13 maggio 2011
Cominciamo a conoscere Gaza. Zona nord-est della città: i racconti dei ragazzi palestinesi ci portano indietro di qualche anno, a quei giorni di dicembre del 2008 quando l'esercito israeliano diede inizio all'operazione piombo fuso. Dinnanzi ai nostri occhi i segni di tutto quello che ha portato: edifici distrutti, case abbattute, i campi dove i contadini coltivavano la terra completamente inariditi e contaminati dalle bombe al fosforo bianco. Il confine con i territori occupati da Israele dista solo qualche km, tra questo e lo spazio abitato c'è la così detta “buffer zone”: pezzi di terra coltivabili a cui però i palestinesi non possono accedere; quando lo fanno rischiano sempre un attacco israeliano che parte puntuale dalle torrette disposte lungo la linea di confine. In alcune di queste torrette spara un cecchino, in altre mitragliatrici automatiche. Spesso durante il periodo dei raccolti i militari israeliani irrompono con i carri armati sparando sui contadini all'interno della “buffer zone” per devastare i campi, così com'è avvenuto stamattina. In alto nel cielo, ci fa notare uno dei ragazzi, si erge un dirigibile: attraverso questo mezzo Israele controlla tutta la città di Gaza, al suo interno è posta una potente telecamera satellitare, una sorta di panopticon ultra moderno. L'unica differenza è che il controllore è sempre ben riconoscibile. Conosciamo anche gli abitanti di questa parte di città, i primi a venirci incontro sono i bambini, sui quali i segni della guerra non hanno intaccato il sorriso.
sabato 14 maggio 2011
martedì 10 maggio 2011
Messico - La richiesta di pace con giustizia e dignità
di Matteo Dean
la poesia ha la ragione.
Dunque, facciamo parlare la poesia
perché tacciano gli insensati.
Un silenzio assordante. È così che si può riassumere la lunga marcia “per la pace con giustizia e dignità” che iniziata lo scorso 5 maggio a Cuernavaca (cento chilometri a sud di Città del Messico) si è conclusa questa domenica nella piazza centrale della capitale messicana. Silenzio, spiega Javier Sicilia, premio nazionale di poesia, giornalista e padre di Juan Francisco, assassinato dai sicari del narcotraffico il 28 marzo scorso; silenzio perché “il nostro dolore è così grande e così profondo, che non vi sono più parole per nominarlo”. Il giorno dopo la straordinaria manifestazione zapatista a San Cristobal de Las Casas in Chiapas, sono Città del Messico ed almeno altre venti città le protagoniste di questa giornata convocata da Javier Sicilia. Cominciata con la partecipazione di meno di mille persone, la marcia è terminata con l’arrivo di almeno 200 mila persone nello zocalo di Città del Messico. Una moltitudine che ha compreso padri e madri, figli e parenti delle oltre 40 mila vittime che la “guerra al narcotraffico” lanciata dall’attuale amministrazione federale messicana di Felipe Calderon; ma anche migliaia tra militanti delle più diverse organizzazioni sociali messicane, giovani, studenti, artisti, migranti, indigeni e molti altri.
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ALLERTA ROSSA E CHIUSURA CARACOLES
BOICOTTA TURCHIA
Viva EZLN
Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.
La lucha sigue!