di Matteo Dean
Dopo alcune settimane di mezzi annunci e minacce, il ministero del lavoro, guidato da Javier Lozano, ha emesso la sentenza: il nuovo segretario del Sindacato messicano degli elettricisti (Sme), uno dei più importanti del Messico, non sarà riconosciuto, ovvero non riceverà il registro dal ministero. E' una conferma dell'obsoleto meccanismo che conferisce per legge al ministero del lavoro la facoltà di concedere il registro sindacale e apre la porta a incognite tanto sul futuro del sindacalismo quanto su quello del settore energetico.
Dal punto di vista sindacale, quella di Lozano è un' indebita intromissione. Perché il potere in mano al ministro, che dovrebbe essere esercitato solo con funzioni di controllo, è stato usato negli ultimi anni per favorire questo o quel un candidato, aprire spazi d'intervento sindacale ad organizzazioni di comodo, a sindacati «imprenditoriali» o a veri e propri speculatori che poi hanno fatto milionari affari alle spalle dei lavoratori. Nel caso specifico vanno sottolineati due fatti.
Il primo, l'elezione del nuovo segretario generale del Sme, che conta su oltre 60.000 iscritti, è stata regolare. Nonostante l'opposizione sindacale sindacale al segretario eletto abbia ricevuto, stando ai si dice, 5 milioni di dollari da parte del Pan, di cui il Lozano è membro attivo.
Secondo e decisivo fatto, spaccare il Sme oggi, significa poter privatizzare il settore della produzione elettrica domani. Perché se è vero che il governo ormai da anni non vede l'ora di concedere ai privati, nazionali e stranieri (tra cui l'Enel, che nel dicembre 2007 annunciava l'acquisto di tre impianti idroelettrici in Messico), concessioni milionarie, la realtà parla anche d'una opposizione tale da parte del Sme e dei suoi alleati che hanno impedito sinora la privatizzazione di uno dei pochi settori ancora pubblici nel paese. E quale miglior maniera che imporre una dirigenza amica? Il caso del Sme, emblematico, non è l'unico.
Il ministero del lavoro dell'attuale come della precedente amministrazione Fox non ha fatto che interferire e disconoscere sindacati scomodi alle grandi imprese. Oggi il Sme, ieri già il grande Sindacato metallurgico e il Sindacato nazionale dei lavoratori dell'educazione (Snte), il sindacato più grande dell'America Latina con oltre 1.5 milioni d'iscritti, in mano da oltre una decade a una segretaria intima amica di Fox e molto vicina all'attuale amministrazione.
Tratto da: Il Manifesto 13.10.09