ostinano a continuare ad esistere. Senza le nostre elemosine, scusate, volevo dire senza il nostro aiuto, hanno costruito scuole, hanno coltivato la terra, realizzato cliniche ed ospedali, migliorato le abitazioni e la loro alimentazione, abbassato i livelli di criminalità, sconfitto l’alcolismo. Oltre ad aver proibito la produzione, distribuzione e consumo di stupefacenti, elevato la loro speranza di vita quasi equiparandola con quella delle grandi città.
- Ah, cioè che continua ad essere più alta nelle città – l’uomo sorride soddisfatto.
– No signore, quando dico “quasi” è che la loro è più alta. La speranza di vita nelle città si è ridotta grazie alla strategia del suo predecessore, signore.
Tutti si voltano a guardare con scherno e riprovazione il personaggio con la cravatta blu.
– Vuoi dire che quei ribelli vivono meglio di quelli che corrompiamo?
– Assolutamente, signore. Ma non dobbiamo preoccuparci di questo, abbiamo predisposto una campagna mediatica ad hoc per rimediare a questo.
– E?
- Il problema è che né loro né i nostri guardano la televisione, leggono i nostri giornali, non hanno twitter, né facebook, nemmeno il cellulare. Loro sanno di stare meglio ed i nostri sanno di stare peggio.
Si alza la commensale con il cartellino “sinistra moderna”:
– Signore, se permette. Con il nuovo programma di Solid… scusi, volevo dire con la Crociata Nazionale…
Il lacchè la interrompe spazientito:
– Dai Chayo, non cominciare con i discorsi per i media. Tutti noi concordiamo che il nemico principale sono quei maledetti indios e non l’altro innominabile. Quello l’abbiamo ben infiltrato e circondato da personale del signore qui presente.
Quello con cartellino “chupa cabras“ annuisce con soddisfazione e riceve grato le pacche sulle spalle dei vicini commensali.
Il lacchè continua:
– Ma tu ed io, e tutti i presenti, sappiamo che la faccenda dei programmi sociali è una bugia, che non importa quanti soldi si investano, alla fine dell’imbuto non resta niente. Perché ognuno si prende la sua fetta. Dopo il signore, con tutto il rispetto, tu ne prendi una buona parte, e così tutti i presenti, poi i signori governatori, i comandi delle zone militari e navali, le legislature locali, i presidenti municipali, i commissari, i leader, gli addetti, i cassieri, alla fine, resta poco o niente.
L’uomo interviene:
- Allora bisogna fare qualcosa, altrimenti il Capo cerca altri capoccia e voi sapete bene, signore e signori, cosa significa: la disoccupazione, lo scherno, forse la prigione o l’esilio.
Il personaggio titolato “chupa-cabras” trema e fa un gesto affermativo.
– Ed è urgente, perché se quegli indios zampa-storta… (la figlia del signore fa una smorfia schifata, la signora improvvisamente si sente male e diventa verde). La signora si ritira adducendo qualcosa su una gravidanza.
L’uomo prosegue:
– Se quegli stronzi di indios si uniscono, ci troveremmo con grossi problemi perché…
– Emm, emm, signore - interrompe il lacchè.
- Sì? -
– Temo che ci sia un problema più grande, cioè, peggiore, signore.
– Più grave? Peggiore? Cosa può esserci di peggio degli indios insorti?
- Beh, che si mettano d’accordo con gli/le altr@, signore -.
– Gli/le Altr@? Chi sono? -
- Mm… aspetti che guardo… beh, contadini, operai, disoccupati, giovani, studenti, maestri, impiegati, donne, uomini, anziani, professionisti, gay, punk, rasta, skater, rapper, hip-hopers, rocker, metallari, autisti, coloni, ong, ambulanti, bande, razze, villani, plebei…-
- Basta!, ho capito… credo.
I lacchè si scambiano un sorrisetto complice.
– Dove sono i leader che abbiamo corrotto? Dove sono quelli che abbiamo convinto che la soluzione di tutto è diventare come noi?
- Sono sempre in meno a crederci, signore. E’ sempre più difficile controllare i loro uomini.
