lunedì 19 ottobre 2009

Down by the River

Rifiuto del lavoro e crisi della manodopera, mentre ripartono gli ordinativi per l'export destinato all'Occidente



Il diario di bordo di Paolo Do - Hong Kong (Cina)

Il natale nel sud della Cina, ovvero nella sua regione più industrializzata ed economicamente competitiva, è già arrivato. Il porto di Hong Kong così come quello di Guangdong ha aumentato il suo traffico di quasi il 6% dando prova del miglior segno positivo negli ultimi undici mesi. Questo grazie non solo all`acquisto record di materie prime comperate questa estate dalla Cina in giro per il mondo; questa crescita è dovuta in parte alle spedizioni di quei beni di consumo che verranno acquistati prevalentemente in Usa ed Europa questo natale.

Se sono molte le perplessità sulla sostenibilità del consumo in Occidente nel lungo periodo, tuttavia le super navi container hanno ripreso i loro viaggi (pensate che un recente studio della industria marittima del Pacifico ha stimato che da sole le 15 più grandi navi del mondo inquinano come tutte le automobili del mondo messe assieme!link).

Un altro segno con cui leggere la ripresa economica è la mancanza di forza lavoro del settore export, ovvero nelle fabbriche delle aree produttive come il Pearl Delta e lo Yangtze River Delta.

Nella città di Shenzhen le autorità hanno stimato una carenza di più di 120 mila braccia, sei volte quello che si è sperimentato nell’aprile di questo stesso anno. A Zhejiang la scarsità di manodopera tocca le punte di 250.000 lavoratori, e la situazione è simile a Dongguan, a Foshan, a Guangdong e Wenzhou. Se nei mesi passati tutte le industrie dell`export in Cina hanno pesantemente licenziato per far fronte alla crisi, ora queste stesse fabbriche vorrebbero nuovamente forza lavoro per rispondere all’aumento degli ordini natalizi.

Il fenomeno della scarsità di manodopera nelle zone costiere della Cina, a discapito di quanto si pensa in Europa, non è un fenomeno nuovo. Anzi. Ma questa volta tale fatto ha delle caratteristiche particolari.

Secondo il professor Liu Zhenjie della accademia Henan di scienze sociali, quello di cui soffre oggi il settore dell`export è dovuto alla scelta dei migranti cinesi di non ritornare nel Delta a lavorare, complice il costo di vita elevato in quelle regioni. Molti lavoratori migranti originari delle aree rurali e delle provincie del west che sono stati licenziati qualche mese fa infatti non ne vogliono sapere di voler ritornare.

Dopo essere stati licenziati essi sono tornati nelle loro città natale, dove il costo della vita è drasticamente più basso. E ritornando hanno ritrovato le loro città in pieno boom economico grazie alle costruzioni di infrastrutture promosse dallo Stato cinese come misura anti crisi.

Mentre sono molte le industrie del Delta che hanno dovuto cancellare ordinativi per mancanza di manodopera, le misure anticrisi statali fanno concorrenza al settore dell`export proprio sul lavoro di quei lavoratori migranti e a basso costo. La mancanza di forza lavoro del Delta potrebbe così diventare strutturale e di lungo periodo: questo proprio grazie al Governo Cinese.

domenica 18 ottobre 2009

Tre gruppi per la pace

Presidenza del Consiglio Direttivo del KCK
Koma Civakên Kurdistan
Peoples` Confederation of Kurdistan


