mercoledì 2 marzo 2016

Messico - Convocazione zapatista alle attività 2016

ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
MESSICO


29 febbraio 2016

Considerando:

Primo: Che la grave crisi che scuote il mondo intero e che si dovrà acutizzare, mette a rischio la sopravvivenza del pianeta e di tutto ciò che lo popola, inclusi gli esseri umani.

Secondo: Che la politica di sopra non soltanto è incapace di ideare e costruire soluzioni, ma che è anche una delle responsabili dirette della catastrofe in atto.

Terzo: Che le scienze e le arti riscattano il meglio dell’umanità.

Quarto: Che le scienze e le arti rappresentano ormai l’unica opportunità seria di costruzione di un mondo più giusto e razionale.

Quinto: Che i popoli originari e chi vive, resiste e lotta nei bassifondi di tutto il mondo possiede, tra le altre cose, una cognizione fondamentale: quella della sopravvivenza in condizioni avverse.

Sesto: Che lo zapatismo continua a scommettere, in vita e morte, per l’Umanità.

La Commissione Sesta dell’EZLN e le basi d’appoggio zapatiste:

CONVOCANO ARTISTI, SCIENZIATI DI DISCIPLINE FORMALI E NATURALI, LE COMPAGNE E I COMPAGNI DELLA SEXTA NAZIONALE E INTERNAZIONALE, IL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO, E QUALSIASI ESSERE UMANO CHE SI SENTA INTERPELLATO, ALLE SEGUENTI ATTIVITA’:

UNO. – AL FESTIVAL E CONDIVISIONE “CompARTE POR LA HUMANIDAD” CHE SI SVOLGERA’ DAL 17 al 30 luglio 2016.

Potranno partecipare coloro che pratichino l’ARTE. Per lo zapatismo, artista è qualsiasi persona che rivendichi la sua attività come arte, indipendentemente da canoni, critici d’arte, musei, wikipedie e altri schemi “specialistici” che classifichino (cioè:
escludano) le attività umane.

Il festival avrà due grandi eventi:

martedì 1 marzo 2016

Nel segreto dell’urna non c’è collettività - Raúl Zibechi

Quando impera la logica della rappresentanza, il soggetto si dissolve, perché è possibile rappresentare solo ciò che è assente. Il sistema elettorale disperde los de abajo in una miriade di individui isolati, atomizzati, che cessano di essere una forza sociale. Il pensiero collettivo che emerge nelle azioni popolari cede il passo e prevalgono paure e pregiudizi
di Raúl Zibechi

Quarant’anni fa l’intellettuale e militante peruviano Alberto Flores Galindo esprimeva una sua opinione sulle elezioni commentando i risultati del voto per l’Assemblea Costituente, del giugno 1978, dove il dirigente contadino-indigeno Hugo Blanco aveva ottenuto il 30 per cento dei voti. “Il voto universale, individuale e segreto è stato un’ invenzione geniale della borghesia. Nel giorno delle votazioni, le classi e i gruppi sociali si disgregano in una serie di individui che smettono di pensare collettivamente, così come avviene negli scioperi, nelle manifestazioni o in qualsiasi altra azione di protesta e, nella ‘camera segreta’, emergono allora i dubbi, i timori, le incertezze che portano a optare per lo status quo, per il passato e non per il cambiamento”, aveva scritto (Obras Completas, tomo V, Lima, 1997, p. 89).

Flores Galindo è stato uno dei più coerenti e notevoli pensatori degli anni ’70 e ’80, quando il Perù era stretto nella forbice tra la violenza dello Stato e quella di Sendero Luminoso, in una guerra che è costata più di 70 mila morti. La sua indagine Buscando un Inca: identidad y utopía en los Andes, pubblicata nel 1986, ha ottenuto a Cuba il Premio Ensayo de Casa de las Américas. È stato il fondatore di SUR, Casa de Estudios del Socialismo, che ha riunito buona parte degli intellettuali del periodo, e ha militato nel Partido Unificado Mariateguista, del quale faceva parte anche Hugo Blanco.

La sua breve riflessione sulle elezioni è di grande attualità e mostra la crisi del pensiero critico. In primo luogo, permette di distinguere tra le libertà democratiche e il fatto di fondare una strategia politica sulla partecipazione elettorale. Se le libertà sono state conquistate attraverso lunghe e potenti lotte collettive degli oppressi, le elezioni sono il modo per disperdere questa potenza plebea.

lunedì 29 febbraio 2016

Messico - Le arti, le scienze, i popoli originari e i bassifondi del mondo

ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE



MESSICO

Febbraio 2016

Per: Juan Villoro Ruiz:

Fratello:

Sono lieto che il resto della famiglia giurata stia bene, e ti ringraziamo di essere il messaggero per far giungere loro i nostri saluti ed ossequi (anche se sono convinto che cravatte e posaceneri o un mazzo di fiori sarebbero stati un’opzione migliore).

