mercoledì 5 novembre 2025

Messico - Dichiarazione congiunta del CNI e dell'EZLN

Dichiarazione congiunta del Congresso Nazionale Indigeno e dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale in merito al violento attacco contro i nostri compagni del Consiglio Indigeno e Popolare di Guerrero-Emiliano Zapata e del Coordinamento Regionale delle Autorità Comunitarie-Polizia Comunitaria-Popoli Fondatori


 

Ai popoli del Messico e del mondo,

Alle organizzazioni e ai collettivi per i diritti umani,

Alle reti di Resistenza e Ribellione,

Alla Sexta Nazionale e Internazionale,

Ai firmatari della Dichiarazione per la Vita nei cinque continenti,

All’Europa Degna e Ribelle,

Ai media liberi e indipendenti,

A chi cammina secondo la parola della vita.

Comunicato urgente:

Con profondo dolore e rabbia denunciamo che il 31 ottobre 2025 le autorità e i membri del Coordinamento Regionale delle Autorità Comunitarie – Polizia Comunitaria – Popoli Fondatori (CRAC-PC-PF) e del Consiglio Indigeno e Popolare di Guerrero-Emiliano Zapata (CIPOG-EZ) sono stati aggrediti con armi da fuoco dal gruppo criminale Los Ardillos mentre si dirigevano a un’assemblea ad Ayahualtempa, Guerrero. In questo attacco armato, durato circa 10 ore, sono stati uccisi tre agenti della polizia comunitaria del sistema Popoli Fondatori, membri del CIPOG-EZ e del CRAC-PC-PF, e altri sette sono rimasti gravemente feriti. Inoltre, durante l’attacco, il veicolo su cui viaggiava il nostro compagno Jesús Plácido Galindo, membro della nostra Commissione di Coordinamento e Seguimento, e obiettivo dell’aggressione, è stato colpito da numerosi proiettili, ma fortunatamente ne è uscito illeso. Le comunità del CIPOG-EZ hanno ripetutamente denunciato che questi gruppi criminali operano sotto la protezione e con la complicità delle autorità statali e federali.

Le comunità indigene della Montaña Baja de Guerrero, organizzate nel CIPOG-EZ, composte principalmente da Nahuas, Me’phaa, Na Savi, Ñomndaa e meticci, affrontano da anni un’offensiva sistematica di violenza narco-paramilitare. Nell’ultimo decennio è stata registrata la dolorosa cifra di 66 membri assassinati e di altri 23 compagni scomparsi, vittime dell’estrema violenza esercitata da gruppi criminali, come Los Ardillos, che agiscono in complicità con governi di ogni colore politico per espropriare le comunità indigene delle montagne del Guerrero del loro territorio. Questa violenza vuole imporre l’espropriazione del territorio e punire la degna lotta del CIPOG-EZ per la vita, l’autonomia e la giustizia di fronte a un sistema capitalista che ha seminato miseria, sfruttamento e violenza nelle loro comunità.

In Guerrero e in tutto il paese, governi, gruppi criminali e imprese capitaliste sono la stessa cosa e hanno trasformato le comunità del CIPOG-EZ in un bersaglio costante di attacchi, mentre i diretti responsabili godono dell’impunità. Questa è una strategia di guerra che combina repressione, militarizzazione, criminalizzazione e uccisioni indiscriminate per smantellare l’organizzazione comunitaria.

Non ci sono eccezioni. I governi municipali, il governo statale – il cui governatore ha legami diretti con i leader criminali – e il governo federale sono tutti responsabili, per negligenza e complicità, della violenza criminale e paramilitare contro le comunità di CIPOG-EZ, CRAC-PC-PF e il nostro compagno Jesús Plácido Galindo. Sono le loro istituzioni di sicurezza e giustizia a proteggere i gruppi criminali e a impedire l’esercizio dell’autonomia indigena.

Chiediamo la punizione per i responsabili materiali e intellettuali degli attacchi e dell’omicidio dei tre agenti di polizia di comunità di Ayahualtempa, così come per gli altri 63 membri del CIPOG-EZ assassinati, per i 23 compagni scomparsi e per le centinaia di feriti e sfollati, per le vedove e gli orfani vittime di questa guerra.