All'opinione pubblica
"Nell’incontro del 9 ottobre 2009 il Presidente Abdullah Ocalan ha sottolineato che nella soluzione della questione Kurda si assiste ad un momento di blocco sia per quanto che riguarda i metodi militari che per quelli politici. Per superare il blocco che esiste nella sfera politica e per aprire le vie della soluzione democratica della questione kurda, il Presidente Ocalan ha fatto un appello al nostro movimento di riutilizzare lo strumento dei gruppi di pace. Questo appello che ieri è stato diffuso dalla stampa è stato accolto dal nostro movimento. Nello stesso momento diverse proposte ed idee che sono state presentate dai nostri amici saranno realizzate. Abbiamo quindi deciso di mandare tre diversi gruppi di pace in Turchia."
"Uno da Qandil, uno dal campo di Mahmura ed uno dall’Europa. Lo scopo di questi gruppi di pace è di fare un passo avanti nella democratizzazione e pacificazione della Turchia, di ammorbidire la durezza che c’è e creare una atmosfera adatta alla costruzione di un clima di pace. Questo appello, che il nostro Presidente ha fatto, nello stesso momento è rivolto anche allo Stato turco. Noi, per quello che ci compete faremo di tutto per soddisfare la richiesta dell’appello. La nostra sincerità nella soluzione democratica e pacifica è totale e metteremo ancora una volta in campo la nostra insistenza e decisione.

Questo nostro atteggiamento è causato dal senso di responsabilità nei confronti dei nostri popoli e di un senso responsabilità verso una libera convivenza. Noi speriamo che questi passi possano contribuire a creare degli sviluppi positivi. Dopo tanto tempo, per l’ennesima volta il Presidente Ocalan è stato nuovamente obbligato all’isolamento, le operazioni militari stanno continuando, i politici kurdi ancora vengono arrestati e continuamente calunniati con accuse infamanti, le forze interne ed esterne che non hanno interesse affinché una soluzione democratica venga trovata, lo trovano, invece, nello scontro e stanno facendo delle provocazioni. Come si è visto a Çaldıran ancora continuano le uccisioni ignote.

Nello stesso tempo, come nel caso di Ceylan Onkol, ci sono assassinii che rimangono impuniti, sui quali si mantiene un atteggiamento molto irresponsabile da parte della Procura della Repubblica che si rifiuta di indagare sul caso“Non è morta per un colpo di mortaio, non abbiamo responsabilità”. In un ambiente così, la nostra decisione di mandare gruppi di pace deve essere valutata in modo giusto. Noi con questo atteggiamento cerchiamo di superare la mentalità di coloro che vogliono bloccare e stanno bloccando il percorso di pace. Stiamo dalla parte delle popolazioni che veramente vogliono una soluzione democratica. Il nostro movimento il 13 aprile ha preso la decisione di dichiarare un unilaterale periodo di “non azione” al quale il governo della Repubblica turca ha dato diversi nomi. In questo momento questo percorso sembra soffocato.

Nonostante tutte le dichiarazioni dei dirigenti dell’AKP la strada verso una risoluzione si sta restringendo, rischiando di causare gravi danni e pericoli. Comportamenti non responsabili hanno portato il percorso di pace ad essere sabotato, gli stessi comportamento che gradualmente lo stanno mettendo in pericolo. Con questa azione il nostro vero obbiettivo è di fermare nuovi scontri che possono creare altre perdite di vite umane. Tutte le parti che vogliono la pace e la democrazia devono contribuire per poter superare queste momento che sta lentamente soffocando il percorso verso la pace. Dentro il paese come all’estero, l’opinione democratica e pacifica, come chi vuole stabilità devono contribuire a questo percorso e prendere la responsabilità che gli compete.

Chiediamo all’opinione pubblica kurda di capire bene il senso di questa iniziativa, parteciparvi ed accogliere i gruppi di pace come ambasciatori di pace per dimostrare la volontà del popolo al percorso della soluzione democratica. A tutto il popolo del Kurdistan diciamo che non è questo il momento di ammorbidirci, siamo di fronte al bivio di un percorso molto critico. Senza mettere in discussione la sua autodifesa, con manifestazioni popolari forti, deve dimostrare la sua contrarietà alla guerra e a chi vuole la guerra, alzare la voce della pace e lottare per la pace.

Chiamiamo tutte le organizzazioni democratiche in Turchia ed in Kurdistan affinché questi gruppi di pace che organizzeremo possano avere successo per aprire la strada della pace."

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!