Mentre cercavo di proseguire con queste parole, ho ricordato il tuo testo “Conferencia sobre la lluvia” (editore Almadía, 2013) scritto, credo, per il teatro, e che lessi immaginando, di sicuro malamente, la scenografia, i gesti e i movimenti dell’interprete del monologo che sente l’interpellanza più che mostrare di accoglierla. L’inizio, per esempio, è una sintesi della mia vita: il laconico “Ho perso le carte!” della prima riga, vale un’enciclopedia se lo lego ai calendari e geografie di questo continuo cadere e ricadere che sono stato.

Perché, invariabilmente, in un’epistola, dopo il saluto di apertura perdo le idee (“la tonelada” [la “metrica“, N.d.T.] dicono i compas quando si riferiscono al tono di una canzone). Voglio dire, l’obiettivo concreto della lettera. Vero che l’aver chiaro chi sia il ricevente può aiutare, ma non poche volte il destinatario è un ascolto fratello al quale non si richiede necessariamente una risposta, ma sempre un pensiero, un dubbio, un interrogativo, ma non che paralizzi, ma che motivi altri pensieri, dubbi, domande, eccetera.

Allora, forse come al bibliotecario-conferenziere protagonista dell’opera, vengono fuori parole che non si sono cercate di proposito, ma erano lì, nascoste, aspettando una disattenzione, una crepa nel quotidiano, per assaltare la carta, lo schermo o quel foglio sgualcito che dove-diavolo-l’ho-messo-ah-eccolo-qua!-ma-quando-ho-scritto-questa-idiozia? Le parole allora smettono di essere scudo e barricata, lancia e spada, e diventano, con nostro sommo dispiacere, specchio di fronte al quale ci si rivela e svela.

Certo, il bibliotecario può ricorrere alle sue pareti colme di scaffali, con il loro ordine alfabetico e numerico, con calendari e geografie che disegnano una mappa di tesori letterari; cercare quindi alla “O” di “oblio” e vedere se lì trova quello che ha perso. Ma qua, in questo continuo trasloco, l’idea di una biblioteca, pur se minima e portatile, è una chimera. Credimi, ho accolto con vane speranze i libri elettronici (in una “USB” – o “pendrive” o “memoria esterna” – si potrebbe caricare se non la biblioteca di Borges, almeno una minima: Cervantes, Neruda, Tomás Segovia, Le Carré, Conan Doyle, Miguel Hernández, Shakespeare, Rulfo, Joyce, Malú Huacuja, Eduardo Galeano, Alcira Élida Soust Scaffo, Alighieri, Eluard, León Portilla ed il mago della parola: García Lorca, tra gli altri). Ma niente, se il bibliotecario perde le carte, ed io i dispositivi usb, chissà dove vanno a finire.

Ma non credere, ognuno ha le sue vergognose fantasie. Nelle usb degli e-book normalmente mettevo una miscellanea di autori, pensando che se li avessi persi sarebbero stati insieme e, forse, non so, dopo tutto la letteratura è il genere dell’impossibile che si concretizza in lettere, avrebbero potuto “condividersi” tra loro.

venerdì 26 febbraio 2016

Messico - EZLN: Prescrivetevi questo!

  EZLN: Prescrivetevi questo!

ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

Messico

24 febbraio 2016

Al Consiglio della Magistratura Federale del Messico: 

In tutto questo, gli unici terroristi sono coloro che hanno malgovernato questo paese da più di 80 anni. Voi siete semplicemente i lavamani legali di codesti genocidi e, insieme, avete convertito il sistema giudiziario in una latrina malridotta e otturata, la bandiera nazionale in un rotolo di carta igienica riciclabile e lo scudo nel logo di una qualche cibaria veloce e indigesta. Il resto è solo messinscena che simula giustizia dove ci sono soltanto impunità e impudicizia, e finge il “governo istituzionale” dove c’è solo saccheggio e repressione.

