lunedì 12 giugno 2017

Messico - L’offensiva di sopra dinanzi al movimento dal basso

L’offensiva di sopra dinanzi al movimento dal basso

Noi del Congresso Nazionale Indigeno: popoli, nazioni, tribù e quartieri indigeni di questo paese, facciamo appello ai popoli del Messico indigeni e non indigeni, alle organizzazioni oneste dei diritti umani, ai mezzi di comunicazione, alla comunità scientifica e intellettuale, per ripudiare l’escalation repressiva contro compagni e compagne dei nostri popoli in cui si stanno nominando consiglieri che faranno parte del Consiglio Indigeno di Governo per il Messico, cosa che per noi rappresenta un’aggressione contro il CNI e contro la nostra proposta lanciata a tutta la nazione; ragione per cui denunciamo e segnaliamo che:

In Chiapas, cresce l’ostilità e la grave tensione che i malgoverni hanno generato nell’ejido Tila, a opera di cacicchi legati a gruppi paramilitari, nel loro intento di far ritornare il malgoverno nella comunità, come il leader paramilitare di Paz y Justicia Arturo Sánchez Sánchez e suo figlio Francisco Arturo Sánchez Martínez, che hanno sparato e, accompagnati da altre persone appartenenti alla loro organizzazione, hanno chiuso l’accesso al villaggio di Tila; recentemente, il giorno 5 giugno di quest’anno, hanno bloccato la strada che va da Tila a Salto de Agua all’altezza dell’ospedale integrale di Tila e dall’altra parte, sulla strada da Tila a Yajalon, anche bloccando i sentieri nei terreni dell’ejido con persone incappucciate e armate. L’escalation di aggressioni si è acutizzata a partire da una mobilitazione, realizzata da questo gruppo lo scorso 2 giugno nella città di Tuxtla Gutiérrez, guidata da appartenenti ai partiti e da paramilitari di Paz y Justicia.

Attribuiamo la responsabilità al malgoverno nei suoi tre livelli per ciò che potrà succedere, e chiamiamo alla solidarietà con i nostri fratelli e sorelle dell’ejido Tila.

Nello stesso stato, i ricchi pretendono di sottrarre nuovamente la terra degnamente recuperata dai nostri fratelli della comunità San Francisco, municipio di Teopisca, membri del gruppo di lavoro Semilla Digna, come nel caso dell’aggressione realizzata dai ricchi Juan Hernández Molina, Pedro López Girón e Pedro Hernández Espinoza. Lo scorso 4 giugno del presente anno si è presentato il signor Pedro López Girón, accompagnato da un gruppo di circa 50 persone che hanno distrutto violentemente la sbarra, il filo spinato e il recinto dei cavalli che delimita le terre recuperate il 19 settembre 2016. In quel giorno hanno minacciato le compagne di violarle sessualmente e hanno minacciato di sgomberare di notte accompagnati dalla forza pubblica. Condanniamo questi vili attacchi, esigiamo il pieno rispetto del territorio recuperato dai nostri fratelli di San Francisco e la cancellazione definitiva dei sei ordini di cattura esistenti contro nostri compagni.

sabato 3 giugno 2017

Messico - La tenuta recintata da muri

La disputa elettorale in Messico si svolge fra coloro che aspirano a diventare capataz, maggiordomi o caporali. Nessuno di loro sarà un padrone. Resteranno agli ordini dei padroni nazionali e transnazionali, che hanno trasformato ciò che continuiamo ancora a chiamare “Stato” in una società anonima nella quale i partiti rappresentano gruppi di azionisti, non la gente. Si riuniscono periodicamente per eleggere un consiglio di amministrazione al servizio di un padrone, del capitale, che ha un carattere sempre più transnazionale. Cosa possiamo fare di fronte a un capitalismo che sta trasformando il mondo nella sua tenuta circondata da muraglie? La domanda del subcomandante dell’Ezln Moisés nel seminario di riflessione critica, I muri del capitale, le crepe della sinistra ha illuminato molti aspetti di una realtà complessa, sempre più violenta e cinica
di Gustavo Esteva
I nostri modi di comprendere quello che avviene divengono rapidamente obsoleti, di fronte ad avvenimenti privi di precedenti che non rientrano nel quadro mentale dominante. Lo stesso avviene per le forme di lotta convenzionali, che diventano inefficaci o addirittura controproducenti. Al medesimo tempo, poiché si stanno scuotendo fino alle fondamenta le anchilosate strutture dominanti ed entrano in crisi credenze ben radicate, compaiono reazioni fondamentaliste pericolose. La confusione cresce.
Abbiamo bisogno di luci che ci permettano di vedere in questa oscurità. Quelle accese nel seminario di riflessione critica, I muri del capitale, le crepe della sinistra, convocato in aprile dall’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, illuminano molti aspetti della complessa realtà che abbiamo di fronte, sempre più violenta e cinica. Il 12 aprile il subcomandante insurgente Moisés ha spiegato come e perché il mondo capitalista è una tenuta recintata dai muri“. Ha raccontato quello che gli avevano detto le nonne e i nonni, i bisnonni e le bisnonne. In tempi come questi, è necessario guardare il passato per poter scrutare il futuro.
Le une e gli altri gli avevano ricordato com’era lavorare nelle tenute, svolgere il compito assegnato, subire le punizioni dei caporali, dei maggiordomi [funzionari di fiducia del proprietario, ndt], dei capataz. Come il padrone – il proprietario della tenuta – a volte si travestisse da soldato. E come la resistenza a tutto questo non andasse molto lontano quando si cercava di affidarsi a qualcuno che facesse il capo, per questo si dovette imparare a condurre la resistenza in modo collettivo.
Di tutto questo ha parlato il subcomandante Moisés, perché le zapatiste e gli zapatisti vedono “che oggi stiamo tornando di nuovo a questo. Nel capitalismo di oggi non esistono paesi. […] Si sta trasformando il mondo in una tenuta. Si farà il mondo a pezzi, d’altronde è già così […]. Ci sarà solo un gruppo di padroni-governo. […] Quello che comanda, non è più chi comanda. Quello che comanda è il padrone capitalista. Questi governi […] sono solo capataz. I maggiordomi: i governatori. I presidenti dei municipi sono i caporali. Tutto è al servizio del capitalismo”. 

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!