All'interno della moschea si trovano attualmente circa 200 palestinesi che rifiutano di consegnarsi alla polizia di occupazione. "Se la polizia israeliana ci attacca, ci sarà una carneficina", affermano le autorità religiose musulmane chiuse nel compound.
Ieri sera, all'interno dell'area della moschea di al-Aqsa sono scoppiati scontri tra i manifestanti e la polizia sionista, dopo che questa, da due giorni, tenta di prenderla d'assalto e di arrestare le persone asserragliate all'interno.
La polizia, attraverso gli altoparlanti, aveva dato loro soltanto 15 minuti per consegnarsi, altrimenti avrebbe fatto irruzione nella moschea.
I fedeli asserragliati all'interno hanno dichiarato alle radio che preferiscono "il martirio per difendere al-Aqsa piuttosto che arrendersi alla polizia di occupazione".
Le forze di occupazione hanno cominciato a disturbare la comunicazione all'interno della moschea per evitare la comunicazione con i media.
La giornata di ieri ha registrato manifestazioni sia in Cisgiordania sia nella Striscia di Gaza per protestare contro le aggressioni israeliane a Gerusalemme e l'assalto alla moschea di al-Aqsa.
Ieri sera un ragazzo del campo profughi di Shufat, nel nord di Gerusalemme, è stato arrestato con l'accusa di aver accoltellato un soldato.
La Reuters ha riferito che giovani palestinesi hanno lanciato pietre ai soldati israeliani, nelle strade della Città Vecchia di Gerusalemme, mentre a Ramallah sono scoppiati scontri tra adolescenti e truppe di occupazione.
Sempre ieri, cortei di protesta hanno sfilato per le strade della Striscia di Gaza e in altre aree della Cisgiordania.
Le autorità di occupazione hanno confermato il divieto di accesso alla Spianata delle Moschee anche nella giornata di oggi: possono accedere a al-Aqsa gli uomini di età superiore ai 50 anni e con carta di identià israeliana, e le donne.
da Infopal