giovedì 2 agosto 2012

Russia - Oppositori in tribunale, ora tocca al blogger


Un nuovo e grave caso di repressione politica in Russia: uno dei più noti esponenti del movimento di opposizione antiputiniano, Aleksej Navalny, è stato incriminato sulla base di accuse (furto di legname) che - almeno a prima vista - non sembrano stare in piedi, se non per l'ostinazione persecutoria di una pubblica accusa strettamente governata dal Cremlino. Se Navalny fosse condannato, rischierebbe dieci anni di carcere.
Nel contempo, anche il clamoroso processo contro le ragazze della punk band «Pussy Riot», da cinque mesi in carcere per una performance antiputiniana tenuta nella cattedrale del Cristo Salvatore, vede un crescendo di restrizioni e durezze da parte della corte: ieri il presidente del tribunale ha deciso di vietare ai giornalisti di pubblicare le loro cronache finché non sarà completamente finito l'excursus dei testimoni - questo dopo che alcuni dei testimoni dell'accusa hanno detto in aula di essere contrari alla carcerazione delle tre imputate. Queste ultime - Nadezhda Tolokonnikova, 23 anni, Maria Alyokhina, 24, e Yekaterina Samutsevich, 29 - hanno lamentato ieri sostanziali maltrattamenti da parte della corte, che non ha consentito loro di mangiare nulla durante le lunghissime udienze (oltre dodici ore), e di essere deprivate del sonno: ieri una di loro è quasi svenuta in aula, e sono intervenuti i medici. E' stata inoltre respinta la loro richiesta di avere più tempo per l'esame dei materiali raccolti dalla pubblica accusa.

mercoledì 1 agosto 2012

Russia - Iniziato il processo alle Pussy Riot


Le tre ragazze rischano sette anni di carcere mentre il governo vara nuove misure restrittive delle libertà

E' iniziato il 30 luglio, in un tribunale completamente militarizzato, il processo contro le tre giovani ragazze, Maria, Katia e Nadia, età media 23, conosciute come le Pussy Riot russe.
La loro colpa essersi esibite per pochi minuti nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca cantando a ritmo di musica punk "Madonna liberaci da Putin".
Il gruppo Pussy Riot, composto da alcune decine di giovani donne, erano state protagoniste di altre apparizioni, mascherate, nel centro della città che poi venivano filmate e caricate in you yìtube.  Una protesta musicale, fatta con i propri corpi e la propria creatività contro Putin. Erano state fermate in alcuni casi dai poliziotti ma sempre rilasciate.
L'apparizione di pochi minuti nella Cattedrale non è passato inosservato ai potenti vertici della Chiesa ortodossa che hanno chiesto al governo di intervenire e dopo pochi giorni sono state identificate tre ragazze, arrestate immediatamente con pesanti accuse mentre altre giovani restano ancora ricercate.
Al processo le Pussy Riot sono accusate di vandalismo aggravato dall'istigazione all'odio religioso e rischiano 7 anni di carcere. Il giudice ha già deciso che in ogni caso resteranno in carcere per il periodo preventivo fino alla fine del gennaio 2013.
Le tre ragazze in aula hanno dichiarato di voler spiegare il senso della loro azione e hanno affermato che  "L'errore sta nel fatto che abbiamo portato in chiesa il genere musicale che stiamo elaborando e se qualcuno si è sentito offeso siamo pronte a riconoscere di aver commesso un errore etico", ma si sono rifiutate di vedersi dipingere come delle "teppiste" e hanno confernato che volevano solo contestare Putin e la legittimità delle elezioni.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!