martedì 31 ottobre 2017

Messico - Il mondo indigeno in resistenza

Intervista a Mikeas Sanchez, attivista di etnia Zoque, che racconta le lotte contro l'estrattivismo di un popolo dimenticato ed emarginato, in un Paese devastato dalla violenza politica.
di Riccardo Carraro e Filippo Taglieri
In un Messico travagliato da violenza politica, sfruttamento selvaggio del territorio e, ultimamente, terremoti, si avvicina l’anno delle elezioni presidenziali. In vista di questo appuntamento, per la prima volta nella storia del paese, le popolazioni indigente, grazie allo stimolo dell’EZLN, sono riuscite a riunirsi in un Congresso Nazionale Indigeno (CNI) realmente rappresentativo. Il CNI ha permesso non solo di scegliere una rappresentante candidata per le elezioni, Marychuy, ma sopratutto ha facilitato la messa in rete, per la prima volta, delle diverse istanze delle popolazioni originarie, dando visibilità mutua a lotte e resistenze altrimenti dimenticate ed emarginate. Tra le varie etnie che si sono unite al CNI, vi è anche il popolo indigeno Zoque originario di una zona a nord della capitale dello stato del Chiapas, Tuxla Gutierrez. Una zona talmente remota e dimenticata che non era stata neppure coinvolta nella rivolta zapatista del 1994. Abbiamo incontrato Mikeas Sanchez, poetessa e attivista del “Centro de Lengua y Cultura Zoque”, di passaggio a Roma durante un giro politico per l’Europa, per raccontarci la loro resistenza a progetti estrattivisti e la loro partecipazione al CNI.
Cosa puoi racontarci del tuo popolo?
Noi Zoques siamo originari di una vasta zona che includeva anche stati limitrofi (Veracruz, Tabasco, Oaxaca) ora siamo rimasti solo in una zona chiamata Valle Zoque, al nord del Chiapas, composta da 12 municipi. La nostra resistenza dura da più di 500 anni, ed è composta dal fatto di parlare la nostra lingua, mantenere abitudini tipiche e rimanere contadini. Infatti anche se alcuni di noi sono riusciti ad andare all’università, abbiamo mantenuto vivo il desiderio di ritornare alla nostra comunità e infatti siamo tornati in tanti. Molti poi, nel 1982 quando il Vulcano Chichonal ha eruttato, hanno dovuto fuggire dalla valle, ora e sono dispersi in varie parti del mondo, ma rimangono attenti a quello che accade alla nostra popolazione, e c’è nostalgia.
Quali sono le resistenze che attualmente state portando avanti?
Ora stiamo affrontando varie minacce, quella più immediata riguarda l’estrazione di idrocarburi. I primi ad aiutarci e a dirci cosa stava avvenendo sono stati proprio alcuni zoque che erano migrati dalla valle. Alcuni di loro ci hanno avvisato che per opere di estrazione di idrocarburi vi era la minaccia concreta di trasferire forzatamente la popolazione di alcuni municipi, anche se non c’era stata nessuna consultazione seria della popolazione coinvolta, ma solo l’ordine di iniziare questi lavori. Ci siamo allora organizzati assieme a loro per capire come fermare questa minaccia. Gli idrocarburi che vogliono estrarre sono sopratutto olii combustibili e gas metano. Li sottraggono dalla terra in una zona interamente montuosa e coperta da foreste. Prima che arrivasse questo progetto c’erano già alcune miniere e l'avvento dell'allevamento estensivo. Ci sono comunità in cui si è passati dall’agricoltura allo sfruttamento per fini di allevamento (di carne che poi viene esportata). Questo è un passaggio fondamentale, perché l’estrattivismo è sempre favorito dalla riduzione della vegetazione a causa degli allevamenti.
Torniamo agli idrocarburi, come vogliono poter sfruttare quelli del Valle Zoque?
E’ stato fatto un bando pubblico chiamato Ronda 2.2. Esso è finalizzato a permettere alle imprese vincitrici di ottenere le concessioni per l’estrazione. Questa Ronda 2.2 riguarda lo sfruttamento di tutti 12 i municipi zoque. Abbiamo allora iniziato un movimento di protesta, 10 mesi fa, per provare a bloccarla.
A che punto sta ora il movimento?

