Sposare un uomo occidentale non è più, come qualche anno fa, uno dei sogni delle donne russe “in età da marito”. Lo rivela un curioso servizio del quotidiano in lingua inglese The Moscow Times, edito a Mosca, che cita un libro appena uscito (”The Seduction of Immigration”) della sociologa Olga Makhovskaya e alcune recenti ricerche sociologiche svolte in Russia. Gli ultimi dati raccolti in materia, pare, affermano che oggi soltanto il 9 per cento delle donne russe non sposate desidera un marito straniero – cioè europeo o americano – mentre soltanto quattro anni fa, nel 2005, la percentuale era ancora del 46 per cento e negli anni novanta questo desiderio era praticamente universale.
Diverse, e tutte ugualmente interessanti e rivelatrici, sono le motivazioni che le donne intervistate portano per spiegare questo drastico cambiamento. Anzitutto un generale calo d’interesse verso il matrimonio in quanto tale come “sogno supremo”: in epoca tardo-sovietica una donna considerava un marito come la sua massima aspirazione nella vita, mentre oggi questo ruolo di punta è passato a una “buona carriera”. Ma ci sono anche motivi precipui per la perdita di interesse degli uomini occidentali: un significativo aumento delle polemiche nazionaliste contro l’”Occidente” durante gli anni della presidenza Putin, in primo luogo, e poi un calo generale della spinta all’emigrazione, dovuta alle migliori condizioni economiche raggiunte dal paese e a una molto miglior conoscenza (attraverso il turismo di massa) della realtà dei paesi occidentali, assai meno favolosa di quel che un tempo poteva apparire: così, dai centomila emigrati all’anno dei primi anni ‘90 si è passati ormai a poche migliaia.
E ancora, a influenzare negativamente le aspirazioni delle donne russe, una serie di casi abbastanza clamorosi, negli ultimi anni, di “conflitti internazionali” a proposito dei figli di donne russe separatesi da mariti stranieri, dove i tribunali dei paesi in cui la coppia era andata a vivere – normalmente la donna russa sposa un occidentale anche per andar via dalla Russia, con l’idea di una vita più facile e sicura a Parigi, Amsterdam o New York – si sono rivelati più propensi a togliere i figli alla madre separata e ritornata in Russia, per affidarli al padre che rimaneva sul suolo patrio, piuttosto che all’ipotesi opposta. I media moscoviti hanno dato molto rilievo ad alcune di queste vicende, e probabilmente il pubblico delle aspiranti “mogli di occidentale” ne è rimasto impressionato.
Non ci sono tuttavia dati attendibili sull’andamento concreto del trend dei matrimoni con uomini stranieri. Se pare accertata la diminuzione drastica dell’impressionante flusso di “web-fidanzate” spedite dalla Russia negli Stati uniti o in Europa occidentale con “visti matrimoniali” dopo esser state scelte dai futuri mariti sui cataloghi online di alcune agenzie specializzate (e non si sa quante di queste ragazze siano poi state invece dirottate verso la prostituzione o attività analoghe), risulta invece ancora piuttosto sostenuto il numero di matrimoni “misti” registrato ogni anno a Mosca – ma va precisato che il dato (intorno alle mille unioni al mese) mette insieme senza distinzioni tutti matrimoni che coinvolgano almeno un partner straniero, sia questo il marito, la moglie o siano entrambi i coniugi.