venerdì 24 agosto 2012

Tajikistan - La guerra nascosta sotto il Tetto del Mondo


di Riccardo Bottazzo
Dushanbe - Nel leggere i comunicati diffusi dal ministero della guerra tajiko, nel Pamir sarebbero in atto solo delle “scaramucce tra l’esercito regolare e bande di trafficanti di droga”. Sempre secondo questi comunicati, che la maggior parte dei media occidentali ha ripreso pari pari e senza nessuna verifica - a dimostrazione dell’interesse praticamente nullo che tanto l’Europa che gli Usa nutrono per questo angolo di mondo -, si sarebbero registrati non più di venti morti dall’inizio di agosto ad oggi, equamente divisi tra militari e narcotrafficanti.
Fatto sta che queste cosiddette “scaramucce” sono tuttora in atto e, anzi, si stanno intensificando, tanto che l’ambasciata tedesca di Dushanbe si è assunta l’incarico di radunare tutti gli europei presenti nel sud del Paese e riportarli a casa. Anche l’ingresso nel Paese è diventato più difficile. Ottenere un visto turistico o anche lavorativo per il Tajikistan, lo so per esperienza diretta, è oggi una impresa più difficile del consueto. E anche quando riesci ad ottenere il sospirato visa (non di rado allungando qualche mazzetta da un centinaio di dollari ai funzionari dell’ambasciata), un timbro supplementare mette in chiaro che il tuo permesso di ingresso “non vale per il Pamir”.

Messico - A chi cerca un mondo libero

di Hugo Blanco - (direttore del mensile Lucha Indigena, e leader da più di 50 anni del Movimento Contadino del Perù)
Nel 1994, in piena gloriosa auge del sistema neoliberale che ci opprime, si alzó una voce ribelle, quella del movimento zapatista del Chiapas, Messico.
Naturalmente Salinas, l'allora presidente, lanciò una sanguinosa offensiva militare pensando di schiacciare rapidamente la ribellione. Non fu così, la popolazione indigena combattente, resistette. Il popolo messicano s'indignò davanti allo spargimento di sangue e pretese la fine dell'attacco.
Il governo degli Stati Uniti si allarmò, poiché, considerata la quantità di messicani e di chicanos che teneva e tiene oppressi nel suo territorio, c'era il pericolo che la ribellione armata zapatista si estendesse alla sede dell'impero. Quindi ordinò al governo messicano di sospendere l'attacco, e naturalmente il suddito obbedì. I ribelli dichiararono che loro avrebbero obbedito al popolo del Messico, che aveva chiesto che la guerra terminasse, e così si sospese lo scontro armato.
Il governo propose dei colloqui, gli zapatisti accettarono. A causa del loro spirito democratico, non vollero essere loro a parlare in nome degli indigeni messicani, e convocarono indigeni e indigenisti di tutto il paese perché fossero loro stessi ad elaborare le richieste indigene. Così avvenne, e furono così contundenti i loro argomenti che la commissione governativa dovette  accettarne molti. Entrambe le parti firmarono quelli che vennero chiamati “Gli accordi di San Andrés”. Siccome questi accordi dovevano essere espressi in forma di legge per poter essere approvati dal parlamento, questo nominò una commissione con l'incarico di dargli la forma necessaria. La commissione fece il suo lavoro e lo presentò alle due parti, gli zapatisti accettarono, il governo no. Presentò invece un altro documento, tradendo così gli accordi che aveva firmato precedentemente. I partiti della camera si inchinarono davanti all'abuso e accettarono di discutere e approvare il documento del governo. Quindi, il Potere Esecutivo, appoggiato dal parlamento, tradì gli accordi presi.

lunedì 20 agosto 2012

Desinformémonos del lunedì


Reportajes
Gloria Muñoz Ramírez
Fotos: Ricardo Trabulsi
Laura Carlsen/ Programa De Las Américas

Pietro Ameglio
Marcela Salas Cassani

Jaime Quintana Guerrero

Adazahira Chávez

Reportajes Internacional
Alberto Pradilla
Fotos: Etxerat Y Naiz.Info

Carolina Bedoya

Tejido de Comunicación ACID

Gaetano De Monte
Fotos: Global Proyect
Introducción de Giovanna Gasparello
Traducción: Adrián Castro Bibriesca

