martedì 3 luglio 2012

Messico - Le elezioni troppo sporche


Migliaia di denunce di irregolarità e voti comprati accompagnano le giornate poste elettorali e una nuova marcia del movimento YoSoy132
A 48 ore dalla giornata elettorale in Messico, avanza prepotente l'imposizione del Priista Peña Nieto quale nuovo presidente del paese.
Se all'indomani della sua (auto)proclamazione si sussurrava la sospetta frode elettorale, con il candidato avversario Andrés Manuel Lopez Obrador che invitava ad attendere avendo ancora pochi dati alla mano, oggi AMLO annuncia apertamente di voler impugnare i risultati del voto: migliaia di irregolarità denunciate ai seggi e voti comprati, per un totale di 5 mila milioni di pesos sborsati dal PRI (quando il massimo permesso si aggira sui 360 milioni di pesos - circa 20 milioni di euro) sono argomenti che dovrebbero essere sufficienti per prendere provvedimenti, al fine di non permettere la frode elettorale, sollecitando il ricontrollo dei seggi e il riconteggio dei voti.
"Quello che è successo è molto grave, una vergogna nazionale. L'IFE e il Tribunale Elettorale devono assumersi le loro responsabilità", ha spiegato AMLO.
Emblematico è il caso di centinaia di persone che hanno letteralmente venduto il loro voto al PRI, il quale ha consegnato loro, il giorno prima delle elezioni, delle tessere del valore di 300, 500 e 700 pesos (dai 20 ai 40 euro circa) da utilizzare nel supermercato della catena Soriana, preso ieri d'assalto dai possessori delle tessere desiderosi di utilizzarle al più presto, visto il crescente timore che venga riconosciuta la frode elettorale e che vengano quindi annullati i buoni acquisto, spesi per lo più per fare scorta di riso e fagioli o elettrodomestici.

Cina - L'esercito al centro dello scontro di potere nel PC Cinese


In questi tempi agitati dall'imminente cambio della guardia al vertice, gli echi della lotta interna al Partito comunista cinese (Pcc) continuano ad arrivare sotto forma di trame degne di spy stories, aspetto che ne rende ancora più difficile la verifica.
L'ultima arriva dal britannico Sunday Times che domenica scorsa, citando come fonte Qianshao, rivista di Hong Kong considerata affidabile per i suoi agganci politici dentro il Pcc , riportava nei dettagli la vicenda di uno scontro avvenuto nella notte del 19 marzo scorso a Pechino, tra soldati dell'Esercito popolare di liberazione (Pla) e agenti della Polizia del popolo. A ridosso della caduta in disgrazia del capo del Pc di Chongqing, Bo Xilai, annunciata il 15 marzo, si erano diffuse voci di un golpe tentato da uno dei suoi più potenti alleati, Zhou Yongkang, capo della sicurezza interna nazionale, con 800mila paramilitari della Polizia del popolo ai suoi comandi. Boato emerso dal gran polverone sollevato dallo scandalo politico più destabilizzante degli ultimi 30 anni, e subito smentito.
Ma qualcosa di grave accadde davvero quella notte, secondo Qianshao. Non un tentativo di golpe ma probabilmente uno scontro preventivo a scopo intimidatorio, nato dai timori del presidente Hu Jintao che la fazione alleata di Bo potesse reagire all'epurazione politica. Timori rafforzati, secondo la rivista, dal viaggio di Xi Jinping a febbraio negli Usa, dove al futuro capo dei capi cinese era stato riferito che il gruppo di Bo era potente e temibile.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!