mercoledì 24 febbraio 2010

Grecia, il conto della crisi

Sciopero generale: tutti in piazza ad Atene per chiedere che a pagare i costi del crack non siano i cittadini.
Decine di migliaia di persone hanno invaso Atene, Salonicco e altre città urlando slogan come «non pagheremo noi per questa crisi». Violenti faccia a faccia tra manifestanti e polizia.

Una settimana davvero difficile per la Grecia. Oggi lo sciopero generale segna il punto di mezzo di sette giorni gravati da numeri che pesano come pietre: Atene deve rifinanziare 53 miliardi di euro da qui a fine anno, 20 dei quali entro aprile.
Cifre da capogiro. Secondo il settimanale tedesco Der Spiegel, i paesi dell'Unione Europea sono pronti a stanziare 20-25 miliardi di euro per le casse greche, ma anche questa resta per il momento una delle tante voci che si rincorrono in questi giorni tra la penisola ellenica e Bruxelles. Le singole quote dovrebbero essere calcolate in base al capitale di ogni membro Ue nella Banca Centrale Europea (Bce). Il portavoce del ministero tedesco delle Finanze, Martin Kreienbaum, si è affrettato a smentire il varo di qualsiasi piano di salvataggio.

Dentro Marjah

Intervista a Qais Azim, giornalista afgano di Al Jazeera che nei giorni scorsi è entrato nella città al centro dell'operazione Moshatarak
Qais Azimy è un giornalista televisivo afgano che lavora per Al Jazeera che in questi giorni si trova in Helmand per seguire l'operazione militare Moshatarak.
Nei giorni scorsi è riuscito a entrare nella città di Marjah, epicentro dell'offenisva.
Riportiamo l'intervista effettuata da Peacereporter.
Come è arrivato a Marjah e cosa ha visto in città?
Sono arrivato a Marjah a bordo di un elicottero governativo, accompagnato da ufficiali dei Marines e dell'esercito afgano, oltre che dal governatore di Helmand, Gulab Mangal.
Siamo atterrati a poche centinaia di metri dal bazar di Marjah, che abbiamo raggiunto percorrendo a bordo di un blindato una strada che costeggia il canale. Sul bordo di questa strada un ufficiale dei Marines mi ha indicato delle buche: le trincee degli insorti. Poi abbiamo attraversato il canale su un ponte di ferro posato dai Marines durante l'attacco: quello vero è minato, troppo pericoloso.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!