Comunicato stampa
Ormai da tre giorni Abahlali  base Mjondolo (“quelli che vivono nelle baracche” in lingua zulu) è sotto  violento attacco da parte della milizia armata dall’African National Congress.  Il teatro principale delle violenze è l’insediamento di Kennedy Road, una delle  principali baraccopoli di Durban. L’insediamento informale di Kennedy Road (dove  vivono circa 7000 persone) è il luogo dove, alla fine del 2005, è nato il  movimento Abahlali baseMjondolo. Il movimento lotta per i diritti alla casa e  all’accesso ai servizi pubblici, e si oppone agli sgomberi indiscriminati delle  baraccopoli. La battaglia di Abahlali è anche diventata una battaglia di  democrazia: secondo il movimento, le autorità devono consultare i residenti  degli insediamenti (shack dwellers) prima di prendere decisioni che riguardano  gli insediamenti e il loro futuro, ascoltando le esigenze degli shack dwellers.  La lotta del movimento si è concretizzata anche in un rifiuto della politica  istituzionale, che non fornisce adeguate risposte ai problemi degli shack  dwellers, e nel rifiuto di votare alle elezioni.
Abahlali base Mjondolo  conta migliaia di membri e simpatizzanti in vari insediamenti nel KwaZulu-Natal  e nell’area di Città del Capo. Il movimento elegge annualmente la sua leadership  e prende ogni decisione attraverso assemblee di gestione aperte a tutti, in ogni  insediamento in cui è presente.
Nell’insediamento di Kennedy Road a  Durban, Abahlali lavora da anni insieme al Kennedy Road Development  Committee.
Nella notte di sabato 26 settembre, i membri del Kennedy Road  Development Committee sono stati vittima di un improvviso attacco da parte di un  gruppo di 40 uomini armati. Ci sono sicuramente dei morti, alcuni dicono 3 altri  5. La polizia, per quanto avvertita, non è arrivata a Kennedy Road. Nella stessa  notte, tutti i leader principali del movimento Abahlali sono stati presi di  mira. Le loro case e i loro negozi sono stati distrutti. Dalle prime  ricostruzioni pare evidente che il gruppo di criminali che ha sferrato l’attacco  abbia legami diretti con la leadership locale
dell’African National Congress  (ANC), che aveva promesso, due settimane fa, che avrebbe “reso la sede di  Abahlali base Mjondolo una sede dell’ANC”.
La polizia è giunta la mattina  di domenica e ha arrestato circa 8 persone.
Paradossalmente, però, le persone  arrestate sono membri del Kennedy Road Development Committee, cioè quelli che  hanno subito le aggressioni. Fra gli arrestati ci sono anche alcune persone che  stavano partecipante ad una festa popolare a chilometri di distanza quando è  avvenuto l’attacco.
La polizia presidia l’insediamento da domenica  mattina, ma non sta facendo nulla per evitare che gruppi di criminali armati si  aggirino per Kennedy Road, minacciando e aggredendo gli abitanti. Ogni richiesta  di aiuto da parte di membri del movimento è stata ignorata.
Migliaia di  persone hanno abbandonato la baraccopoli di Kennedy Road nelle ultime ore. Oltre  alle donne e ai bambini, anche gli attivisti di Abahlali hanno lasciato  l’insediamento a causa delle minacce di morte che hanno ricevuto.
Lunedì  mattina il presidente della circoscrizione e l’assessore provinciale alla  sicurezza sono giunti all’insediamento con una massiccia presenza di polizia. Le  autorità hanno tenuto una conferenza stampa nella sala della comunità,  dimostrando implicitamente il loro appoggio alle aggressioni che sono avvenute  nel fine settimana. Hanno anche lanciato accuse al Kennedy Road Development  Committee, sostenendo che i membri del comitato sono stati i primi ad iniziare  le violenze.
Questa dichiarazione, però, risulta essere falsa. Ci sono vari  testimoni, alcuni anche estranei alle vicende locali, che possono affermare il  contrario.
Poco dopo, la polizia ha lasciato l’insediamento insieme alle  autorità.
L’insediamento è stato lasciato nelle mani di gruppi di uomini  armati al soldo dell’African National Congress che hanno distrutto l’ufficio di  Abahlali baseMjondolo e minacciato di morte gli attivisti del movimento. Anche  simpatizzanti e sostenitori del movimento, nonché vari giornalisti, sono stati  minacciati ed è stato loro intimato di non avvicinarsi  all’insediamento.
Dalle dichiarazioni delle autorità e dalle notizie che  giungono, pare che il Kennedy Road Development Commitee e Abahlali siano stati  allontanati dell’insediamento e sembra che tutt’ora l’insediamento sia sotto il  controllo armato di membri della milizia. Tutti i membri del movimento hanno  dovuto rifugiarsi altrove per la loro sicurezza.
La realtà, purtroppo, è  che nei suoi 4 anni di attività il movimento è stato continuamente bersaglio  della polizia. I suoi membri sono stati arrestati innumerevoli volte,  accusati di crimini mai commessi, picchiati, perseguitati, minacciati. Le  manifestazioni del movimento sono state vietate e represse, e le autorità hanno  cercato di rappresentare il movimento come manovrato da forze esterne e  antidemocratiche. Diverse organizzazioni che si battono per la libertà di  espressione e per i diritti umani hanno denunciato questi atteggiamenti  deprecabili da parte delle autorità pubbliche sudafricane.
In queste ore  i comunicati dell’African National Congress locale cercano di addossare la  responsabilità di quanto accaduto ai membri del movimento e che “è inaccettabile  che un’associazione decida orari di chiusura ad esercizi commerciali nelle  baraccopoli e che imponga alle persone un coprifuoco durante la  notte”.
Paradossalmente, diventa una mancanza di democrazia una norma di  autoregolazione che una comunità (attraverso un comitato regolarmente eletto) si  era data, e non tanto un attacco da parte di uomini armati che ha ucciso, ferito  e lasciato persone senza casa.
Il movimento continua a fare paura  soprattutto all’ex partito “rivoluzionario”. Il fatto che i poveri abbiano  deciso di parlare, di fare sentire la propria voce denunciando i tradimenti  dell’elite politica è avvertito come una grande minaccia.
L’ANC vuole  riconquistare, con ogni mezzo, i territori controllati democraticamente dal  movimento. Nessuno è ostaggio del movimento! Ogni persona che vive negli  insediamenti è libera di partecipare e di eleggere i propri leader. L’ANC ora  vuole invece fare credere che il movimento sia un gruppo di criminali che  terrorizza la propria gente.
Il movimento sta dando fastidio con la sua  lotta alla corte costituzionale, dove si sta cercando di dichiarare  incostituzionale una legge che garantirebbe alle varie municipalità di radere al  suolo gli insediamenti e ricacciare gli abitanti verso il “deserto” delle  periferie. Sta dando fastidio con il suo rifiuto di partecipare alla “politica”  gestita dai partiti, dagli esperti delle sofferenze altrui. Sta  dando fastidio perché è una realtà che sta crescendo in tutto il Sudafrica e  si sta opponendo agli sgomberi forzati che il governo sta attuando per  garantire un’immagine patinata in occasione del 2010.
L’apartheid non  è finita, a quanto pare.
Francesco Gastaldon (Durban)
Filippo  Mondini (Castelvolturno, di ritorno dal Sudafrica)
Per  aggiornamenti si può consultare il sito del movimento
Abahlali
E' stata lanciata una  petizione di solidarietà su:
www.thepetitionsite.com


