domenica 27 settembre 2009

Copenhagen: Azioni di disobbedienza

Sabato 26, azione di disobbedienza per chiudere la centrale a carbone. Verso il vertice sul clima COP15

2000 attivisti assediano la centrale energetica a carbone e invadono l'area. La polizia danese interviene: cariche e 150 arresti.

Updates and reports in italiano and in english from modkraft.dk:

ore 19.00 last news

Dopo aver cercato per alcune ore di sfondare i cordoni di protezione della polizia per entrare nella centrale energetica a carbone e fermare la produzione, gli attivisti sono tornati a Christianshavns Torv. Tannie Nyboe, portavoce della rete Shut It down dichiara:
"Siamo molto soddisfatti che così tante persone abbiano mostrato la loro opposizione alla produzione danese di energia derivata dal carbone ed ai suoi effetti devastanti sul nostro clima. Questo dimostra che ci sono moltissime persone che non sono disposte ad aspettare che siano i politici a fare qualcosa per risolvere i problemi. Oggi abbiamo mandato un segnale forte, non possono piu' far finta di nulla sui cambiamenti climatici. Devono subito intervenire, e fermare le centrali a carbone."
"Questo è solo l'inizio"- conclude - "Ci sono moltissime centrali a carbone in Danimarca che stanno distruggendo il clima. Non ci fermeremo adesso!"

Materiali video:

corteo e scontri

invasione dell'area

cariche

arresti di massa

L'intera cronaca della giornata

ore 18:54

La compagnia energetica svedese Vattenfall che possiede la centrale di carbone di Copenhagen ha dichiarato che la giornata "climate action" è stata uncomfortable sia per gli impiegati che per la compagnia.

ore 18:10

E' notizia confermata che 150 sono i manifestanti arrestati. Numerosi manifestanti stanno per essere "accompagnati" negli autobus della polizia, mentre altri stanno facendo resistenza passiva seduti in gruppi, ma circondati da poliziotti in assetto antisommossa.

ore 18.00

la situazione è caotica. La polizia ha cercato di disperdere i manifestanti e di effettuare numerosi arresti. Fonti non ufficiali parlano di almeno 100-150 arresti.

ore 17:45

C'è una situazione bizzarra nel campo sulla sinistra della centrale di carbone. Poliziotti e manifestanti si strattonano reciprocamente in cordoni. Come ci riferisce un giornalista di Modkraft sembra un tango collettivo.
Un manifestante è stato arrestato. Il camion con il soundsystem del corteo è ora circondato dalla polizia.

ore 17:44

5 blindati della polizia sono sopraggiunti all'entra di Amagerværket a Kraftværksvej. La polizia è scesa dai mezzi e sta attaccando un blocco di 3-400 persone che si trovano in quel punto. Scontri diffusi tra polizia e manifestanti. Molti possono essere arrestati.

ore 17:37

La polizia continua ad urlare: "Usate i manganelli! Manganellateli!!!" Più di 200 persone hanno invaso il campo vicino a Amagerværket e occupato l'area. "La situazione è nel caos" riporta un giornalista di 'Modkraft.dk'

ore 17:12

La polizia sta attaccando i manifestanti. La carica è violenta e stanno manganellando indiscriminatamente. "E' di una violenza inaudita" testimona un reporter di Modkraf.

ore 16:49

Il green-block ed il purple-block si sono adesso congiunti nella Vindmøllevej street.
Adesso sono quindi raddoppiati. Ci sono meno poliziotti nella Vindmøllevej, ci si aspetta quindi che il tentativo di sfondare i cordoni di polizia possa avvenire in questo punto a breve.

ore 16.34

Gli attivisti stanno tagliando le recinzioni. Ma non sono ancora dentro la centrale.

ore 16:25

Il green-block ha forzato il primo cordone di polizia. E' successo dopo lo slogan collettivo "Noi adessi ci muoviamo. Avanti!". C'è un'altro dispiegamento di polizia a 50 metri, dove la polizia sta aspettando con mezzi blindati. Ci sono anche poliziotti nel campo e sui tetti. Gli attivisti avanzano urlando: "It's not your business, not your business"
Il green-block sta strattonando i cordoni della polizia.

ore 16:24

La polizia ha caricato il purple-block il quale risponde muovendosi verso l'entrata principale. Circa un centinaio gli attivisti che fanno parte di questo gruppo. Un'altro gruppo di 50 manifestanti si è diretto invece verso la seconda entrata della centrale.
L'atmosfera è tuttavia calma, ma tesa.

ore 16:20

Il green-blocks adesso è di fronte alle recenzioni della centrale. La polizia ha avvisato i manifestanti di fermarsi e rispettare i divieti. I manifestanni stanno urlando "Shut it down, shut it down!!"