lunedì 23 ottobre 2017

Ci sarà una volta ... - Subcomandante Insurgente Galeano

Se chiedessero a me, ombra spettrale dal naso imponente, di definire l’obiettivo dello zapatismo, direi: "fare un mondo dove la donna nasca e cresca senza paura"
                                                                                                                 SupGaleano
Nell'estate 2017 durante il Festival CompArte è stato pubblicato dall’EZLN il volume "Habrà una Vez ...", che raccoglie alcuni dei racconti, contenuti nei comunicati dell’EZLN, dedicati alla niña Defensa Zapatista.
Come già con il Vecchio Antonio, con lo scarabeo Durito, con il detective Elias Contreras,Defensa Zapatista, la bambina indigena, impegnata a costruire la sua squadra di calcio in perenne conflitto con il piccolo Pedrito, insieme al gatto-cane, al cavallo con un occhio bendato da pirata, ci porta oggi nel cuore delle comunità zapatiste.
Sullo sfondo il muro del potere e l’incessante lavorio delle "donne e degli uomini di mais"per aprire ed allargare la crepa attraverso la quale immaginare un altro mondo.
I racconti, accompagnati da bellissime illustrazioni, possono essere piacevolmente letti da grandi e piccini.
Sono come piccoli pezzi del mosaico, in continua evoluzione, delle riflessioni basate sulla realtà dell’autonomia zapatista, a partire dal ruolo centrale che le donne si sono conquistate. 
Una sfida potente che Defensa Zapatista mette continuamente in atto.
Una ricerca costante nell'elaborazione delle forme della resistenza, della ribellione, dell’organizzazione, che affonda nel "camminare domandando", che tanto serve in un momento storico come questo in cui all’orizzonte la tempesta si fa sempre più potente.
Defensa zapatista è la contemporaneità delle nuove generazioni zapatiste, nate e crescite nell’autogoverno, che guardano alla costruzione di un futuro diverso, forti di quello che le generazioni precedenti hanno seminato, ma consapevoli che il cammino non è certo finito.
Defensa Zapatista incontra tanti personaggi reali o meno, da Sherlock Holmes agli intellettuali, agli attivisti della Sexta, disegnati con un’ironia piena di rispetto per gli altri. 
I racconti ci portano con passo leggero finanche nello spazio, accompagnati dalla riflessione sull’importanza delle arti e delle scienze nell’immaginare un altro mondo possibile.
Buona lettura!
La pubblicazione di "Ci sarà una volta ..." è stata possibile grazie al lavoro comune di molti collettivi e gruppi che in Italia sostengono la lotta zapatista.

L’intero raccolto delle vendite del libro sarà devoluto alle comunità zapatiste dell’EZLN

Costo del volume 10,00 euro


Per informazioni e contatti: Vittorio - 3357888115 


Puoi ricevere il volume anche a casa tua:
invia una mail con i recapiti per la spedizione a Cooperazione Rebelde Napoli


Costo 10,00 euro più 2,00 di spedizione per un TOTALE 12,00 euro pagabili:

- presso il conto corrente MPS IT33B0103040022000000339269  con la causale: 
   Libro Ci sarà una volta.....

- tramite il conto Paypal 

INDICE DEL VOLUME 
A mo’ di prologo
Il muro e la crepa
Appunti solo per donne 
L’Altroa
Leggendo si apprende 
Defensa Zapatista, Chicharrito Hernandez e Lionel Messi 
Quello che il Dottor John H. Watson non racconterà
Dal quaderno degli appunti del gatto-cane: Defensa Zapatista, l’arte e la scienza
Dal quaderno degli appunti del gatto-cane: La carenza
Un viaggio interstellare 
L’apocalisse secondo Defensa Zapatista 
L’urgente e l’importante

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!