sabato 21 marzo 2009

Francia 19 Marzo, sciopero da record

di Marina Nebbiolo*

Il governo di Sarkozy ha battuto un record, quello della partecipazione agli scioperi.

Tre milioni di lavoratori, la partecipazione alle 219 manifestazioni che hanno mobilitato la Francia per la seconda volta dall’inizio dell’anno.
Lavoratori e disoccupati ’a metà tempo’ del settore privato hanno aderito in massa, disoccupati a tempo pieno, infermieri, ferrovieri, impiegati disabili, pensionati, l’intero arco delle categorie salariate del settore pubblico si è ritrovato in piazza come lo scorso 29 gennaio, considerata data storica dai sindacati.
A questa seconda giornata di paralisi nazionale, il primo ministro François Fillon ha risposto al telegiornale delle 20 con un laconico "nessun piano supplementare oltre le misure adottate durante il summit sociale con l’insieme dei rappresentanti sindacali il 18 febbraio".
Come in un gioco di domino, il piano sociale adottato dal governo per affrontare la crisi ha forzato la federazione patronale dell’industria e delle imprese francesi (Medef) a ricentrarsi per rispondere alle pressioni dei ministeri dell’economia e degli affari sociali che chiedono ai padroni che licenziano di rinunciare ai ’bonus’ astronomici, ma nessuna misura concreta è stata fin’ora proposta come complemento ai 2,6 miliardi di euro messi a disposizione da Sarkozy dopo lo sciopero del gennaio scorso. Annunci tanti, e quotidiane promesse per una primaverile ripresa, ma nessun piano per rilanciare ulteriormente l’economia del paese.

I rappresentanti sindacali con il pallottoliere in mano per contare le presenze ai cortei sfilano dietro lo striscione "Insieme affrontiamo la crisi, difendiamo il lavoro, il potere d’acquisto e il servizio pubblico", 350 mila persone a Parigi, 300 mila a Marsiglia, 100 mila a Bordeaux, Tolosa, Lione, Nantes, Rennes... alle dichiarazioni per un prossimo primo maggio "rivendicativo" al posto della festa del lavoro, tantissimi manifestanti rispondono con "un nuovo Maggio 68" e chiedono "La Comune", due mesi di insurrezione parigina nel 1871.
Intanto all’Eliseo, come nei corridoi della Versailles di allora, si considera che dallo scorso dicembre tutto è stato sufficentemente predisposto e studiato per far fronte alla cupa congiuntura che travolge l’economia mondiale. Cosa hanno pensato i milioni di cittadini che alla fine di un’altra giornata di sciopero generale hanno ascoltato un primo ministro commentare "Aspettiamo il 2010, sono sicuro che i francesi capiscono"? Sei settimane dopo la prima manifestazione, l’inadeguatezza politica si è generalizzata, centomila disoccupati in più hanno reso il clima sociale rovente, l’80% della popolazione è solidale contro la solidarietà del governo ai padroni e il sostegno delle banche, le teste insanguinate non cadono più nel paniere ma il bersaglio resta il capo dello stato con i suoi ministri dell’educazione, e dell’università e della ricerca che covano lo stato di crisi in silenzio mentre i capitalisti meglio renumerati di Francia spiegano "che non è il momento di esaminare la questione dei salari".

* Laboratorio Morion (Venezia)

Vedi anche:
Parigi - Lo sciopero allargato report di Serena D’Andria

"Restiamo umani" - Intervista a Vittorio Arrigoni

Intervista con l’autore

Cari Hermanos,
il nostro adagio "Restiamo umani", diventa un libro.
E all’interno del libro il racconto di tre settimane di massacro, scritto al meglio delle mie possibilità, in situazioni di assoluta precarietà, spesso trascrivendo l’inferno circostante su un taccuino sgualcito piegato sopra un’ambulanza in corsa a sirene spiegate, o battendo ebefrenico i tasti su di un computer di fortuna all’interno di palazzi scossi come pendoli impazziti da esplosioni tutt’attorno.
Vi avverto che solo sfogliare questo libro potrebbe risultare pericoloso, sono infatti pagine nocive, imbrattate di sangue, impregnate di fosforo bianco, taglienti di schegge d’esplosivo. Se letto nella quiete delle vostre camere da letto rimbomberanno i muri delle nostre urla di terrore, e mi preoccupo per le pareti dei vostri cuori che conosco come non ancora insonorizzate dal dolore.

