mercoledì 29 giugno 2016

Messico - Perchè il Governo è costretto a trattare con i maestri

Dopo il violento attacco a Nochixtlán, nella zona mixteca del meridionale stato messicano di Oaxaca, costata la vita a 11 manifestanti, il Governo messicano ha aperto un tavolo di trattativa con i maestri in lotta da tre anni contro la riforma educativa. Intanto nel paese continuano le mobilitazioni con manifestazioni, presidi e atti di solidarietà con i maestri in lotta.
La prima domanda che sale spontanea è perchè in Messico, uno stato che si definisce democratico, per arrivare ad una trattativa serve un massacro? 
O forse non è meglio dire che la trattativa serve solo a ridarsi un volto pseudo-democratico, recitando la parte di chi si dice preoccupato perchè può essere che le forze dell’ordine abbiano esagerato?
Come se la catena di comando di questi episodi non arrivasse dall’alto e di certo non possa essere spiegata solo con la trita e ritrita versione delle mele marce?
Il governo ha dichiarato e vorrebbe che la trattativa non sia sulla riforma educativa ma solo per discutere la situazione di tensione che si è creata nel paese.
La Coordinadora Nacional de Trabajadores de la Educación (CNTE) mette sul tavolo le sue richieste che vanno dal rifiuto della privatizzazione dell’educazione, che sottende la riforma alla fine della repressione, dei licenziamenti contro chi ha scioperato. 
Gli incontri sono già stati due. Per il momento dal tavolo negoziale non è uscito niente di concreto e mercoledì il Segretario di governo, Miguel Angel Osorio Chong si riunirà con i familiari delle persone morte domenica a Nochixtlán.
E come se ogni volta che un episodio estremo di repressione, violenza delle forze dell’ordine o dell’esercito, sparizioni fa puntare i riflettori, anche internazionali, sul paese, il governo sia costretto per un fugace attimo a darsi una parvenza di azione super partes, per poi tornare costantemente alla sua vera attitudine.
Il Messico è governato da un coacervo di interessi che non esitano ad armare con l’indicazione diretta o l’impunità le mani di chi spara, uccide, fa sparire e tortura, sia che indossi una divisa sia che non la porti e faccia parte delle truppe della delinquenza organizzata.
Un coacervo di interessi che guidano le politiche economiche, di saccheggio delle comunità e dei territori, accompagnate da una costante disinformazione mainstream.
E’ in questo quadro che si inserisce la riforma educativa a cui si oppongono i maestri. 
E in questo quadro che l’opposizione alla Riforma e alla repressione che l’accompagna può rappresentare un tassello dentro il più ampio e radicale cambiamento di cui il Messico ha bisogno, come dicono il Congresso Nazionale Indigeno e l’Esercito zapatista di Liberazione Nazionale nel loro ultimo comunicato.

sabato 25 giugno 2016

Ecuador - Meno dello 0,002% dei Panama Papers sono stati resi pubblici, denuncia Assange




di Tony Robinson 
Un Assange visibilmente commosso e verbalmente grato ha parlato oggi dal vivo in videoconferenza a un pubblico di Quito, Ecuador, presso il quartier generale del Centro Internazionale di Educazione superiore per la Comunicazione dell’America Latina, CIESPAL, nel corso di un evento della durata di una settimana: “Julian Assange: 4 anni di libertà negata”.


