lunedì 21 febbraio 2011

Libia - Appoggiamo la protesta contro Gheddafi


Libia - scontri 2Sono ore drammatiche in Libia dove nonostante la repressione violenta, non si ferma la rivolta contro il regime di Gheddafi.
Una protesta nata sull'onda di quanto sta avvenendo nel resto del mondo arabo, che assume un importanza particolare in un paese compresso dal regime del Colonello.
Sosteniamo la protesta in Libia.
Proprio in Italia scendiamo in piazza per affermare che la libertà non si compra e si vende con accordi bilaterali e investimenti finanziari
Nella notte il secondogenito del leader Gheddafi ha proununciato un discorso in tv in cui ha affermato che "La Libia è a un momento critico della sua storia. Già dalle prossime ore l'Assemblea del popolo potrà riunirsi per discutere delle riforme che tutti vogliono e di una Costituzione per il Paese. Ma se la rivolta non si fermerà, sarà la guerra civile. Migliaia di persone stanno arrivando a Tripoli per difendere Gheddafi e la Libia. E lo faranno fino all'ultimo uomo".
Intanto a Tripoi si sentivano spari in diverse parti della città. Nelle agenzie di stampa di parla di manifestanti libici al'attacco di un cantiere edile a Tripoli, gestito da una compagnia della Corea del Sud.

I legami Italia e Libia


Eni e Impregilo, ma anche Astaldi, Finmeccanica, Fiat, e perfino la Juventus. In tutti questi anni la Libia ha acquisito diverse partecipazioni nella Corporate Italia; e senza alcuna ombra di dubbio l'interesse reciproco agli investimenti si è intensificato grazie all'amicizia profonda nata - e sempre ben coltivata - tra il colonnello Gheddafi e il premier italiano Silvio Berlusconi. I rapporti Libia-Italia sono cresciuti così in modo esponenziale negli ultimi anni: con i suoi petrodollari, il fondo sovrano libico ha fatto shopping acquistando molte partecipazioni in società italiane attive in diversi settori mentre, dal canto loro, le aziende italiane hanno ricevuto da Tripoli commesse per la costruzione di infrastrutture e per la produzione di petrolio. Di conseguenza, ora che la Libia è sull'orlo della guerra civile, cosa accadrà a tutte queste società? La guerra civile diventa sempre di più una ipotesi concreta, tanto che di essa ha parlato nelle ultime lo stesso Saif al Islam, il figlio del leader libico Muammar Gheddafi (che secondo alcuni rumor sarebbe fuggito in Venezuela, anche se la notizia è stata smentita dallo stesso figlio). Vista la situazione, la compagnia britannica petrolifera BP starebbe già preparando l'evacuazione del suo personale non essenziale in Libia e delle famiglie dei dipendenti. Con le ore che passano, il quadro non solo non accenna a migliorare, ma appare sempre di più a quello di un paese sull'orlo del collasso.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!