venerdì 9 ottobre 2009

Un anno di prigione e privazione dei diritti civili


L’avvocata Eren Keskin, l’attore Murat Batgi e lo scrittore Edip Polat sono stati condannati ad un anno di prigione per aver utilizzato i termini “Kurdistan” e “kurdo”. Sono stati inoltre privati di tutti i loro diritti civili. La 5 Corte penale di Diyarbakir li ha accusati di incitamento all’odio razziale ed all’ostilità. L’accusa fa riferimento al VI Festival di Diyarbakir dell’Arte e della Cultura tenutosi il 31 Marzo del 2006 nel quale i condannati hanno, appunto, utilizzato i termini “Kurdistan” e “kurdo”.

Il Presidente della Corte, Ahmet Alkan, seguendo le indicazioni del procuratore della Repubblica H. Yüksel Ünal, ha accusato i tre di aver violato l’articolo 216 del codice penale turco (TCK) che appunto prevede incriminazione per incitamento all’odiio razziale e all’ostilità rese in luoghi pubblici.

Eren Keskin ha rilasciato una dichiarazione lo scorso 3 Ottobre presso la sezione di Istanbul di IHD Associazione per i diritti umani. La Corte ha anche deciso di impedire ai tre condannati di assumere cariche pubbliche, di svolgere compiti per pubbliche istituzioni o organizzazioni, di avere il diritto di voto e di poter essere eleggibili e del diritto di lavorare per associazioni, fondazione, compagnie, unioni e partiti politici.

Kurdistan “ e “Kurdo sono crimini degni di condanna.
Per conto dell’Unione degli scrittori Kurdi (Kurdish PEN) Polat consegnò un premio a Keskin con una targa sulla quale era scritto “La questione kurda da ieri ad oggi e la sua soluzione” e queste sono le frasi che hanno portato alla condanna di Polat: “Prima di consegnare questo premio, se una persoma così onesta e coraggiosa, una kurda con radici kurde ed in Kurdistan, può tenere un discorso tenendo alta la testa, questo mi fa molto felice”.

Keskin poi dichiarò: “Difenderò sempre il diritto degli oppressi e il diritto del popolo kurdo di determinare il suo destino e continuerò sempre a criticare il militarismo turco che controlla la politica. Per quanto riguarda l’agenda “Turchia e Kurdistan”…sono stati aperti più di 200 casi contro di me fino ad oggi e c’è anche una condanna già emessa contro di me. Sono stato condannato per aver utilizzato il concetto Kurdistan e continuerò a farlo fino alla fine”.

Batgi è stato condannato per aver detto in uno dei suoi spettacoli quanto segue: “Ecevit è in coma, prego per Ecevit che non gli accada nulla, l’altro giorno ha detto ‘ Ho paura che vedrò il Kurdistan prima di morire’ e io gli dissi ‘Possa Dio darti una vita lunga 1000 anni così che tu possa vedere quattro Kudistan’ “.

La corte ha visto un danno chiaro ed immediato
La Corte ha concluso affermando quanto segue “incitamento pubblico all’odio razziale ed all’ostilità in luoghi pubblici e eventi pubblici. È emerso evidente e chiaro pericolo”.

In un precedente processo la III Corte criminale di Gebze aveva in prima istanza prosciolto la Keskin dal reato per aver utilizzato il termine “Kurdistan” . Keskin aveva anche ricevuto un mandato di comparizione dalla Corte penale di Viransehir per le stesse accuse contestatele nella decisione del 20 novembre 2007.

Il 19 luglio 2007 l’Avvocatura generale di Bulanik aveva affermato che “si può essere d’accordo o meno” ma quelle frasi rientrano nel principio della libertà di pensiero.

giovedì 8 ottobre 2009

Le donne russe non sognano più un marito occidentale



Sposare un uomo occidentale non è più, come qualche anno fa, uno dei sogni delle donne russe “in età da marito”. Lo rivela un curioso servizio del quotidiano in lingua inglese The Moscow Times, edito a Mosca, che cita un libro appena uscito (”The Seduction of Immigration”) della sociologa Olga Makhovskaya e alcune recenti ricerche sociologiche svolte in Russia. Gli ultimi dati raccolti in materia, pare, affermano che oggi soltanto il 9 per cento delle donne russe non sposate desidera un marito straniero – cioè europeo o americano – mentre soltanto quattro anni fa, nel 2005, la percentuale era ancora del 46 per cento e negli anni novanta questo desiderio era praticamente universale.

Diverse, e tutte ugualmente interessanti e rivelatrici, sono le motivazioni che le donne intervistate portano per spiegare questo drastico cambiamento. Anzitutto un generale calo d’interesse verso il matrimonio in quanto tale come “sogno supremo”: in epoca tardo-sovietica una donna considerava un marito come la sua massima aspirazione nella vita, mentre oggi questo ruolo di punta è passato a una “buona carriera”. Ma ci sono anche motivi precipui per la perdita di interesse degli uomini occidentali: un significativo aumento delle polemiche nazionaliste contro l’”Occidente” durante gli anni della presidenza Putin, in primo luogo, e poi un calo generale della spinta all’emigrazione, dovuta alle migliori condizioni economiche raggiunte dal paese e a una molto miglior conoscenza (attraverso il turismo di massa) della realtà dei paesi occidentali, assai meno favolosa di quel che un tempo poteva apparire: così, dai centomila emigrati all’anno dei primi anni ‘90 si è passati ormai a poche migliaia.

E ancora, a influenzare negativamente le aspirazioni delle donne russe, una serie di casi abbastanza clamorosi, negli ultimi anni, di “conflitti internazionali” a proposito dei figli di donne russe separatesi da mariti stranieri, dove i tribunali dei paesi in cui la coppia era andata a vivere – normalmente la donna russa sposa un occidentale anche per andar via dalla Russia, con l’idea di una vita più facile e sicura a Parigi, Amsterdam o New York – si sono rivelati più propensi a togliere i figli alla madre separata e ritornata in Russia, per affidarli al padre che rimaneva sul suolo patrio, piuttosto che all’ipotesi opposta. I media moscoviti hanno dato molto rilievo ad alcune di queste vicende, e probabilmente il pubblico delle aspiranti “mogli di occidentale” ne è rimasto impressionato.

Non ci sono tuttavia dati attendibili sull’andamento concreto del trend dei matrimoni con uomini stranieri. Se pare accertata la diminuzione drastica dell’impressionante flusso di “web-fidanzate” spedite dalla Russia negli Stati uniti o in Europa occidentale con “visti matrimoniali” dopo esser state scelte dai futuri mariti sui cataloghi online di alcune agenzie specializzate (e non si sa quante di queste ragazze siano poi state invece dirottate verso la prostituzione o attività analoghe), risulta invece ancora piuttosto sostenuto il numero di matrimoni “misti” registrato ogni anno a Mosca – ma va precisato che il dato (intorno alle mille unioni al mese) mette insieme senza distinzioni tutti matrimoni che coinvolgano almeno un partner straniero, sia questo il marito, la moglie o siano entrambi i coniugi.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!