lunedì 29 febbraio 2016

Messico - Le arti, le scienze, i popoli originari e i bassifondi del mondo

ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE



MESSICO

Febbraio 2016

Per: Juan Villoro Ruiz:

Fratello:

Sono lieto che il resto della famiglia giurata stia bene, e ti ringraziamo di essere il messaggero per far giungere loro i nostri saluti ed ossequi (anche se sono convinto che cravatte e posaceneri o un mazzo di fiori sarebbero stati un’opzione migliore).

Mentre cercavo di proseguire con queste parole, ho ricordato il tuo testo “Conferencia sobre la lluvia” (editore Almadía, 2013) scritto, credo, per il teatro, e che lessi immaginando, di sicuro malamente, la scenografia, i gesti e i movimenti dell’interprete del monologo che sente l’interpellanza più che mostrare di accoglierla. L’inizio, per esempio, è una sintesi della mia vita: il laconico “Ho perso le carte!” della prima riga, vale un’enciclopedia se lo lego ai calendari e geografie di questo continuo cadere e ricadere che sono stato.

Perché, invariabilmente, in un’epistola, dopo il saluto di apertura perdo le idee (“la tonelada” [la “metrica“, N.d.T.] dicono i compas quando si riferiscono al tono di una canzone). Voglio dire, l’obiettivo concreto della lettera. Vero che l’aver chiaro chi sia il ricevente può aiutare, ma non poche volte il destinatario è un ascolto fratello al quale non si richiede necessariamente una risposta, ma sempre un pensiero, un dubbio, un interrogativo, ma non che paralizzi, ma che motivi altri pensieri, dubbi, domande, eccetera.

Allora, forse come al bibliotecario-conferenziere protagonista dell’opera, vengono fuori parole che non si sono cercate di proposito, ma erano lì, nascoste, aspettando una disattenzione, una crepa nel quotidiano, per assaltare la carta, lo schermo o quel foglio sgualcito che dove-diavolo-l’ho-messo-ah-eccolo-qua!-ma-quando-ho-scritto-questa-idiozia? Le parole allora smettono di essere scudo e barricata, lancia e spada, e diventano, con nostro sommo dispiacere, specchio di fronte al quale ci si rivela e svela.

Certo, il bibliotecario può ricorrere alle sue pareti colme di scaffali, con il loro ordine alfabetico e numerico, con calendari e geografie che disegnano una mappa di tesori letterari; cercare quindi alla “O” di “oblio” e vedere se lì trova quello che ha perso. Ma qua, in questo continuo trasloco, l’idea di una biblioteca, pur se minima e portatile, è una chimera. Credimi, ho accolto con vane speranze i libri elettronici (in una “USB” – o “pendrive” o “memoria esterna” – si potrebbe caricare se non la biblioteca di Borges, almeno una minima: Cervantes, Neruda, Tomás Segovia, Le Carré, Conan Doyle, Miguel Hernández, Shakespeare, Rulfo, Joyce, Malú Huacuja, Eduardo Galeano, Alcira Élida Soust Scaffo, Alighieri, Eluard, León Portilla ed il mago della parola: García Lorca, tra gli altri). Ma niente, se il bibliotecario perde le carte, ed io i dispositivi usb, chissà dove vanno a finire.

Ma non credere, ognuno ha le sue vergognose fantasie. Nelle usb degli e-book normalmente mettevo una miscellanea di autori, pensando che se li avessi persi sarebbero stati insieme e, forse, non so, dopo tutto la letteratura è il genere dell’impossibile che si concretizza in lettere, avrebbero potuto “condividersi” tra loro.

venerdì 26 febbraio 2016

Messico - EZLN: Prescrivetevi questo!

  EZLN: Prescrivetevi questo!

ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

Messico

24 febbraio 2016

Al Consiglio della Magistratura Federale del Messico: 

In tutto questo, gli unici terroristi sono coloro che hanno malgovernato questo paese da più di 80 anni. Voi siete semplicemente i lavamani legali di codesti genocidi e, insieme, avete convertito il sistema giudiziario in una latrina malridotta e otturata, la bandiera nazionale in un rotolo di carta igienica riciclabile e lo scudo nel logo di una qualche cibaria veloce e indigesta. Il resto è solo messinscena che simula giustizia dove ci sono soltanto impunità e impudicizia, e finge il “governo istituzionale” dove c’è solo saccheggio e repressione.

PERCIO’ AUTOPRESCRIVETEVI QUESTO:
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                  Da 3 metri sottoterra                                                            Perché tanto seri?
Il defunto e compianto (già!) SupMarcos                     Aderisco e sottoscrivo (non prescrivo):
                                                                                                            Il SupGaleano

 Autorizza per il Comando Generale dell’EZLN

 Subcomandante Insurgente Moisés

Messico, febbraio 2016
P.S.: Ma allora il tampiqueño può ormai uscire dalla comunità e fiondarsi verso dei bei granchi ripieni? Ovvio, che inviti, altrimenti niente. E può fare quel che fa qualsiasi altro messicano, ovvero essere sfruttato, fregato, defraudato, umiliato, disprezzato, spiato, ricattato, sequestrato, assassinato, fatto sparire, e insultato nella sua intelligenza da chi dice di governare questo paese? Lo dico perché è l’unica cosa che le istituzioni garantiscono oggi a qualsiasi cittadino che non sia di sopra.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!