mercoledì 14 ottobre 2009

Gli zapatisti passati di moda? Qui forse. Nel Chiapas no


Riportiamo l'intervista di Geraldina Colotti a Hermann Bellinghauser uscita sul Manifesto del 13 ottobre.
Ricordiamo che "Corazon del Tiempo" sarà in programmazione al Cinema Modernissimo di Napoli dal 31 ottobre
.

Gli zapatisti sono passati di moda, come titola un articolo di Le Monde diplomatique/ilmanifesto, in uscita il prossimo 15 ottobre?

Hermann Bellinghausen, intellettuale messicano e corrispondente dal Chiapas per La Jornada, sorride: «Anche se il governo non lo ammette - dice -, il Messico è un paese al collasso, bloccato, in preda alla paura. In un contesto simile, il progetto zapatista, che esiste da 15 anni e resiste a una brutale repressione, è un messaggio di speranza. Nella sostanza, lo zapatismo non è in crisi».

Hermann è stato in Italia per presentare Corazón del tiempo, il primo film interpretato e prodotto dagli indigeni del Chiapas, di cui ha scritto la sceneggiatura. Un film girato da Alberto Cortes fra le montagne del sud-est messicano, dove ha preso forma l'«auto-governo» dell'Ezln, insorto l'1 gennaio del '94. Quindici anni di riscossa indigena, la riforma istituzionale prevista dagli accordi di Sant Andres con il governo ('96) sempre disattesa e poi snaturata dalla «legge indigena» (2001). Da allora l'Ezln ha rinunciato alla via politica istituzionale e spostato l'accento dal globale al locale.

In uno dei municipi autonomi della Realidad, nella selva Lacandona, assediato dai soldati e dai para-militari, è stato girato il film. Racconta, a tinte ironiche e favolistiche, una storia poetico-didascalica in cui è protagonista anche la natura. «E' una storia d'amore - spiega Bellinghausen -, la storia di una famiglia contadina e del suo rapporto con l'Ezln. Mette insieme fatti reali per parlare dei temi caldi del Chiapas: la lotta per il possesso delle risorse storiche come mais e acqua, per il recupero e il mantenimento delle terre, contro la militarizzazione del territorio».
Lui, Miguel, è un dirigente giovanile della comunità. Lei, Sonia, che vorrebbe diventare insegnante, mal sopporta il peso di tradizioni ormai obsolete nel percorso di emancipazione compiuto dalle comunità. Ora le zapatiste hanno imposto agli uomini l'applicazione della «ley seca», la legge che, dal '93, vietando il consumo di alcolici nelle comunità, ha drasticamente diminuito il tasso di alcolismo e le violenze domestiche. Ora le indigene dirigono i municipi o i reparti dell'Ezln, e fanno muro col proprio corpo alle incursioni dei para-militari: «Il governo messicano di ultra-destra - ricorda Hermann - ha scelto la tattica del logoramento, con l'arrivo di Obama, ha diminuito la pressione ma non la svendita del paese».

«La gestazione del film - spiega - è durata 8 anni. Abbiamo iniziato durante l'ultima fase del governo Zedillo, non c'erano ancora i municipi autonomi, gli zapatisti erano clandestini e per decidere secondo i criteri delle comunità si è andati a rilento. Poi, come spesso avviene nella concezione del tempo circolare degli indigeni, tutto quel che sembrava un problema si è rivelato la soluzione. All'inizio pensavamo di poter usare sia attori professionisti che indigeni, poi si è deciso di far recitare solo gli indigeni, e di formarli. Il regista ha mostrato loro film di Charlie Chaplin e molte pellicole hollywoodiane perché entrassero nel gioco della rappresentazione. Mentre aspettavamo le autorizzazioni della giunta di buon governo, abbiamo cercato i fondi per produrre il film. Alla fine, però, la regione autonoma della Realidad ha deciso di co-produrre il film. Allora, la storia del film e il progetto zapatista sono diventati la stessa cosa».

Così, alla fine del 2007, tutto si mette in moto come in un qualunque altro film e il lavoro si conclude in 6 settimane. La prima proiezione, si svolge nel 2008, davanti a un pubblico di 1.500 zapatisti.
«Poi - dice Hermann - c'è voluto un anno per vincere la resistenza delle catene di distribuzione messicane, ma nell'agosto 2009 il film è uscito in 14 sale del Messico per 6 settimane di seguito: un'anomalia, visto i contenuti del film e il contesto messicano.

Evidentemente, chi l'ha visto ha colto il messaggio di speranza del film: gli zapatisti dimostrano che chi fa le cose ottiene dei risultati».
«La forza degli zapatisti - conclude - è la loro autosufficienza. In 15 anni, ha dimostrato che gli indigeni sono padroni del loro destino".

Come il governo del Pan manovra i sindacati non addomesticati



di Matteo Dean

Dopo alcune settimane di mezzi annunci e minacce, il ministero del lavoro, guidato da Javier Lozano, ha emesso la sentenza: il nuovo segretario del Sindacato messicano degli elettricisti (Sme), uno dei più importanti del Messico, non sarà riconosciuto, ovvero non riceverà il registro dal ministero. E' una conferma dell'obsoleto meccanismo che conferisce per legge al ministero del lavoro la facoltà di concedere il registro sindacale e apre la porta a incognite tanto sul futuro del sindacalismo quanto su quello del settore energetico.

Dal punto di vista sindacale, quella di Lozano è un' indebita intromissione. Perché il potere in mano al ministro, che dovrebbe essere esercitato solo con funzioni di controllo, è stato usato negli ultimi anni per favorire questo o quel un candidato, aprire spazi d'intervento sindacale ad organizzazioni di comodo, a sindacati «imprenditoriali» o a veri e propri speculatori che poi hanno fatto milionari affari alle spalle dei lavoratori. Nel caso specifico vanno sottolineati due fatti.

Il primo, l'elezione del nuovo segretario generale del Sme, che conta su oltre 60.000 iscritti, è stata regolare. Nonostante l'opposizione sindacale sindacale al segretario eletto abbia ricevuto, stando ai si dice, 5 milioni di dollari da parte del Pan, di cui il Lozano è membro attivo.


Secondo e decisivo fatto, spaccare il Sme oggi, significa poter privatizzare il settore della produzione elettrica domani. Perché se è vero che il governo ormai da anni non vede l'ora di concedere ai privati, nazionali e stranieri (tra cui l'Enel, che nel dicembre 2007 annunciava l'acquisto di tre impianti idroelettrici in Messico), concessioni milionarie, la realtà parla anche d'una opposizione tale da parte del Sme e dei suoi alleati che hanno impedito sinora la privatizzazione di uno dei pochi settori ancora pubblici nel paese. E quale miglior maniera che imporre una dirigenza amica? Il caso del Sme, emblematico, non è l'unico.

Il ministero del lavoro dell'attuale come della precedente amministrazione Fox non ha fatto che interferire e disconoscere sindacati scomodi alle grandi imprese. Oggi il Sme, ieri già il grande Sindacato metallurgico e il Sindacato nazionale dei lavoratori dell'educazione (Snte), il sindacato più grande dell'America Latina con oltre 1.5 milioni d'iscritti, in mano da oltre una decade a una segretaria intima amica di Fox e molto vicina all'attuale amministrazione.

Tratto da: Il Manifesto 13.10.09

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!