giovedì 12 febbraio 2009

Carovana "Donne in movimento"


Mamà Corral Evento sportivo, culturale e politico – 7 e 8 Marzo 2009 Oventik Chiapas

“Porque si no lo hacemos, las que ya estamos en este mundo, que es un mundo donde todavía las mujeres no tenemos rostro, nombre ni voz para los capitalistas y neoliberales. Por eso, es la hora de ejercer y hacer valer nuestros derechos. Pero, para poder hacer todo esto, sólo se necesita tener voluntad, decisión, fuerza y rebeldía. Y no necesitamos pedirle permiso a nadie.”
Tratto dall’intervento della Comandante Hortensia Quinto vento: Una digna y femenina rabia – all’interno dei Sette Venti nel calendario e geografie dal basso – Primo festival Mondiale della Rabbia Degna Mexico – gennaio 2009

L'ASSOCIAZIONE YA BASTA! CON LA "CAROVANA DONNE IN MOVIMENTO" partecipa ed invita tutte le donne ad andare insieme a:
Mamà Corral Evento sportivo, culturale e politico il 7 e 8 marzo 2009 – Oventik Chiapas Messico
Le zapatiste invitano tutte le donne dal mondo ad essere in Chiapas Messico nel Caracol di Oventik intorno alla data del 8 marzo.
Costruiamo insieme una delegazione per partecipare e portare i temi, i contenuti, le discussioni, la rabbia che anche in Italia hanno riempito di creatività ed azione il protagonismo delle donne nelle nostre strade e città per affermare la libertà contro le politiche securitarie, l’autodeterminazione contro ogni gabbia, la gioia dei corpi contro il grigiore ……
La carovana partirà ai primi di marzo e sarà possibile visitare la realtà zapatista oltre a partecipare all’incontro Mamà Corral
Coordinamento carovana:
RomaYa Basta! Moltitudia 320 080 42 99

INFO PER PARTECIPARE PRESSO TUTTE LE SEDI ASSOCIAZIONE YA BASTA
PS … anche dall’Italia inventiamo la nostra partecipazione nelle attività internazionali proposte dalle zapatiste. La caratterizzazione bio-politica dell’evento ci stimola e ci suggerisce l’idea di costruire, nei giorni precedenti l’incontro, in territorio zapatista (in luogo ancora da definire), un laboratorio politico-sportivo-culturale-artistico della delegazione, finalizzato alla preparazione delle nostre attività nell’evento.
vedi anche:
- Ricordo del Subcomandante Marcos di Mama Corral
- Giornata dedicata alle donne dentro il primo Festival Mondiale della rabbia degna

mercoledì 11 febbraio 2009

Contadini, giornalisti e pacifisti internazionali bersagliati dal fuoco dei cecchini israeliani.


La gente di Gaza non ha il diritto neanche di raccogliere il prezzemolo *
Oggi i soldati israealiani hanno sparato contro giornalisti italiani, membri del gruppo pacifista International Solidarity Movement (Ism) e contadini palestinesi. La sparatoria e' avvenuta nella zona agricola a ridosso del villaggio di El Farai'n, a nord di Khan Younis, nel mezzo della Striscia di Gaza, a duecento metri dal confine israeliano. Il perché i cecchini di Tsahal abbiano preso di mira un gruppo di civili disarmati si potrebbe spiegare pensando a un'azione intimidatoria. Ma non e' cosi'. Da sempre gli agricoltori e gli allevatori palestinesi che lavorano nei campi al confine sono oggetto del fuoco dei soldati israeliani. Nei giorni scorsi, nella zona dove ci trovavamo, un contadino e' stato ucciso. Per questo, le colture giacciono incolte nei campi e la popolazione e' di fatto privata della loro principale fonte di sostentamento. Questa mattina abbiamo accompagnato i membri dell'Ism, un movimento composto da cittadini di numerose nazionalità, tra cui anche l'italiano Vittorio Arrigoni, nei campi di prezzemolo di El Farai'n. La giornata prevedeva un'azione cosiddetta 'di interposizione non violenta', una pratica consueta per i movimenti pacifisti che operano nei Territori Occupati: ci si frappone tra l'esercito e i civili palestinesi per consentire alla popolazione di svolgere le loro attivita', altrimenti limitate dal tiro al bersaglio, alle volte fatale, da parte dei soldati israeliani.I contadini hanno lavorato indisturbati per circa due ore, mentre una dozzina di pacifisti dell'Ism, alcuni muniti di megafono e casacche catarifrangenti, osservavano eventuali presenze di soldati al di là del reticolato che segna il confine. Intorno a mezzogiorno, due jeep e un veicolo blindato si sono avvicinati alla rete. Alcuni soldati sono scesi e hanno preso posizione nelle postazioni di tiro. Uno, o più probabilmente due di loro, sono saliti sul tetto di uno dei mezzi e hanno cominciato a fare fuoco. I proiettili hanno colpito terra ad alcuni metri da noi, mentre i contadini, che senza la presenza di 'internazionali' avrebbero sicuramente corso rischi enormi per la loro vita, si buttavano a terra. Paradossalmente, il luogo piu' sicuro dove rifugiarsi erano proprio i profondi solchi sul terreno lasciati dai tank e dai bulldozer israeliani, che tutto intorno hanno tagliato i campi e devastato decine di abitazioni. La zona è stata infatti il punto di penetrazione dei mezzi israeliani che hanno diviso in due la Striscia durante l'operazione 'Piombo Fuso'. Tutto intorno agli appezzamenti le abitazioni contadini portano i segni dell'offensiva. Case frantumate, o perforate da missili, o crivellate dall'artiglieria.La gragnuola di colpi é durata a lungo. I cecchini continuavano a sparare nella nostra direzione, mentre dal megafono gli attivisti li esortavano, senza successo, a cessare il fuoco: "Nessuno e' armato. Siamo tutti civili. Non sparate". A intervalli di qualche minuto, raffiche di decine di proiettili hanno sibilato accanto a noi. Dalle zolle del terreno si levavano nuvole di polvere a meno di due-tre metri. La presenza di pacifisti e giornalisti, tra i quali anche due documentaristi di Rai Tre, Manolo Luppichini e Jacopo Mariani, e' servita da deterrente per evitare che i contadini venissero feriti o uccisi. Tuttavia, durante una di queste iniziative, negli anni scorsi un attivista britannico e' morto dopo essere rimasto in coma per sei mesi a seguito del tiro di un cecchino mentre stava accompagnando dei bambini a Rafah. Rachel Corrie, un'altra pacifista britannica é rimasta schiacciata nel 2003 da un bulldozer israeliano. Il vice-console Francesco Santilli, informato dall'Ansa, ci ha contattati poco dopo l'incidente. Gli abbiamo riferito nei dettagli la dinamica dei fatti, sollecitando un intervento, sotto forma di protesta ufficiale, presso le autorità israeliane.
da PeaceReporter

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!