E’ dal 9 aprile che l’opposizione georgiana occupa le principali piazze della capitale Tbilisi chiedendo le dimissioni del presidente Mikheil Saakashvili: e la protesta non accenna a rientrare, anzi sembra sul punto di imboccare una marcia più alta. Oggi è stato annunciato l’avvio di nuovi picchetti nelle strade principali e in particolare intorno al municipio di Tbilisi, dove verranno installate altre gabbie di legno con degli attivisti chiusi all’interno - la forma di protesta emblematica che gli oppositori di Saakashvili hanno fin dall’inizio scelto per rappresentare il progressivo degrado del paese verso lo stato di polizia, anzi, la dittatura pura e semplice. Una serie di gabbie con dei “prigionieri” già da diverse settimane sono sistemate lungo il corso principale della città e nei pressi del Parlamento e della residenza presidenziale.
Nelle ultime ore due ultimatum contrapposti sono stati lanciati a Tbilisi. Da una parte, le autorità hanno dato ai dimostranti in piazza tempo fino al 16 maggio per sgomberare e lasciare completamente libere le strade - avvisando che in caso contrario sarà la polizia a operare lo sgombero con la forza; dall’altra il cartello di partiti e movimenti che anima unitariamente le manifestazioni ha dato 72 ore di tempo a Saakashvili per annunciare le dimissioni e concordare le modalità per le elezioni anticipate. Per le autorità, la deadline per lo sgombero delle strade è motivata con le celebrazioni del 26 maggio, “giorno dell’indipendenza”, che vedono tradizionalmente una parata militare per le vie del centro. Sul fronte opposto, oggi c’è stata l’iniziativa dei militanti di un gruppo giovanile, che hanno lasciato impronte di mani e piedi color rosso-sangue sui muri del Ministero dell’Interno e lungo le strade che vi danno accesso, per simboleggiare la violenza usata in queste settimane contro i manifestanti.
a cura di Astrit Dakli
martedì 5 maggio 2009
Proseguono le demolizioni di abitazioni.
Ieri, le autorità di occupazione israeliane hanno consegnato nuovi ordini per le demolizioni di case palestinesi in diversi quartieri di Gerusalemme.
Secondo fonti locali, gruppi di dipendenti nel comune di Gerusalemme hanno invaso diversi quartieri e hanno censito le case in costruzione e fotografato le case da demolire, in particolare a al-Ashqariyah, Beit Hanina, Shu'afat e Sheikh Jarrah.
Tra gli edifici soggetti alla demolizione, con il pretesto di costruzione illegale, è inclusa una palazzina abitata, composta da sei piani, sita nella zona di Beit Hanina.
L’amministrazione di Gerusalemme, nei due giorni passati, ha consegnato molte ordinanze di demolizione, soprattutto nel quartiere di Wadi al-Joz, Ras al-Amud.
L'ufficio del consigliere per gli affari di Gerusalemme del primo ministro palestinese, Hatem Abdel Qader, ha chiarito l’intenzione di presentare ricorsi per congelare questi ordini.
Secondo fonti locali, gruppi di dipendenti nel comune di Gerusalemme hanno invaso diversi quartieri e hanno censito le case in costruzione e fotografato le case da demolire, in particolare a al-Ashqariyah, Beit Hanina, Shu'afat e Sheikh Jarrah.
Tra gli edifici soggetti alla demolizione, con il pretesto di costruzione illegale, è inclusa una palazzina abitata, composta da sei piani, sita nella zona di Beit Hanina.
L’amministrazione di Gerusalemme, nei due giorni passati, ha consegnato molte ordinanze di demolizione, soprattutto nel quartiere di Wadi al-Joz, Ras al-Amud.
L'ufficio del consigliere per gli affari di Gerusalemme del primo ministro palestinese, Hatem Abdel Qader, ha chiarito l’intenzione di presentare ricorsi per congelare questi ordini.
tratto da Infopal
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Viva EZLN
Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.
La lucha sigue!