I proiettili che uccidono i nostri compagni non possono distruggere il loro esempio né estinguere la dignità delle persone che difendono la vita. Ogni attacco conferma che lo Stato messicano, ora ammantato dalla maschera criminale e ingannevole della Quarta Trasformazione, continua la sua guerra contro il popolo, una guerra che cerca di spezzare l’autonomia, imporre la paura e aprire la strada all’espropriazione. Ma il popolo resta in piedi, come una radice che non muore e come un fiore che rinasce nella terra ferita.

Dalle nostre geografie, invitiamo le comunità, i collettivi, le organizzazioni di solidarietà e le persone di buon cuore a rimanere vigili e solidali di fronte alla preoccupante situazione di violenza contro i nostri fratelli e sorelle del CIPOG-EZ.

La voce e la lotta del popolo non saranno messe a tacere. Perché le nostre radici sono profonde e perché i nostri morti, le nostre compagne e i nostri compagni caduti ci hanno insegnato a non avere paura.

DISTINTAMENTE

NOVEMBRE 2025

PER LA RICOSTITUZIONE INTEGRALE DEI NOSTRI POPOLI

MAI PIÙ UN MESSICO SENZA DI NOI

CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO – CONSIGLIO DI GOVERNO INDIGENO

ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

Traduzione “Maribel” – Bergamo

Testo originale: https://enlacezapatista.ezln.org.mx/2025/11/03/comunicado-conjunto-del-congreso-nacional-indigena-y-el-ejercito-zapatista-de-liberacion-nacional-con-relacion-al-violento-ataque-en-contra-de-los-companeros-del-consejo-indigena-y-popular-de-guerrero/

venerdì 1 agosto 2025

Messico - V.- DI GATTI E PIRAMIDI.

 


3 post scriptum 3

V.- DI GATTI E PIRAMIDI.

Continuiamo con i mondi paralleli.

Lo stesso può accadere con le piramidi sociali. In uno dei mondi la parte superiore è occupata, diciamo, da persone dalla pelle chiara, e nella parte inferiore ci sono quelle dalla pelle scura. In un altro mondo parallelo, è l’opposto: quelle della parte superiore hanno la pelle scura e quelle della parte inferiore la pelle chiara.

Si possono provare le alternative a piacimento: in alto gli uomini, in basso le donne; sopra i meticci, sotto gli indigeni; in alto gli etero, in basso le persone LGBTQI+; sopra i ricchi, sotto i poveri; chi possiede sopra, i senza nulla sotto, e viceversa. In questo modo si possono disporre le varie alternative delle proposte di analisi teorica e di progetti politici.

Ora, se una persona di uno di questi mondi si affaccia all’altro parallelo (e contrario contraddittorio, aggiungo), concluderà che in quel mondo la piramide è rovesciata. In quell’altro mondo gli indigeni stanno sopra e i meticci sotto; le donne dominano gli uomini; i “mangiafagioli” discriminano gli anglosassoni; i latini conquistano e sottomettono gli europei; le persone LGBTQI+ sbeffeggiano, attaccano e assassinano gli etero; i lavoratori sfruttano i padroni; i politici mantengono le promesse (ok, ok, ok, dubito che quel mondo esista); i criminali vengono puniti e gli innocenti sono liberi; eccetera.

Per molte teorie o “scienze sociali” la piramide del proprio mondo può essere “naturale” e “umana”. “È naturale che esistano persone che possiedono ricchezze e persone che non ne hanno”; “è naturale che comandino quelli che hanno conoscenza e che obbediscano gli ignoranti”; “è naturale che l’esercito meglio armato sconfigga quello più debole”; “è naturale che comandi la gente bella e obbedisca quella brutta”; “è naturale che l’uomo domini la donna”; “è naturale che gli etero violentino gl’altr*”; “è naturale che i meticci discriminino le altre razze”. Certo, si possono portare esempi che contraddicono questa “naturalità”, ma sto semplificando.

Intorno a questa “naturalità” si costruisce non solo un sistema politico. Anche una serie di “evidenze” che si manifestano nell’intera società: nella famiglia, nella scuola, nel lavoro, nella ricchezza, nella povertà, nella delinquenza, nell’anormalità, nella lingua, nei modi, nella comunicazione, nel rapporto con l’altro e con la natura, … e nella militanza.