Dave Zirin
Traducción: Ricardo Montejano

Nacho Mato

 Los Nadies
Testimonio recogido en Panamá por Tamara Roselló Reina

Imagina en Resistencia
Gloria Muñoz y Alejandro González Ledesma

Fotoreportaje

Video
Olmecaone.com

Audio

mercoledì 15 agosto 2012

Russia - Processo alle Pussy Riot, il 17 agosto il verdetto


Mentre si attende il destino delle cantanti russe a processo a Mosca le cantanti Madonna e Bjork durante alcuni concerti hanno espresso la loro solidarietà al gruppo delle Pussy Riot, dedicando a lore alcune canzioni di repertorio.

Il verdetto sulla punk band anti Putin Pussy Riot verrà pronunciato il 17 agosto, ad annunciarlo è stato il giudice del  Tribunale di Khamovniki a Mosca, dove si svolge il processo al trio. In aula le tre ragazze che  nel loro discorso finale hanno citato frasi di  Solzhenytsin, del Nuovo Testamento, finendo poi con un attacco diretto al  «sistema Putin».
Continuano intanto  gli appelli internazionali per la liberazione delle componenti del gruppo arrestate.
Il gruppo ha ricevuto anche il sostegno della popstar Madonna: dal palco del suo concerto allo stadio Olimpisky di Mosca, ha dichiarato di «pregare per la loro liberazione». La cantante ha eseguito un brano del suo repertorio stando spalle e con la scritta  sulla schiena nuda «Pussy Riot», in testa un passamontagna nero, ad imitazione di quelli colorati simbolo della band.
Un esibizione che non è piaciuta al vice premier russo Dmitry Rogozin che ha tranquillamente commentato in rete: "Ogni p... con l'età tende a tenere lezioni sulla morale, in particolare durante le visite all'estero".
E a chi gli ha risposto: "Lei parlava di Libertà. Le lezioni, le tengono i funzionari di stato, da tutti i canali federali", il vice premier ha tenuto a replicare nel suo stile abituale: "O ti togli la croce, o ti metti le mutande".
Anche la cantante Bjork durante un concerto ha voluto dedicare alle colleghe russe il suo pezzo "Declare Independence"  per ''La libertà di parola''.
Nel frattempo anche in Italia sui lidi di Ostia, in questi ultimi giorni, si è tenuta un'azione dimostrativa per la scarcerazione delle Pussy riot, performance dalla quale è stato prodotto un breve video clip.
Una bella prospettiva e tanta solidarietà in attesa del verdetto del 17 agosto.

Desinformémonos del lunedì


Reportajes México

Cherán, el ejemplo vivo de la inoperancia de la política de seguridad del Estado
Gloria Muñoz Ramírez

Limitación al fuero militar: sólo una dimensión de los escasos mecanismos de control del ejército
Marcela Salas Cassani

Peña Nieto y Estados Unidos: una nueva alianza para perpetuar la violenta guerra calderonista contra el narcotráfico
Laura Carlsen/ Programa de las Américas
Fotos: Clayton Conn
Traducción: Adazahira Chávez y Marcela Salas

Reportajes Internacional

Madres de Mayo en la primera línea contra la violencia policial en Brasil
Madres de Mayo y Red Nacional de Familiares
Traducción: Waldo Lao

Carta de las Madres de Mayo a la presidenta Dilma V. Rousseff
Madres de Mayo
Traducción: Zanini Zanini

Ante la crisis, el espíritu de Robin Hood ronda en Andalucía
Desinformémonos

Walmart invade y destruye Centroamérica
Ricardo Martínez Martínez

España: “Lo que se está produciendo no es un cambio en el régimen, sino un cambio de régimen”
Entrevista de Adazahira Chávez

Júbilo por la sentencia histórica a Videla en Argentina
Alejandra Dandan / Pagina12.com.ar

Fotoreportaje

Hidroponia: alternativa limpia de autogestión alimentaria Fotos: Diana Delgado                                                                                                                                             Texto: Jonathan Castro, Diana Delgado, María del Carmen García, Gina Hernández y Jaqueline Tavera
Música: “Madre Tierra” de Macaco
Producción: Desinformémonos


BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!