“Ogni stato ha il diritto di impedire l’ingresso di provocatori all’interno dei propri confini” ha dichiarato mercoledì mattina Benjamin Netanyahu durante un incontro con i capi dei servizi israeliani di sicurezza dell’aeroporto Ben Gurion (Tel Aviv). E se i cosiddetti “provocatori” sono in realtà 600 attivisti internazionali che arriveranno a Tel Aviv l’8 luglio per partecipare a delle attività di solidarietà col popolo palestinese?
“Come stato democratico sovrano, Israele non permetterà a questi hooligans di fare propaganda, fomentare proteste illegali e minare la pace del paese. Li rispediremo al loro paese di provenienza, secondo le convenzioni ed il diritto internazionale” ha dichiarato ieri il ministro della sicurezza pubblica Yitzhak Aharonovitch. Anche le misure di sicurezza verranno rafforzate: centinaia di poliziotti, compresi i membri dell’unità speciale anti-terrorismo, e personale aggiuntivo presidiano da oggi l’aeroporto per scongiurare qualsiasi imprevisto. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, alcune agenzie governative si stanno preparando per scenari estremi, come ad esempio tentativi da parte degli attivisti di darsi fuoco.
Più di 600 persone sono attese al Ben Gurion venerdì prossimo. La novità è che durante l’interrogatorio a cui verranno sottoposte entrando in Israele, tutte dichiareranno il vero, diranno cioè di andare in Palestina per partecipare all’evento “Welcome to Palestine” che si svolgerà dal 9 al 16 luglio 2011 in diverse città e villaggi della Cisgiordania. Solitamente non si racconta mai la verità: andare nei Territori Palestinesi non è considerato “accettabile” da Israele. Ci si finge pellegrini o turisti.
“Come stato democratico sovrano, Israele non permetterà a questi hooligans di fare propaganda, fomentare proteste illegali e minare la pace del paese. Li rispediremo al loro paese di provenienza, secondo le convenzioni ed il diritto internazionale” ha dichiarato ieri il ministro della sicurezza pubblica Yitzhak Aharonovitch. Anche le misure di sicurezza verranno rafforzate: centinaia di poliziotti, compresi i membri dell’unità speciale anti-terrorismo, e personale aggiuntivo presidiano da oggi l’aeroporto per scongiurare qualsiasi imprevisto. Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, alcune agenzie governative si stanno preparando per scenari estremi, come ad esempio tentativi da parte degli attivisti di darsi fuoco.
Più di 600 persone sono attese al Ben Gurion venerdì prossimo. La novità è che durante l’interrogatorio a cui verranno sottoposte entrando in Israele, tutte dichiareranno il vero, diranno cioè di andare in Palestina per partecipare all’evento “Welcome to Palestine” che si svolgerà dal 9 al 16 luglio 2011 in diverse città e villaggi della Cisgiordania. Solitamente non si racconta mai la verità: andare nei Territori Palestinesi non è considerato “accettabile” da Israele. Ci si finge pellegrini o turisti.