In questo modo si costruisce qualcosa come l’“algoritmo” della società. Una serie di credenze e riferimenti per ciò che è buono e cattivo, bello e brutto, maschile e femminile, e via dicendo. “Evidenze” rafforzate dai mezzi di comunicazione e dall’interazione sociale nelle reti e negli spazi di studio, lavoro, trasporto, politica, attivismo, riposo e svago.

Insomma, la vita, la morte… e la sparizione. Perché il sistema ha creato un nuovo stato dell’esistenza delle persone: ci sono viventi, ci sono morti e ci sono desaparecid@s (né viv@ né mort@). Così, senza bisogno di Schrödinger e del suo gatto.

-*-

La piramide rovesciata è alla base delle proposte delle avanguardie, delle trasformazioni, delle evoluzioni e delle rivoluzioni. Nella piramide, in alto ci sono poche persone e in basso ce ne sono molte, ma quelle in alto possiedono molte ricchezze, e quelle in basso no. La proposta è “rovesciare” la piramide: che chi non ha ricchezze e sta in basso, passi alla punta della piramide, spingendo in basso chi detiene le ricchezze.

A prima vista, l’inversione della Piramide, rovesciarla insomma, suona bene. Chi è sempre stato in basso, avrà la sua occasione di stare in alto. E chi è in alto, dovrà subire le condizioni di chi sta in basso.

Il punto è che, essendo molti quelli che stanno in basso, sarà difficile prendere decisioni, quindi compare la rappresentanza, e per questo serve l’avanguardia, il partito politico. Succederà che la piramide non si è “rovesciata”, bensì si è riprodotta con un’altra nomenclatura: le burocrazie trasformate in partiti politici buoni, cattivi o peggiori.

Inoltre, ovviamente, i poteri “alterni” (Capitale e Crimine Organizzato), mantengono la loro posizione, rinnovando i loro accordi e le relazioni con la “nuova” parte superiore della piramide.

Le proposte politiche delle diverse avanguardie hanno in comune la stessa offerta: poiché quelli in alto hanno e quelli in basso no, allora bisogna rovesciare la piramide.

Per questa “inversione” – che in realtà è una sostituzione di capisquadra –, è necessario l’ologramma dello “Stato Nazione”. Se giustizia, sicurezza, onestà e capacità sono assenti, allora c’è la squadra sportiva nazionale che, avvolta nella bandiera ufficiale, si getta nel precipizio della realtà. Ma il “pubblico” non applaude o fischia più, adesso fa meme.

In questi tentativi di “democratizzare” il cinismo e l’ottusità, le proposte politiche ricorrono alla creazione di nemici virtuali. Incitano la pelle scura contro quella chiara, il liberale contro il conservatore, quello di mezzo contro quello in basso e quello in alto, la periferia contro il centro, l’originario contro il meticcio, la donna contro l’uomo, l’altr@ contro l’etero, il giovane contro l’adulto, l’adulto contro l’anziano, il latino contro l’anglosassone, uno di una nazione contro un altro di un’altra, chiunque da qualsiasi parte del mondo contro il gringo, il residente contro il migrante. E viceversa.

-*-

Lo zapatismo riconosce al sistema una tale capacità di distruzione da poter spazzare via un intero pianeta, un mondo insomma, sostituendo un’organizzazione sociale con un’altra. In effetti, il capitalismo nasce da una rivoluzione. Non sono le rivoluzioni a preoccuparlo, ma il fatto che seguano sempre la stessa logica piramidale: c’è chi comanda e chi obbedisce.

Ora, nella sua fase attuale, il sistema sta operando una trasformazione. Ma non significa che scomparirà. Piuttosto è una riorganizzazione, un adattamento alle nuove condizioni di ciò che alcuni chiamano “sistema-mondo”.

Che il capitalismo stia appena prendendo coscienza della distruzione irreversibile che ha provocato, non è il punto. Di fronte a questo, esplora o prova diverse strade.

Una è tornare al passato.

