venerdì 6 novembre 2009

La follia della guerra

Texas, doveva partire per l'Iraq, spara nella loro base di addestramento: strage tra i soldati: 12 morti e 30 feriti
guerra

Questa volta la tragedia non ha colpito una scuola o un centro commerciale come accade di solito nel paese con più armi in circolazione del mondo, ma una delle più importanti basi militari Usa quella di Fort Hood, in Texas. In questa base vengono addestrati i militari in partenza per le guerre afgana e irachena. Secondo le prime ricostruzioni, uno dei 65 mila militari di stanza alla base non ha retto alla tensione, ha imbracciato le loro armi, e ha cominciato a sparare prima di arrivare a destinazione nei Paesi a cui era destinato e nei quali sparare per uccidere sarebbestato normale.

18822.jpgL'autore della strage, che era stato dato per morto in un primo momento, è il maggiore dell'esercito Malik Nidal Hasan, medico specializzato in psichiatria di origine palestinese.
Un suo parente ha raccontato che il medico aveva lavorato per sei anni all'ospedale militare Walter Reed di Washington, centro specializzato nella riabilitazione dei soldati feriti e colpiti da ''stress post-traumatico'' e solo recentemente era stato destinato all'Iraq. Ma Malik, dice il cugino Nader Hasan, ''Era contrario alla idea di finire in guerra, era il suo incubo, stava facendo tutto il possibile per evitare questa svolta della sua vita, proprio perché aveva ascoltato ogni giorno al Walter Reed i racconti dei soldati rientrati dal fronte e rimasti traumatizzati da ciò che avevano visto''.
Malik, racconta chi lo conosce, aveva orgogliosamente indossato la divisa per quasi venti anni e si considerava ''un patriota'' americano. Aveva studiato con il sostegno finanziario delle forze armate, impegnandosi in cambio a restare per un certo numero di anni in divisa. Ma dall'11 settembre il suo nome arabo e la sua fede islamica gli avevano causato non pochi problemi con i commiiltoni, tanto che recentemente si era rivolto ad un avvocato per capire se avrebbe potuto dismettere la divisa e dare l'addio alle armi.

Maso Notarianni

Tratto da:

Argentina - Patagonia Presenz/attiva gennaio 2010

Carovana nell’Argentina dell’epoca dei Kirchner: dai conflitti urbani alla difesa dei beni comuni.


Quest’inverno saremo presenti in Argentina con l’obiettivo di capire cosa sta succedendo in questo paese dell’America Latina: vogliamo attraversare questo immenso territorio per conoscere direttamente le lotte che in questo periodo stanno interessando questa parte del mondo.
Dalle mobilitazioni metropolitane che riguardano la crisi economica e la precarietà urbana raggiungeremo le lotte locali in difesa dei beni comuni contro la devastazione ambientale.
L’Argentina è scenario di numerose mobilitazioni contro lo sviluppo di un modello basato sullo sfruttamento dei beni collettivi e della natura da parte delle transnazionali come ad esempio l’espansione incondizionata delle monocolture oppure la coltivazione della soia transgenica. Così come crescono le mobilitazioni contro le compagnie minerarie e petrolifere nelle Ande. Vorremmo attraversare queste diverse realtà fino a giungere in Patagonia dove il Popolo Mapuche sta continuando ed allargando la pratica del "recupero" dei territori usurpati dalle grandi transazionali.

PERCORSI

* Buenos Aires - Incontri con le realtà metropolitane per conoscere il dibattito politico e la situazione sociale nel pieno di una profonda crisi economica.

* La Famatina - Nord-Ovest argentino - A La Rioja, a 1.800 metri di altitudine, incontreremo il piquete più alto del mondo. Gli abitanti della regione hanno dato vita ad un Coordinamento di assemblee con cui si sono auto-organizzati per resistere e dire no al Progetto (sponsorizzato dal governo) di una miniera a cielo aperto. Dal marzo del 2007 a Peñas Negras, di fronte al Monte della Famatina, nella Cordigliera, i cittadini stanno bloccando la multinazionale Barrick Gold Corporation e il suo progetto estrattivo che porterebbe alla distruzione delle montagne ed all’inquinamento da cianuro delle acque.
“…Noi vogliamo preservare il Famatina con i suoi ghiacciai, con l’acqua e il paesaggio, la nostra aria e la nostra terra agricola. Noi non vogliamo diventare minatori, non accettiamo di essere minatori, e crediamo nel “consenso sociale” e nella autodeterminazione dei popoli, siamo convinti che i governanti devono, anche se a loro non piace, accettare la decisione dei popoli..”

* El Maitén - Chubut (Patagonia) - Per incontrare il Collettivo di comunicazione della Radio Comunitaria Mapuche “Petu Mogeleiñ” e per contribuire attivamente alla costruzione della Casa Comunitaria.
La proposta è quella di creare uno spazio comune che sia riferimento locale per le iniziative del Popolo Mapuche e che possa essere punto di riferimento autogestito per chi vuole viaggiare in Patagonia con occhi diversi. La realizzazione di questo spazio permetterà una maggiore capacità d’azione di Radio Petu Mogeleiñ, la voce libera di un territorio che non solo Benetton ma molti dei moderni invasori vorrebbero sfruttare fino alla devastazione.
Patagonia - Visita ad alcune comunità Mapuche, ai terreni recuperati, per conoscere direttamente la resistenza delle comunità agli attacchi e tentativi di sgombero da parte delle autorità locali e dei nuovi colonizzatori.

Per info treviso@yabasta.it

www.yabasta.it

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!