ore 16:17

Il purple-block è adesso a 50 metri dal cordone della polizia. La polizia dagli altoparlanti avvisa che se saranno rotte le recinzioni la polizia caricherà senza indugio.
La manifestazione si muove lentamente.

ore 16:07

La manifestazione si è ora divisa in alcuni gruppi. Il purple block corre verso la centrale dalla strada "Kraftværksvej" puntando all'entrata principale. Il green-block invece si dirige verso Forlandet, ossia puntando al lato sinistro della centrale stessa.ore 16:06

Il purple-block che costituisce la testa del corteo ha cominciato ad equippagiarsi con protezioni e maschere.

ore 16.00

Il corteo sta per arrivare in prossimità della centrale di carbone. I manifestanti si stanno dispiegando in gruppi di affinità dislocandosi nell'area intorno alla centrale. Stanno per cominciare le azioni di disobbedienza. La disposizione dei gruppi ricorda la tattica a 5 fingers già utilizzata a Rostock.

ore 15.18

Circa 1500-2000 attivisti stanno marciando verso la centrale di carbone.
La rete Shut It Down ha chiesto in una conferenza stampa alle forze di polizia danesi di non incrementare la tensione quando gli attisti provaranno a invadere la centrale.
"Chiediamo che la polizia non usi violenza e che non renda più tesa la situazione. Abbiamo annunciato pubblicamente che sarà organizzata un'azione pacifica di disobbedienza per interrompere la combustione di carbone nella centrale energetica, che sta danneggiando il clima" Dice Sophie Werenskiold della rete Shut It Down.

Ore 14.47

2 elicotteri della polizia stanno sorvolando la centrale Amagerværket. Gli elicotteri sorvolano tutte le imbarcazioni per controllare se ci siano attivisti a bordo.
Al concentramento di Christianshavns Torv ci sono tra i 500 ed i 1000 manifestanti in questo momento. Si susseguono interventi della rete Shut it Down che sostengono che le centrali energetiche a carbone minacciano il clima globale e che ogni azione di disobbedienza civile è legittima.

Circa 30 attivisti del cosiddetto purple-block si sono vestiti in tuta bianca e si stanno attrezzando con protezioni corporali per difendersi dalla violenza della polizia.

Anche il green-block è pronto a partire.

ore 14.01

5 attivisti del gruppo acquatico Shut It Down sono stati fermati dalla guardia costiera quando hanno tentato di raggiungere a nuoto la centrale da Refshalevej.
Altri 3 attivisti stanno raggiungendo via mare la centrale da Christianshavns Torv da dove parte la manifestazione. Sono attrezzati con mute ed attrezzature subacquee.

ore 13.46
La polizia ha completamente riempito l'area intorno alla centrale Amagerværket, compreso il mare. A poche centinaia di metri dalla centrale c'è una piccola nave e diverse imbarcazioni veloci della polizia.
La militarizzazione dell'area si fa sempre piu' serrata.

ore 13.30

4 pullman e numerosi blindati della polizia si sono concentrati all'entrata di
Amagerværket, la centrale di carbone. Ci sono circa 30 poliziotti per ogni mezzo che stanziano alll'ingresso mentre altri ufficiali muniti di cani e a cavallo presidiano l'area interna. Alcuni gendarmi sono piazzati anche sul tetto della centrale.
La centrale è controllata anche con elicotteri e a 100 metri dall'area è stata costruita una recinzione di ferro fissata su blocchi di cemento rivolti verso il mare in entrambi i lati della centrale. Questo per difendere la stessa da eventuali incursioni dal mare.

venerdì 25 settembre 2009

Copenhagen: Stop talking, Shut it down!

Sabato 26, azione di disobbedienza per chiudere la centrale di carbone

Verso il vertice sul clima COP15

Il carbone è il più pericoloso combustibile fossile dispobinibile sul pianeta. Emette più CO2 per unità di calore e le sue polveri implementano l'effetto serra attraendo radiazione solare aggiuntiva. Dobbiamo lasciare il carbone in situ invece di bruciarlo se vogliamo evitare la fusione dei ghiacciai in Groenlandia e ed in Antartide, ed una catastrofe climatica! Basta parlare, chiudiamo la centrale di carbone a Copenhagen! (Danish climate activists)

Con queste parole è cominciato il tam tam nelle reti danesi per promuovere Shut It Down!, la settimana di mobilit/azioni verso il vertice mondiale sul clima di dicembre, il COP15 (Conference Of Parties), che si terrà a Copenhagen il prossimo dicembre.
Lo hanno dichiarato pubblicamente dalle assemblee dentro la cittadella autogestita di Christiania:
"Sabato 26 chiuderemo la centrale di carbone di Copenhagen e a dicembre invaderemo le strade della città per fermare il vertice".