– Cercate chi corrompere! Offrite soldi, viaggi, programmi televisivi, seggi, governi! Ma soprattutto soldi, tanti soldi!
- Lo stiamo facendo, signore, ma … – il lacchè tentenna.
- E? – lo pressa l’uomo.
– Ne troviamo sempre di più… -
- Magnifico! Allora, c’è bisogno di altri soldi?
– Signore, voglio dire che ne troviamo sempre di più che non si lasciano corrompere.
- E col terrore?
– Signore, sono sempre di più a non aver paura, o se ce l’hanno, la controllano.
– L’inganno?
– Signore, sono sempre di più le persone che pensano con la propria testa.
– Allora bisogna distruggerli tutti!
- Signore, se spariscono tutti, spariscono anche i nostri. Chi seminerà la terra, chi farà funzionare le macchine, chi lavorerà nei grandi media, chi ci servirà, chi combatterà le nostre guerre, chi ci loderà?
– Allora bisogna convincerli che noi siamo necessari quanto loro.
– Signore, oltre al fatto che ci sono sempre più persone che rendono contro che non siamo necessari, sembra che il Capo stia dubitando della nostra utilità, e per “nostra” mi riferisco a tutti noi.
Gli invitati al tavolo del signore si agitano nervosamente sulle sedie.
- Dunque?
– Signore, mentre cerchiamo un’altra soluzione, perché quella del “Patto” non è servita a niente, e visto che bisogna evitare la vergogna di ospitarlo di nuovo in un bagno, abbiamo acquisito qualcosa di più adatto: una “stanza antipanico!”
I commensali si alzano e applaudono. Tutti si affollano intorno alla macchina. L’uomo entra e si mette ai comandi.
Il lacchè, nervoso, avverte:
– Signore, faccia attenzione a non premere sul tasto “espulsione”.
– Questo?
– Nooooooooooooooo!
Truccatori e burattinai corrono a prestare aiuto.
Il lacchè si rivolge ad uno dei cameraman che ha filmato tutto:
- Cancella questa parte… E dì al Capo che prepari un fantoccio di scorta. Questo bisogna “resettarlo” ogni volta.
I commensali si aggiustano la cravatta, la gonna, si pettinano, tossicchiano cercano di richiamare l’attenzione. I click delle telecamere e la luce dei flash oscurano tutto…
(continua…)
Da qualche luogo in qualunque mondo.
SupMarcos
Pianeta Terra
Gennaio 2013
Dati ricavati dalla Relazione #69 del Servizio di Intelligenza Autonoma (SIA) su quanto sentito e visto in una riunione ultra-arci-super-iper segreta, realizzata in Messico, D.F. cortile degli Stati Uniti, latitudine 19° 24´ N, longitudine 99° 9´ W. Data: alcune ore fa. Classificazione: solo per i tuoi occhi. Raccomandazione: non rendere pubblica questa informazione perché ci sgamano. Nota: mandate altro pozol perché Elías l’ha finito al grido di “reggetevi che c’è fango!”, e sta ballando ska sul motivo dei Tijuana No, “Trasgresores de la Ley”, nella versione di Nana Pancha. Sì, il pezzo è forte, ma è dura entrare in slam perché Elías indossa scarponi da minatore con punta di acciaio.
En algún lugar de México…
El señor golpea la mesa, furioso.
- ¡Aniquílenlos!
– Señor, con todo respeto, llevamos más de 500 años
intentándolo. Los sucesivos imperios encumbrados lo han intentado con todo el
poderío militar de la época -.
– ¿Y por qué siguen ahí?
– Err… todavía lo estamos
tratando de entender – el
lacayo mira con reproche al que tiene uniforme militar.
