giovedì 4 giugno 2009

Quando la lotta paga. Il caso Pikalyovo

Il blocco stradale di ieri a Pikalyovo
La lotta aperta condotta dai ventunmila abitanti di Pikalyovo, la cittadina del settentrione russo di cui abbiamo parlato il 20 maggio scorso in questa rubrica, sta incominciando a pagare: sul “caso Pikalyovo” si stanno muovendo il governo regionale, il parlamento federale e lo stesso premier Vladimir Putin. Ricordiamo che la città ha visto chiudere negli ultimi mesi tutte e tre le grosse aziende che vi avevano sede, il che ha provocato non solo la perdita di lavoro e salari per oltre metà degli abitanti, ma anche il taglio delle forniture di gas, acqua calda e riscaldamento, che erano “coperte” da una delle tre aziende. Esasperati per la situazione, gli abitanti il 20 maggio hanno occupato per qualche ora il municipio, poi hanno scritto una lettera al presidente Medvedev e infine ieri, mentre era in corso il forum dell’economia a San Pietroburgo (capoluogo della regione di Pikalyovo) hanno bloccato per tutto il giorno l’autostrada A114, provocando una coda di auto e camion lunga oltre 400 chilometri.Per togliere il blocco, mantenuto con estrema durezza e determinazione nonostante i tentativi fatti da vari rappresentanti delle autorità per convincerli, gli abitanti hanno chiesto che il premier Putin in persona, durante la sua permanenza a San Pietroburgo, venga a trovarli per rendersi conto della situazione. E Putin - dicono fonti vicine al governo - avrebbe accettato di andare a Pikalyovo stasera o domani.
Ma se la visita di Putin ha un valore politico, certamente grandissimo, altre cose più concrete bollono comunque in pentola, a significare che la vicenda di Pikalyovo è vista con estremo allarme nelle alte sfere moscovite. Le autorità regionali di San Pietroburgo hanno comunque incominciato a stanziare una piccola somma - circa 250.000 dollari - per aiutare le famiglie disoccupate; altri soldi potrebbero venire dal governo federale, e intanto un gruppo di deputati alla Duma per Russia Unita (il partito del potere) sta elaborando un progetto per nazionalizzare almeno una - la più grossa - delle tre aziende che avevano uno stabilimento a Pikalyovo, la BasElZement, o addirittura tutte e tre. Se si procedesse su questa strada, sarebbe una fortissima indicazione di nuovo percorso per l’intera economia russa, visto che in tutto il paese le aziende che per via della crisi stanno chiudendo i loro stabilimenti periferici (e non solo quelli) sono tantissime, e di casi come quello di Pikalyovo se ne potranno presto contare decine se non centinaia.
di Astrit Dakli

Lanciate le mobilitazioni contro il G8 dell’Aquila

Si è tenuta Lunedì 1 Giugno l’assemblea nazionale dei movimenti presso il capannone della Rete 3e32 all’Aquila. Un’assemblea partecipata da diverse esperienze di lotta provenienti da tutta Italia e naturalmente dalle realta’ di lotta che in questi mesi si stanno mobilitando in abruzzo per una ricostruzione sociale e per rivendicare case e ricostruzione al 100% subito.
La lunga assemblea ha deciso un piano di mobilitazioni diffuse che si terranno dal 2 al 10 Luglio, a cominciare dalle iniziative nel Sulcis in Sardegna, G Sott8, e dalla manifestazione di Vicenza contro il Dal Molin del 4 Luglio. Dall’Aquila viene lanciato un’appello alla mobilitazione diffusa e radicale in quei giorni sui temi della ricostruzione dell’Abruzzo, della militarizzazione e della crisi.
Le reti aquilane si impegnano a costruire una giornata di Forum Nazionale la cui data e le cui modalità verranno decise dalle reti abruzzesi nei prossimi giorni.

Ascolta alcuni interventi:
Francesco Pavin, Presidio permanente No Dal Molin. - [ audio ]
Antonio Musella, Presidio permanente contro la discarica di Chiaiano.
- [ audio ]
L’appello finale dell’assemblea.
- [ audio ]

Intanto ieri una nuova mobilitazione degli sfollati ha attraversato il centro dell’Aquila aperto da uno striscione della Rete 3e32 con la scritta "Ricostruzione dal basso". Una mobilitazione importante che giugne a pochi giorni dal primo corteo partito da Fontana Luminosa e che ha rotto l’assedio della città nella zona rossa dell’Aquila.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!