A seguito della crescente violenza in Chiapas e agli appelli dei centri
dei diritti umani abbiamo pensato di attivarci per dare un segnale di
vicinanza e provare ad ampliare le grida che dal sud - est messicano
arrivano.
Abbiamo ricevuto decine di adesioni all'appello e altre ancora si aggiungono.
Per chi volesse può scrivere alla mail:
cooperazionerebeldenapoli@gmail.com
Terremo aggiornato il file delle adesioni che trovate al link
https://tinyurl.com/2s4fpr7h
Saluti e grazie a tutt@
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Basta violenza in Messico!
Basta violenza in Chiapas!
Diciamo basta alla violenza in tutto il Messico ed in Chiapas.
Promuovono:
Cooperazione Rebelde - Napoli
Singoli:
Andrea Cegna - Giornalista freelance e lavoratore dello Spettacolo
Basta violenza in Chiapas!
Le
elezioni 2024 hanno fotografato, e reso ancora più evidente, come la
violenza in Messico sia un fattore sistemico. La guerra per il controllo
del territorio ha svilito il valore della vita, si ammazza per pochi
pesos in tutto il paese. Il Chiapas, oggi, è uno degli stati dove la
violenza si è fatta feroce.
Dal confine con il
Guatemala a Palenque, passando per i territori d'influenza zapatista,
morti, paura e fughe dalle comunità sono diventate una norma di una
realtà dove il mai risolto fenomeno paramilitare si è incontrato con i
gruppi del crimine organizzato e le logiche di estrazione di ricchezza
dai territori.
Così oggi a Pantelhò, Tila e
Chalchihuitán le persone scappano e si accampano in posti di fortuna, al
confine con il Guatemala i gruppi criminali si contendono lo
sfruttamento delle rotte migratorie e il controllo del traffici – legali
ed illegali – che attraversano la la frontiera e la Guardia Nazionale,
stanziata in migliaia di unità guarda senza intervenire.
La
politica del governo di Andres Manuel Lopez Obrador “Abrazos, no
balazos” è naufragata e nel suo sessennio si contano già oltre 130mila
morti.
La nuova presidenta Claudia Sheinbaum parla di
continuità con le politiche fallimentari di AMLO e annuncia investimenti
e finanziamenti alla Guardia Nazionale.
In
questo scenario che si può solo riassumere con il termine “guerra”
nonostante le donne e gli uomini dell'EZLN propongono un ponte di
coesistenza e convivenza provando a rompere le logiche proprietarie del
territorio creando campi “comuni” da coltivare assieme a chi zapatista
non è, una base di appoggio dell'EZLN, José Dìaz è costretto al carcere
preventivo come altre decine di prigionieri politici (la maggior parte
dei quali indigeni).
Diciamo basta alla violenza in tutto il Messico ed in Chiapas.
Basta alla criminalizzazione dei movimenti sociali ed indigeni del paese.
Per il rispetto dei diritti e della dignità dei popoli indigeni e non solo.
Militarizzazione, grandi opere, e politiche estrattive non sono soluzione alla violenza, sono parte del problema.
Promuovono:
Realtà collettive:
Associazione Ya Basta! Milano
Comitato Maribel - BergamoCooperazione Rebelde - Napoli
Singoli:
Andrea Cegna - Giornalista freelance e lavoratore dello Spettacolo