Non ci riferiamo solo al processo di accumulazione originaria, dove il sistema nasce, cresce e si consolida tramite l’espropriazione e le guerre (cosa che solitamente dimenticano teorici e storici). Ma a una sorta di salto impossibile all’indietro, a ciò che significa cercare di ricostruire il cosiddetto “Stato del Benessere” o “Welfare State” (un redivivo Keynes del Benessere). Vale a dire, uno Stato ugualmente repressivo e reazionario, ma con sfumature di giustizia sociale o, se si vuole, programmi sociali che attenuino il peso del piano inferiore della piramide, della sua base. Ma la maledetta realtà non abbandona la sua posizione reazionaria e, prima o poi, rompe i muri di quella piramide. Così, la “Rigenerazione” si trasforma in un riciclo di quarta mano.

C’è anche il tentativo di “allargare” (o “ingrassare”) le classi medie che, come indica il nome, sarebbero tra la parte alta della piramide e la base. Queste parti “medie” sopravvivono con l’ambizione di salire altri gradini della piramide, e con il terrore che la base non regga più o non si possa controllarne l’esplosione e si ribelli e si riveli. Per l’una e l’altra cosa, ricorrono al partito avanguardia. Per controllare, rallentare o addirittura estinguere le ribellioni; e per scalare, tramite incarichi e vantaggi, la scala sociale. Gli ultras di ieri sono i funzionari “realisti” di oggi. Le classi medie sono il vivaio del Mandón.

Ecco spiegato il panico dei loro portavoce di fronte a vetri rotti, scioperi, blocchi, manifestazioni, occupazioni, grida, azioni e quelle brutte cose che fanno i cattivi, sporchi e brutti della storia – quelli che non compariranno nei libri di testo delle scuole dell’obbligo. La loro facilità nel “commuoversi” per le guerre “lontane”? Beh, è perché credono che accadano solo in altre piramidi.

Ma, contro le prove giornalistiche, gli articoli d’opinione e le profonde analisi geopolitiche, da tempo il grande capitale non è nazionale. Cioè, non si riferisce a una geografia. Ha a che fare con la sua posizione nell’economia mondiale. Il grande capitale, il Mandón insomma, non si chiede cosa fare in Medio Oriente, in Europa Orientale, o con le diverse bandiere, stemmi ufficiali, inni ed equipaggi sportivi. No, il grande capitale si chiede cosa fare e come, ma in tutto il pianeta.

Il grande capitale non è ancora d’accordo, ma le sue menti pensanti prevedono che ciò che sta arrivando è ormai inevitabile e bisogna saccheggiare il più possibile. E per questo non contano gli organismi internazionali, le leggi… né le nazioni.

Le diverse destre, incluso il progressismo, si contendono i favori del grande capitale. Come due fratelli, litigano per la carezza del Mandón. E usano ciò che possono. Si accusano a vicenda con strilli isterici: alcuni avvertono dell’arrivo del comunismo; gli altri, della resurrezione del fascismo. Tutti si offrono per mantenere sotto controllo la base della piramide. Alcuni con le botte. Gli altri pure.

Solo che alcuni si vantano, mentre gli altri fanno la faccia da “questa è un’eredità di un passato che non tornerà” e, non senza smorfie di disgusto, lanciano elemosine alla base della piramide. Elemosine che vengono trasferite al Crimine Organizzato tramite le estorsioni delle stesse autorità che gestiscono i programmi sociali e li amministrano in cambio di voti.

-*-

Nel frattempo, una parola che sintetizza molte cose che dovrebbero vergognare la parte alta della piramide, ribadisce la sua vocazione a una vita libera: Palestina. Oggi Palestina definisce il vero obiettivo della piramide, la cassa mortale promessa per i popoli del mondo.

Ci sono parole silenziose che camminano terremoti, che navigano tempeste, che sorvolano uragani. Solo all’alba si sentono, quando nella veglia tutto duole. Allora arrivano e il loro mormorio lacera la pelle della memoria. Una cicatrice, ancora sanguinante, è ciò che rimane. “Gaza” è una di quelle parole, una che indigna, che ribella, che rivela.

Dalle montagne del Sudest Messicano.

Il Capitano

Luglio 2025

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!