We are ready, the weather is with us!
Copenhagen 26th, Shut it down: la mappa delle azioni.
Shut It Down è un'azione di disobbedienza civile di massa che vuole chiudere il 26 ottobre la centrale di carbone a Copenhagen.SHUT IT DOWN claims:- market solutions produce profit, not better climate- climate justice for the global south now!- and STOP burning fossil fuels, ...bastards


Links Utili:
Shut It Down - official website
Climate Collective
climate justice action

No G20 Pittsburgh

Primi video dalla rete sugli arresti preventivi e le cariche da parte dei reparti speciali (S.W.A.T.) statunitensi.
Arresti e cariche anche all'università di Pittsburgh




La brutalità della dittatura stile XXI secolo.

Migliaia in strada dopo la repressione.

Il presidente ancora rinchiuso nell'Ambasciata Brasiliana. Dialogo con Bertha Caceres del Frente Nacional Contra el Golpe de Estado


Dopo il violento sgombero dei manifestanti ieri, l'esercito e la polizia honduregna hanno continuato con la repressione in quartieri e villaggi della capitale e in tutto il paese.
Migliaia di persone che hanno continuato spontaneamente a manifestare contro il colpo di stato, sono state oggetto di repressione e gli ospedali si sono riempiti di feriti, dei quali molti avevano segni di tortura.

Centinaia i detenuti in tutto il paese, mentre a Tegucigalpa sono stati condotti e ammucchiati nello stadio di baseball “Chochi Sosa”, nel migliore stile della notte buia cilena.
Le organizzazioni dei diritti umani continuano incessantemente il loro lavoro per la liberazione dei detenuti, l'assistenza ai feriti e la ricerca di conferme riguardo voci di vari morti.
Il presidente Manuel Zelaya, rinchiuso nell'ambasciata del Brasile a Tegucigalpa, ha denunciato alla comunità internazionale la brutalità del regime golpista e di un piano per “suicidarlo”.

Gli edifici vicini all'ambasciata sono stati sgomberati e presi dalle forze di polizia ed esercito, mentre continua la rappresaglia contro le decine di persone che sono rimaste a fianco del presidente honduregno, con il taglio dell'acqua potabile, l'energia elettrica e serrato controllo dell'entrata delle persone per la consegna di cibo per i rifugiati.

“Siamo minacciati che assaltino l'ambasciata del Brasile. Ho informazioni che esiste un piano per assassinarmi ed è già pronto un medico legale per dichiarare che la mia morte sia stata un suicidio -ha detto Zelaya durante un'intervista a Radio Globo-.

Se dovesse succedere stiate certi che non sarà un suicidio, ma un assassinio premeditato, perché la mia aspirazione è di resistere e lottare fino alla fine”.

Il presidente Zelaya ha rifiutato anche la proposta di dialogo fatta alcuni minuti prima dal governo 'di fatto', nella quale accettavano di aprire un tavolo di negoziazione, ma alle condizioni che Zelaya rinunci alla sua pretesa di essere rimesso alla sua carica di presidente, riconosca subito la validità del processo elettorale e accetti di sottoporsi alle indagini per le accuse formulate dalla procura.

In queste ultime ore la tensione ha raggiunto livelli mai visti prima, e per cercare di analizzare cosa sta succedendo il sindacato Sirel ha intervistato Bertha Caceres, direttrice del Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras (COPINH) e membro della direzione del Frente Nacional Contra el Golpe de Estado.

In meno di 24 ore si è passati dall'euforia per il ritorno del presidente Zelaya alla dura repressione di Esercito e Polizia. Qual'è la tua opinione in merito a quello che è successo il 22 settembre?
Condanniamo questa nuova violazione dei diritti umani del popolo honduregno. Molti compagni e compagne sono stati arrestati illegalmente, accusati di sedizione e portati in centri di detenzione illegali. È un esempio in più di quello che sanno fare questi fascisti e la loro struttura economico-militare, e stanno dimostrando la loro ferma intenzione di restare al potere mediante una vera dittatura.

Il presidente Zelaya adesso è nel paese, come chiedeva la gente e lo stesso Frente Nacional Contra el Golpe de Estado, però il governo ha dimostrato di non voler cedere neppure di un centimetro del suo potere, e anzi prende in giro la comunità internazionale. Cosa farà adesso la Resistenza?
Siamo coscienti che non possiamo sottovalutare questo nemico del popolo honduregno, perché in qualsiasi momento è capace di piantare i suoi artigli senza far caso alle condanne nazionali e internazionali. Dobbiamo inventare nuove strategie senza perdere questa forza di mobilitazione di massa che ci ha caratterizzato in questi 87 giorni di lotta.
La resistenza ha richiesto la la restituzione del presidente nella sua carica e non solo il suo ritorno, per questo c'è ancora molto da fare. Chiediamo anche reazioni molto più incisive dalla comunità internazionale, perché al momento attuale la sua azione è stata molto debole e ha permesso ai golpisti e alla dittatura di assestarsi al potere e protrarre la soluzione di questa situazione.

