venerdì 20 febbraio 2009

Affrontare gli sfratti? Non abbandoni ma occupazioni



Un articolo di Amy Goodman sull’escalation degli sfratti negli USA e su come le famiglie americane di working class cominciano a difendere la casa pubblicato sul San Francisco Chronicle il 4 febbraio ’09.

Marcy Kaptur, dell’Ohio, è la donna con la carriera più longeva nel Congresso degli Stati Uniti. Il distretto a cui appartiene, esteso lungo la costa del lago Eire tra la parte ovest di Cleveland e Toledo, sta affrontando un’epidemia di sfratti e una disoccupazione all’11,5 %. Questa regione del profondo entroterra, la Rust Belt, è stata sconvolta nel profondo dall’Accordo per il Libero Mercato del Nord America (NAFTA), che ha comportato la chiusura delle fabbriche e le lotte delle fattorie a conduzione familiare. La Kaptur ha condotto la battaglia al Congresso contro il NAFTA. Ora, sta caldeggiando una soluzione radicale agli sfratti dall’interno dello stesso Congresso degli Stati Uniti: "Questo dico al popolo americano: siate gli occupanti delle vostre stesse case. Non abbandonatele".
La sua critica è indirizzata al fallimento del piano anti-crisi per salvaguardare dagli sfratti i proprietari delle abitazioni. Il suo consiglio di "occupare" sfrutta in maniera intelligente un tecnicismo legale all’interno del quadro della crisi dei mutui subprime e delle conseguenti ipoteche. Queste ipoteche erano state attuate, poi raccolte in obbligazioni e vendute e rivendute ripetutamente, da quelle stesse banche di Wall Street che ora stanno beneficiando del TARP (il programma di riassestamento dei patrimoni finanziari). Le banche che ipotecano le case molto spesso non sono in grado di individuarne l’attuale contratto di locazione che lega i proprietari al mutuo. “Fatevi dare il contratto”, raccomanda la Kaptur a tutti coloro i quali stanno affrontando le domande di sfratto delle banche.
"Il possesso" afferma la Kaptur, "rappresenta i 9/10 della legge. Per cui, rimanete nelle vostre proprietà. Affidatevi ad un apposito rappresentante legale. Se Wall Street non può produrre gli atti o l’iter di verifica delle ipoteche… non lasciate la vostra casa. E’ il vostro castello. E’ molto più di un pezzo di proprietà… la maggior parte della gente non pensa nemmeno a farsi rappresentare legalmente, poiché riceve un pezzo di carta dalla banca, e dice ‘Oh, è la banca!’ e si impaurisce piuttosto di ragionare: ‘Questo è un contratto legale. L’ipoteca è un contratto. Io ne sono una parte. C’è un’altra parte. Quali sono i miei diritti in base alla legge come detentore di una proprietà?’. “Se osservate quel pezzo di carta, e controllate dove sta l’inghippo, scoprirete che il 95-98% dei contratti fa riferimento a cinque istituzioni: JP Morgan Chase, Bank of America, Wachovia, Citigroup e HSBC. Tengono il paese per il collo.”
La Kaptur raccomanda di contattare la Legal Aid Society del proprio territorio, la Bar Association o l’888-995-4673 per l’assistenza legale.
L’onere di cacciare fisicamente le persone dalle case e di sgomberarne il mobilio ricade solitamente sulle spalle dello Sceriffo locale. La Kaptur condiziona il proprio consiglio di occupare, affermando “Se siamo allo sgombero con la forza, se si è giunti a quel punto, occupare diviene quasi impossibile.” A meno che non sia lo sceriffo stesso a rifiutarsi di attuare lo sgombero, come decise di fare lo Sceriffo Warren C. Evans della contea di Wayne, nel Michigan, dove, insieme alla zona di Detroit, si sono verificati più di 46.000 sfratti negli ultimi due anni.
Dopo aver controllato il TARP, Evans ha stabilito che gli sfratti entravano in conflitto con gli stessi obbiettivi del TARP, tra cui la riduzione dell’esproprio delle case, e che egli stesso avrebbe violato la legge negando alle famiglie sfrattate la possibilità di essere assistiti legalmente a livello federale. Lo stesso Sceriffo ha affermato: “In tutta coscienza, non posso permettere che anche una sola famiglia in più venga cacciata di casa finché non ho appurato che è stata loro concessa ogni opzione legale di cui sono in diritto per evitare lo sfratto.”
Bruce Marks, della Neighborhood Assistance Corp. of America (NACA), la cui sede si trova a Boston, sta intraprendendo la lotta nelle case degli amministratori delegati delle banche. Lo scorso ottobre, quando il salvataggio TARP si stava rivelando un beneficio solo per Wall Street e non per Main Street, la NACA aveva bloccato l’entrata del gigante delle ipoteche Fannie Mae, fino ad ottenere un incontro con la dirigenza. Ora la NACA sta lavorando con la Fannie Mae per il recupero delle ipoteche. Marks sta organizzando un “Tour del predatore”, una tre giorni che si svolgerà nell’intero paese e che andrà letteralmente nelle case degli amministratori delegati delle banche, con l’obbiettivo di ottenere degli incontri con gli stessi amministratori. Mi ha detto: “Questo è ciò che faremo con migliaia di proprietari, andremo nelle case degli amministratori e diremo loro ‘Venite ad incontrare le nostre famiglie, venite a vedere chi state sfrattando’. Se vogliono portarci via la nostra casa, noi andremo a casa loro per dire BASTA.”
Prima dell’insediamento di Barack Obama, Larry Summers, ora a capo del Consiglio Economico Nazionale del presidente, aveva promesso ai capigruppo democratici al Congresso di “implementare politiche efficaci ed aggressive per ridurre il numero degli sfratti preventivi, attraverso la riduzione di pagamento delle ipoteche per quei proprietari di case che si dimostrassero responsabili ma in situazione di difficoltà economica, oltre a riformare le leggi sulla bancarotta e a rinforzare le politiche abitative esistenti.”
Stando ad un rapporto di RealityTrac, “le istanze di sfratto nel 2008 sono state registrate su 2,3 milioni di proprietà negli Stati Uniti, con un incremento dell’81% rispetto al 2007, e addirittura del 225% rispetto al 2006”.Con l’approfondirsi della crisi economica, le persone costrette ad affrontare gli sfratti dovrebbero seguire il consiglio di Marcy Kaptur e dire ai propri banchieri: “Fateci vedere i contratti”.