El aludido se levanta y, en posición de firmes, extiende su brazo derecho
al frente, con la mano extendida, y grita con entusiasmo:
– ¡Heil…! perdón, quise
decir, lo saludo, señor – Luego de dirigir una mirada amenazadora que calla las risitas de
los demás comensales, continúa:
- El problema, señor, es que esos herejes no
nos enfrentan donde somos fuertes, nos dan la vuelta, nos atacan en nuestras
debilidades. Si todo fuera cuestión de plomo y fuego, bueno, pues hace tiempo
que esas tierras, con sus bosques, agua, minerales, gente, hubieran sido
conquistadas y así usted hubiera podido ofrecerlas en tributo al gran Mandón,
señor. Esos cobardes, en lugar de enfrentarse a nosotros sólo con sus heroicos
pechos desnudos, o con arcos, flechas y lanzas, y quedar como héroes
(derrotados sí, pero como héroes), se preparan, se organizan, se ponen de
acuerdo, nos dan la vuelta, se esconden cuando se quitan la máscara. Pero no
estaríamos en esta situación si me hubieran hecho caso cuando empezó todo -, y mira con reprobación al
comensal en cuyo letrero en la mesa se lee “chupa-cabras versión
8.8.1.3″.
El comensal aludido, sonríe mientras dice:
– General, con todo respeto,
no teníamos una bomba atómica. Y aunque pudimos haber conseguido una de
nuestros aliados (el
comensal que tiene el letrero de embajador agradece la mención),
habríamos conseguido aniquilar a todos los aborígenes, pero también habríamos
destruido los bosques y el agua, además de que los trabajos de exploración y
explotación de minerales serían imposibles por, digamos, varios siglos -.
Otro de los lacayos interviene:
– Les ofrecimos que a su
muerte habría canciones y poemas alabando su sacrificio, corridos, películas,
mesas redondas, ensayos, libros, obras de teatro, estatuas, su nombre en letras
doradas. Les dijimos que si se empeñaban en resistir y seguir vivos, íbamos a
sembrar rumores y dudas sobre por qué no han desaparecido, por qué no han
muerto, y que diríamos que eran creación nuestra, que íbamos a llevar adelante
una campaña de desprestigio tal que incluso contaría con el apoyo de algunos
intelectuales, artistas y periodistas progresistas – Los comensales aludidos
hacen un gesto de aprobación, aunque más de uno lo hace de desagrado por tantos
“istas“.
El señor interrumpe impaciente:
– ¿Y?
– Nos contestaron con una
señal así – (el
lacayo enseña la mano empuñada pero con el dedo medio levantado).
Los comensales se revuelven
indignados y claman:
– ¡Proles! ¡Nacos! ¡Groseros! ¡Plebeyos! ¡Barrio! -
El lacayo sigue con la señal de la mano, mirando de frente al señor. Éste
lo increpa:
– ¡Ya entendí!, ya puede
bajar la mano.
El lacayo baja la mano lentamente, mientras hace un guiño a los demás
comensales. Después continúa:
– El problema, señor, es que
estas personas no rinden culto a la muerte, sino a la vida. Hemos intentado
eliminar a sus líderes visibles, comprarlos, seducirlos.
– ¿Y entonces?
– Además de que no lo hemos
conseguido, nos hemos dado cuenta de que el problema mayor son los líderes
invisibles.
– Ok, encuéntrenlos.
– Ya los encontramos, señor.
– ¿Y? -
– Son tod@s, señor.
- ¿Cómo que tod@s?
– Sí, todas, todos. Ése fue
uno de los mensajes de lo que hicieron el día del fin del mundo. Logramos que
no se manejara eso en los medios de comunicación, pero creo que aquí podemos
decirlo sin temor a que alguien más se dé cuenta. Usaron un código para que
nosotros entendiéramos: el que está arriba del templete es el jefe.
- ¡¿Qué?! ¿40 mil jefes y jefas?
– Err… señor, disculpe, ésos son los que vimos, habría
que agregar muchos más que no vimos.
– Cómprenlos entonces.
Imagino que tenemos dinero suficiente - agrega dirigiéndose al comensal con el letrero de
“cajero no automático”.
El llamado “cajero”, empieza a balbucear:
- Bueno, señor, tendríamos que vender algo
del Estado y ya casi no queda nada.
El lacayo interrumpe:
– Señor, lo hemos intentado.
– ¿Y?
– No tienen precio.
– Entonces convénzanlos.