Si parla della possibilità dell'arresto del presidente Zelaya con un'azione di forza nell'ambasciata del Brasile. Sarebbe un errore per il governo 'di fatto' o lo aiuterebbe a consolidarsi?
Sarebbe un grave errore perché genererebbe un terremoto, approfondirebbe la crisi e scatenerebbe una una grande reazione nel popolo. Inoltre sappiamo che questa gente è capace di pianificare un assassinio e per questo abbiamo avvertito che la vita del presidente Zelaya e dei suoi compagni è in pericolo. Questo aumenterebbe l'insurrezione popolare.

La resistenza ha qualificato come dittatoriale questo regime, sebbene il governo di fatto cerchi continuamente di presentarsi come legittimo e democratico. A che soggetto si sta opponendo realmente la popolazione in resistenza?
É una dittatura stile XXI secolo, che mantiene alcune caratteristiche delle dittature degli anni 70 e 80 e presenta nuove strategie per sembrare di essere democratica. In ogni caso nessuno può dubitare che si tratti di una dittatura che ha una struttura economica, politica e militare che controlla tutti i poteri dello stato e che ha l'obiettivo di colpire i processi di emancipazione del nostro continente.
Quello che ci deve preoccupare è che si tratta di una nuova tendenza che può essere ripetuta in qualsiasi momento, in qualsiasi paese del continente, ed è per questo che torna fondamentale finirla.

Siamo in un momento molto complicato e convulso. Quali sono gli elementi necessari per riuscire a reinstaurare la democrazia e tornare a riprendere la strada verso l'emancipazione del popolo honduregno?
Dobbiamo radicare l'insurrezione popolare e l'organizzazione del popolo senza sottovalutare il nostro nemico, premere perché la comunità internazionale sia più convincente e tagliare le fonti di finanziamento che continuano a rifornire i golpisti.
Video

di Giorgio Trucchi

giovedì 24 settembre 2009

Brasile - Nuovo attacco della destra al Movimento Sem Terra

Il MST divulga un “Manifesto in difesa della Democrazia e del MST”

Firma anche tu : oltre 2mila sottoscrizioni raccolte in difesa del Movimento


“ E’ bastato realizzare alcune giornate di lotta – chiedendo la realizzazione di alcune richieste presentate al Governo Lula nel 2005 – ed esigere l’attualizzazione degli indici di produttività agricola - come stabilisce la Costituzione - , perché si scatenasse la reazione. I settori più conservatori del Congresso e della società, guidati dalla senatrice Kata Abreu (DEM/TO) e i deputati federali Ronaldo Caido (DEM-GO) e Onyx Lorenzoni (DEM-RS), hanno cominciato ad orchestrare una nuova offensiva contro il MST”.

Così la Segreteria Nazionale del Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra (MST) inizia la sua lettera di denuncia della nuova offensiva della “Bancada Ruralista” che vuole creare una Commissione Parlamentare di Inchiesta (CPI) che indaghi sui fondi pubblici destinati alla Riforma Agraria.

“ Perché allora non viene fatta una CPI per investigare anche sui fondi pubblici destinati alla classe ruralista? Nonostante si sappia che la Confederazione Nazionale dell’Agricoltura (CNA), di cui la senatrice Katia Abreu è presidente, ha finanziato la sua campagna elettorale, fino ad oggi non ci sono state inchieste.” Replica la Segreteria Nazionale, che sottolinea come questo attacco abbia come fine la criminalizzazione del Movimento che, da due anni, vede la ripresa di una forte ondata repressiva, soprattutto negli stati a sud del Paese.

La richiesta di revisione degli indici di produttività rappresenta infatti una grande minaccia per i grandi latifondisti e le multinazionali, proprietari di migliaia di ettari incoltivati.
L’unico strumento di difesa e di tutela, sperimentato come efficace nei precedenti attacchi, è stato quello di attivare la rete nazionale e internazionale di appoggio al Movimento.
Per questo alcuni compagni hanno scritto un “Manifesto in difesa della Democrazia e del MST” che ha già raccolto oltre 2mila firme, tra le quali quella di Noam Chosky, Sebastião Salgado, Eduardo Galeano, Frei Betto, Leonard Boff, ma anche quelle di enti ed associazioni da tutto il mondo.

Per sottoscrivere il Manifesto basta collegarsi a Manifesto MST

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!