Prima di cominciare con il contenuto della sua conferenza, Assange ha espresso la sua gratitudine al presidente e al popolo ecuadoriani per essersi presi il rischio di dargli asilo presso l’Ambasciata ecuadoriana e per come la fede dell’Ecuador in questo caso si è dimostrata essere pienamente giustificata dalla recente decisione del gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria, che ha convenuto sul fatto che lui sia stato “detenuto arbitrariamente” dal Regno Unito, il quale ha speso una somma stimata in 20 milioni di dollari per l’operazione di polizia che lo ha tenuto prigioniero.
L’argomento della sua conferenza era “da Wikileaks ai Panama Papers” e Assange è stato caustico sulla copertura dei Panama Papers da parte del Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ) e sul loro rifiuto di rendere tutto di pubblico dominio. Infatti “virtualmente nulla” sarebbe una descrizione più accurata dei 200 sugli 11.5 milioni di documenti che sono stati pubblicati in toto insieme a frammenti di altri.
Assange ha iniziato il suo attacco al ICIJ contrapponendo il modo in cui opera Wikileaks. Nel modello di wikileaks, secondo gli australiani, viene pubblicato tutto, e nulla è censurato. Ha poi continuato affermando fieramente che di tutti gli 11 milioni di documenti pubblicati sul loro sito, nemmeno uno è stato mai denunciato come falso.
D’altra parte il caso dei Panama Papers mostra come l’elite USA abbia preso possesso del materiale trapelato e abbia efficacemente represso tutte le indagini esterne sui contenuti dei papers, fatta eccezione per i giornalisti disposti a giocare stando alle regole di ICIJ.
Assange ha spiegato che il problema con ICIJ è che ha sede a Washington D.C. ed è finanziato da gente come George Soros e la fondazione Rockefeller, e che i principali servizi che sono usciti nei primi giorni delle rivelazioni che attaccavano Vladimir Putin e l’establishment russo sono stati finanziati da USAID, l’Agenzia statunitense per lo Sviluppo Internazionale il cui compito è di amministrare gli aiuti civili all’estero.
Assange ha inoltre criticato gli attacchi di ICIJ a Wikileaks citando Gerard Ryle, il capo di ICIJ: “Wikileaks ha rubato il giornalismo e noi lo stiamo riprendendo” e “ICIJ è un’organizzazione responsabile. Noi non siamo Wikileaks”.
Ma Assange è stato rapido a rispondere al fuoco con la domanda centrale: “Responsabile verso chi?”
Sicuramente, ha puntualizzato Assange, se l’intero database dovesse essere pubblicato, il finanziamento a ICIJ svanirebbe, dato il numero di personaggi di spicco americani, della CIA e di molti altri che usano conti offshore per nascondere i particolari delle loro operazioni finanziarie.
Assange sostiene che questo archivio di documenti appartiene all’umanità affinché ognuno vi abbia accesso: pubblici ministeri, agenzie di intelligence, agenzie fiscali e, soprattutto, il pubblico in generale.
Alla domanda sul perché, secondo il suo pensiero, sia stata resa pubblica una così piccola percentuale di informazioni, Assange ha affermato che il Suddeutsche Zeitung (l’agenzia a cui per prima è stato fornito il materiale prima che fosse passato a ICIJ) probabilmente aveva paura della legge tedesca e di essere citato in giudizio dai possessori di conti offshore.
Ha inoltre criticato il quotidiano inglese The Guardian per la sua copertura ossessiva dell’angolazione russa dei Panama Papers, quando la reale questione per i lettori inglesi era il coinvolgimento della famiglia del primo ministro, David Cameron, sui conti offshore. Cosa che è stata portata alla luce dalla segnalazione di Wikileaks sul contenuto reso pubblico prima che The Guardian scegliesse di prendere in mano la storia.
Assange ha teorizzato che ICIJ abbia presumibilmente ristretto l’accesso delle persone ai documenti, permettendo, a giornalisti di diversi paesi, l’accesso solo ad alcuni dei documenti rilevanti per il proprio paese. Un altro punto significativo è che in posti come l’America Latina è improbabile che i veri giornalisti anti-establishment abbiano relazioni con istituzioni che hanno sede a Washington, come l’ICIJ.
“Wikileaks è la Biblioteca ribelle di Alessandria” ha affermato. “Il database Wikileaks è stato usato per ottenere giustizia e dare forma al dibattito politico. Le informazioni di Wikileaks mostrano quali sono le vere alleanze delle persone”, ha aggiunto.
Come ha detto Assange verso la fine della sua conferenza, “il giornalismo è importante ma è ancora più importante che l’intera società abbia accesso [a questo materiale]”.

Traduzione dall’inglese di Matilde Mirabella
Tratto da Pressenza

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!