- No entienden lo que les decimos. Y a decir
verdad, nosotros tampoco entendemos lo que dicen ellos. Hablan de dignidad, de
libertad, de justicia, de democracia…
– Bueno, entonces hagamos
como que no existen. Así morirán por hambre, enfermedades curables, con un buen
cerco informativo, nadie se percatará hasta que sea demasiado tarde. Eso,
matémosles de olvido.
El comensal que se asemeja sorprendentemente a un chupa-cabras hace un signo de aprobación.
El señor agradece el gesto.
– Ya, señor, pero hay un
problema.
– ¿Cuál?
– Aunque los ignoremos, se
empecinan en seguir existiendo. Sin nuestras limosnas, perdón, quise decir sin
nuestra ayuda, construyeron escuelas, hicieron producir la tierra, levantaron
clínicas y hospitales, mejoraron sus viviendas y su alimentación, bajaron los
índices de delincuencia, acabaron con el alcoholismo. Y, además de que
prohibieron la producción, distribución y consumo de narcóticos, elevaron su
esperanza de vida y casi la igualaron con la de las grandes ciudades.
- Ah, o sea que sigue siendo mayor en las
ciudades – el
señor sonríe contento.
– No señor, cuando dije
“casi” es que la de ellos es superior. La esperanza de vida en las ciudades se
redujo gracias a la estrategia de su antecesor, señor.
Todos voltean a ver con burla y reprobación al personaje de corbata azul.
– ¿Quieres decir que esos
rebeldes viven mejor que los que se venden a nosotros?
– Completamente, señor. Pero
de eso no hay que preocuparse, hemos montado una campaña mediática ad
hoc para tapar eso.
– ¿Y?
- El problema es que ni ellos ni los
nuestros ven televisión, ni leen nuestra prensa, no tienen tuiter, ni feisbuc,
ni siquiera señal de celular. Ellos saben que están mejor y los nuestros saben
que están peor.
Se levanta la comensal con el letrero de “izquierda moderna”:
– Señor, si me permite. Con
el nuevo programa de Solid… perdón, quise decir con la Cruzada Nacional…
El lacayo la interrumpe impaciente:
– Ya Chayo, no empieces con
discursos para los medios. Todos nosotros concordamos en que el enemigo
principal son esos malditos indios y no el otro innombrable. A ése lo tenemos
bien infiltrado y acotado con personeros del señor aquí presente.
El del letrero “chupa
cabras“ asiente con satisfacción y
recibe agradecido las palmaditas que le dan los comensales cercanos.
El lacayo continúa:
– Pero tú y yo, y todos los
que estamos aquí, sabemos que todo eso de los programas sociales es una
mentira, que no importa cuánto dinero se invierta, al final del embudo no queda
nada. Porque cada quien se lleva su tajada. Después del señor, con todo
respeto, tú agarras una buena parte, todos los aquí presentes también, luego
los señores gobernadores, los mandos de las zonas militares y navales, las
legislaturas locales, los presidentes municipales, los comisionados, los
líderes, los encargados, los cajeros, total, que para abajo ya queda muy poco,
o nada .
El señor interviene:
- Pues hay que hacer algo ya, porque si no
el Mandón va a buscar a otros capataces y ustedes saben bien, damas y
caballeros, lo que eso significa: el desempleo, el escarnio, tal vez la cárcel
o el exilio.
El personaje rotulado “chupa
cabras“ se estremece y hace un gesto
afirmativo.
– Y es urgente, porque si
esos indios pata-rajada… (la hija del señor hace una señal de asco, la señora se siente
súbitamente indispuesta y adquiere un color verde que olvídate de Linterna
ídem). La señora se retira argumentando algo de un embarazo.
El señor sigue:
– Si esos pinches indios se unen
entre sí, estaremos en muy graves problemas porque…
– Ejem, ejem, señor - interrumpe el lacayo.
- ¿Si? -
– Me temo que hay un problema
más grande, es decir, peor, señor -.
– ¿Más grande? ¿Peor? ¿Qué
puede ser peor que toda la indiada insurrecta? -
- Bueno, pues que se pongan de acuerdo con
l@s otr@s, señor -.
