giovedì 31 ottobre 2013

Colombia - Chi è stanco del processo di pace?


di Timoleón Jiménez, Comandante dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP

In merito al processo di pace che ha luogo attualmente all’Avana si tesse ogni tipo di speculazioni. A partire dal Presidente Santos e dal suo leader al Tavolo dei dialoghi, Humberto de La Calle, le accuse contro le FARC sono lanciate e ripetute in modo irresponsabile e tendenzioso dagli svariati portavoce dell’establishment e dai cronisti ben remunerati dei grandi media.
Il fatto che sia passato un anno senza che si sia giunti a nient’altro che a un accordo parziale sul primo punto dell’Agenda, e che si avvicini la scadenza entro cui il Presidente dovrà annunciare o meno la sua candidatura alla rielezione, diventa improvvisamente il principale argomento per dirigere le batterie di fuoco e infamia contro di noi.

Nessun analista pubblico o privato si riferisce in alcun modo alle chiare rivelazioni dei portavoce ufficiali, che rendono conto ripetutamente delle loro vere intenzioni nel dialogare con le FARC. Mille volte hanno detto che il tavolo non è l’ambito di discussione delle riforme istituzionali, e ancor meno di dibattito sul modello economico implementato nel paese.

E’ forse ancor di più hanno ripetuto lo slogan secondo il quale l’unico proposito del tavolo è che le FARC barattino le pallottole coi voti; vale a dire, che si tronchi la nostra lotta di mezzo secolo per diventare un partito politico che presenti le proprie liste alle elezioni, dando per scontato che il regime politico vigente riunisca i più ampi requisiti democratici.

domenica 27 ottobre 2013

Messico - Intervista su diritti umani, narcoguerra e desaparecidos

desaparecidosdi Francesco Lorusso
[Questa è un’intervista all’attivista e difensore dei diritti umani messicano Alejandro Cerezo. I fratelli Cerezo, Alejandro, Héctor e Antonio, sono stati prigionieri politici. Nel 2001 furono catturati, torturati e condannati a vari anni di prigione. I loro familiari e sostenitori fondarono un Comitato per la loro liberazione che oggi mantiene il loro nome e si occupa della difesa dei diritti umani delle vittime della repressione politica in Messico. Abbiamo parlato della loro storia, dei desaparecidos, dei movimenti sociali, delle eredità e continuità della guerra al narcotraffico, della militarizzazione, delle recenti manifestazioni contro le riforme strutturali, provando anche a fare una diagnosi sulla situazione generale del Messico e del rispetto dei diritti in quel paese. Il dialogo è stato registrato il 17 ottobre 2013 presso la caffetteria del Comité Cerezo nella Facoltà di Filosofia e Lettere della Universidad Nacional Autónoma de México.]
Quali sono i precedenti del Comité Cerezo?
Non c’è un vero e proprio precedente, siamo un’organizzazione che sorge in seguito a un fatto specifico che è l’arresto dei tre fratelli Cerezo e altri accusati. In quel momento si uniscono le persone, si forma un gruppo grande che lotta per la nostra libertà fino a diventare il Comité Cerezo México.
Quanto tempo sei stato in galera?
Tre anni e mezzo, dall'agosto del 2001 al marzo 2005.
Con quale accusa?
Terrorismo, delinquenza organizzata, possesso di esplosivi, di armi d’uso esclusivo dell’esercito, danni alla proprietà altrui, più o meno queste.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!