Mettete quel volume al sicuro,
vicino alla portata dei bambini,
di modo che possano sapere sin da subito di un mondo a loro poco distante, dove l’indifferenza e il razzismo fanno a pezzi loro coetanei come fossero bambole di pezza.
In modo tale che possano vaccinarsi già in età precoce contro questa epidemia di violenza verso il diverso e ignavia dinnanzi all’ingiustizia. Per un domani poter restare umani.

I proventi dell’autore, vale dire Vittorio Arrigoni, me medesimo, andranno INTERAMENTE alla causa dei bambini di Gaza sopravvissuti all’orrenda strage, affinché le loro ferite possano rimarginarsi presto (devolverò i miei utili e parte di quelli de Il Manifesto al Palestinian Center for Democracy and Conflict Resolution, sito web: http://www.pcdcr.org/eng , per finanziare una serie di progetti ludico-socio-assistenziali rivolti ai bimbi rimasti gravemente feriti o traumatizzati ).

Nonostante offerte allettanti come una tournee in giro per l’Italia con Noam Chomsky, ho deciso di rimanere all’inferno, qui a Gaza. Non esclusivamente perché comunque mi è molto difficile evacuare da questa prigione a cielo aperto (un portavoce del governo israeliano ha affermato :"e’ arrivato via mare, dovrà uscire dalla Striscia via mare"), ma soprattutto perché qui ancora c’è da fare, e molto, in difesa dei diritti umani violati su queste lande spesso dimenticate.

Non avremo certo gli stessi spazi promozionali di un libro su Cogne di Bruno Vespa o una collezione di lodi al padrone di Emilio Fede, da qui nasce la mia scommessa, sperando si riveli vincente.

Promuovere il mio libro da qui, con il supporto di tutti coloro che mi hanno dimostrato amicizia, fratellanza, vicinanza, empatia. Vi chiedo di comprare alcuni volumi e cercare di rivenderli se non porta a porta quasi, ad amici e conoscenti, colleghi di lavoro, compagni di università, compagni di volontariato, di vita, di sbronza. E più in là ancora, proporlo a biblioteche, agguerrite librerie interessate ad un progetto di verità e solidarietà. Andarlo a presentare ai centri sociali e alle associazioni culturali vicino a dove state.

Si potrebbero organizzare dei readings nelle varie città, (io potrei intervenire telefonicamente, gli eventi sarebbero pubblicizzati su Il Manifesto, sui nostri blog e aggiro per internet) e questo potrebbe essere anche una interessante occasione per contarsi, conoscersi, legarsi. Non siamo pochi, siamo tanti, e possiamo davvero contare, credetemi.

Il libro lo trovate fin d’oggi nelle edicole con Il Manifesto, e fra due settimane nelle librerie.

Confido in voi,
che confidate in me,
non per i morti
ma per i feriti a morte di questa orrenda strage.

Un abbraccio grande come il Mediterraneo che separandoci, ci unisce. Restiamo umani.
vostro mai domo
Vik

"Questo libro è un progetto verità", ci spiega Vittorio che abbiamo raggiunto a Gaza, "dato che si dice che la verità è la prima vittima di ogni guerra, in effetti a Gaza è stato così. Un progetto affinchè si venga sapere cosa di tragico è avvenuto e perchè una cosa del genere non si ripeta più".
- [ audio ]

Link
Blog di Vittorio Arrigoni

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!