– ¿L@s Otr@s? ¿Quiénes son? -
- Mmh… deje veo… bueno, pues campesinos, obreros,
desempleados, jóvenes, estudiantes, maestros, empleados, mujeres, hombres,
ancianos, profesionistas, maricones y machorras, punketos, rastafaris,
skateros, raperos, hip-hoperos, rockeros, metaleros, choferes, colonos, ong´s,
ambulantes, bandas, razas, nacos, plebes…-
- ¡Basta!, ya entendí… creo.
Los lacayos se miran entre sí con una sonrisa cómplice.
– ¿Dónde están los líderes
que hemos comprado? ¿Dónde los que hemos convencido de que la solución de todo
es volverse como nosotros?
- Cada vez les creen menos, señor. Cada vez
controlan menos a su gente.
– ¡Busquen a quién comprar!
¡Ofrézcanles dinero, viajes, programas de televisión, registros, diputaciones,
senadurías, gobiernos! ¡Pero sobre todo dinero, mucho dinero!
- Lo estamos haciendo, señor, pero… – el lacayo duda.
- ¿Y? – lo apremia el señor.
– Cada vez encontramos más… -
- ¡Magnífico! ¿Se necesita más dinero
entonces?
– Señor, quiero decir que
cada vez encontramos más que no se venden.
- ¿El terror entonces?
– Señor, cada vez son más los
que no nos tienen miedo, o que si lo tienen, lo controlan.
– ¿El engaño?
– Señor, cada vez son más los
que piensan por sí mismos.
– ¡Hay que acabarlos a todos
entonces!
- Señor, si desaparecemos a todos, también
desaparecemos nosotros. ¿Quién sembrará la tierra, quién hará andar las
máquinas, quién trabajará en los grandes medios, quién nos atenderá, quién
peleara nuestras guerras, quién nos alabará?
– Entonces hay que
convencerlos de que nosotros somos tan necesarios como ellos.
– Señor, además de que cada
vez más gente se está dando cuenta de que no somos necesarios, parece que el
Mandón está dudando de nuestra utilidad, y por “nuestra” me refiero a todos
nosotros.
Los invitados a la mesa del señor se revuelven incómodos en sus asientos.
- ¿Y entonces?
– Señor, mientras encontramos
otra solución, porque la del “Pacto” no sirvió para nada, y viendo que hay que
evitar la vergüenza de refugiarlo de nuevo en un cuarto de baño, hemos
adquirido algo más conveniente: ¡un “cuarto de pánico”!
Los comensales se ponen de pie para aplaudir. Todos se arremolinan
alrededor de la máquina. El señor entra y se pone frente a los controles.
El lacayo, nervioso, advierte:
– Señor, sólo tenga cuidado
de no oprimir el botón de “eyección”.
– ¿Éste?
– ¡Nooooooooooooooo!
Las maquillistas y titiriteros corren a dar los primeros auxilios.
El lacayo se dirige hacia uno de los camarógrafos que ha filmado todo:
- Tienes que borrar esa parte… Y dile al
Mandón que vaya preparando un muñeco de repuesto. A éste hay que estarlo “reseteando” a
cada rato.
Los comensales se arreglan la corbata, la falda, se
peinan, tosen, buscando llamar la atención. Los clicksde las
cámaras y la luz de los flashes opacan todo…
(continuará…)
Desde cualquier rincón en cualquier mundo.
SupMarcos.
Planeta Tierra.
Enero del 2013.
Planeta Tierra.
Enero del 2013.
Datos tomados del Informe #69 del Servicio de
Inteligencia Autónoma (SIA, por sus siglas en español) sobre lo escuchado y
visto en una reunión ultra-archi-recontra-hiper secreta, realizada en México,
D.F. traspatio de EU, latitud 19° 24´ N, longitud 99° 9´ W. Fecha: hace unas
horas. Clasificación: sólo para sus ojos. Recomendación: no hacer pública esta
información porque nos van a balconear. Nota: manden más pozol porque el Elías
ya se lo acabó al grito de “¡atásquense que hay lodo!”, y está bailando ska con la rola deTijuana
No,
“Transgresores de la Ley”, en la versión de Nana
Pancha. Sí, está
chida la rola, pero está cabreras entrarle al slam porque el Elías trae botas
mineras de punta de acero.