PERCIO’ AUTOPRESCRIVETEVI QUESTO:
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                  Da 3 metri sottoterra                                                            Perché tanto seri?
Il defunto e compianto (già!) SupMarcos                     Aderisco e sottoscrivo (non prescrivo):
                                                                                                            Il SupGaleano

 Autorizza per il Comando Generale dell’EZLN

 Subcomandante Insurgente Moisés

Messico, febbraio 2016
P.S.: Ma allora il tampiqueño può ormai uscire dalla comunità e fiondarsi verso dei bei granchi ripieni? Ovvio, che inviti, altrimenti niente. E può fare quel che fa qualsiasi altro messicano, ovvero essere sfruttato, fregato, defraudato, umiliato, disprezzato, spiato, ricattato, sequestrato, assassinato, fatto sparire, e insultato nella sua intelligenza da chi dice di governare questo paese? Lo dico perché è l’unica cosa che le istituzioni garantiscono oggi a qualsiasi cittadino che non sia di sopra.

giovedì 25 febbraio 2016

Messico - E nelle comunità zapatiste?

EZLN: Adesso vi raccontiamo un po’ di come stanno le comunità zapatiste, dove resistono e lottano le basi di appoggio. Quello che vi stiamo per raccontare viene dai rapporti delle compagne e dei compagni zapatisti che nei villaggi sono responsabili di commissioni (per esempio, di salute, educazione, gioventù, ecc.), sono autorità autonome e responsabili organizzativi. Abbiamo comunque controllato tutto con le/i compagni del Comitato per verificare che non fossero bugie, o alterazioni perché sembri che tutto va bene e nascondere quello che va male. Lo scopo di questi scritti non è raccontare bugie alle nostre compagne e ai nostri compagni della Sexta, né a coloro che appoggiano e sono solidali. Né a voi, né a nessuno altro.

ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

Messico

Febbraio 2016

Alle compagne e compagni della Sexta:

A chi di dovere:

Compañeroas, compagni e compagne:

Adesso vi diciamo un po’ come stanno le comunità zapatiste, dove resistono e lottano le basi di appoggio.

Quello che vi stiamo per raccontare viene dai rapporti delle compagne e dei compagni zapatisti che nei villaggi sono responsabili di commissioni (per esempio, di salute, educazione, gioventù, ecc.), sono autorità autonome e responsabili organizzativi. Abbiamo comunque controllato tutto con le/i compagni del Comitato per verificare che non fossero bugie, o alterazioni perché sembri che tutto va bene e nascondere quello che va male. Lo scopo di questi scritti non è raccontare bugie alle nostre compagne e ai nostri compagni della Sexta, né a coloro che appoggiano e sono solidali. Né a voi, né a nessuno altro.

Se andiamo male, lo diciamo chiaramente, e non per rendervi più tristi di quanto già siate per tutto quello che succede nelle vostre geografie e calendari. Lo diciamo perché è il nostro modo di rendere conto, cioè di informarvi affinché sappiate se stiamo seguendo la strada che vi abbiamo detto o se ci stiamo occupando di altre cose, forse ripetendo gli stessi vizi che critichiamo.

Ma se andiamo bene, vogliamo che lo sappiate affinché ne gioiate nel cuore collettivo che siamo.

Come facciamo a sapere se andiamo bene o male? Per noi, zapatiste e zapatisti, è molto semplice: i popoli parlano, i popoli comandano, i popoli fanno, i popoli disfano. Nel momento in cui qualcuno prende una brutta strada, subito il collettivo gli molla, come si dice, uno scappellotto, o si corregge o se ne va.

Questa è la nostra autonomia: è la nostra strada, noi la percorriamo, noi la indoviniamo, noi ci sbagliamo, noi ci correggiamo.

In sintesi, vi diciamo la verità, perché dovete essere già abbastanza stufi di bugie. E la verità, anche se a volte fa male, è sempre di sollievo.

Non vogliamo fare come i malgoverni che nei giorni scorsi sono ricorsi al trucco per piacere al visitatore affinché non vedesse quello che succede in basso. Ma tutto quel maquillage è servito solo a dimostrare quanto sono falsi i governi. Pensavano forse che chiunque mediamente intelligente non avrebbe visto la realtà? Che si esprima o no rispetto a questa realtà, ed il modo in cui lo faccia, la realtà è un’altra cosa.

Andiamo avanti, dunque. Quello che adesso vi raccontiamo è quanto viene spiegato nei libri della Escuelita Zapatista. Se non avete frequentato la Escuelita Zapatista in comunità o fuori porta, o non conoscete quello che dicono i libri di testo, vi raccomandiamo di leggerli. Da lì imparerete a conoscere il processo di costruzione dell’autonomia.

Quello che succede è qualcosa di nuovo, sono apparse nuove cose che uno o due anni fa non c’erano:

– La crescita zapatista è costante. Stanno aderendo molti ragazzi e ragazze.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!