giovedì 19 febbraio 2009

Guadalupa, continuano gli scontri

Coinvolti anche poliziotti francesi
Da settimane le isole caraibiche in sciopero contro il carovita
Sempre più fuori da ogni controllo i tumulti in cui e’ degenerato lo sciopero generale contro il carovita e la crisi economica, proclamato un mese fa sull’isola caraibica della Guadalupa, dipartimento d’Oltremare della Francia considerato finora un paradiso del turismo balneare: dopo gli scontri di piazza di ieri, in cui almeno un sindacalista aveva perso la vita e diverse altre persone erano rimaste ferite, colpi di arma da fuoco sono stati esplosi nella notte contro poliziotti e gendarmi giunti dalla madrepatria per ripristinare l’ordine pubblico. Lo hanno reso noto fonti della Prefettura, secondo cui sono stati almeno cinque i proiettili sparati all’indirizzo degli agenti nella località di Gosier, a pochi chilometri dal capoluogo Pointe-a-Pitre, dove si sono registrati nuovi episodi di incendi dolosi e di saccheggi, cosi’ come nella cittadina di Sainte-Rose; quattro gli arresti. E’ la prima volta in cui le forze di sicurezza inviate da Parigi restano direttamente coinvolte nei disordini.

Articolo pubblicato sul sito di PeaceReporter
Vedi anche:
Guadeloupe: nuit de violences, le gouvernement promet la fermeté
Le fotografie su Le Monde

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!