mercoledì 13 luglio 2011

Tunisia – Dopo la rivolta: orizzonti di autorganizzazione

Incontro Euromediterraneo a Regueb

La cronaca di un viaggio, tanto più se il suo scopo principale è una conferenza, dovrebbe cominciare con i contenuti, e gli obiettivi raggiunti, o quantomeno le relazioni imbastite con le realtà. Tuttavia non sarebbe possibile comprendere questo viaggio senza far cenno al contesto in cui è avvenuto, ovvero Regueb e la Tunisia dopo la rivoluzione. Al contrario di altri contesti frequentati da Ya Basta! in questi anni, questo è un terreno ancora poco conosciuto, nonostante in questi mesi si siano succeduti i viaggi solidali della "società civile" europea in questa terra liberata dalla dittatura. Proverò dunque a tratteggiare i luoghi e le persone che abbiamo attraversato in quei pochi giorni.

REGUEB – LUOGO DI RIVOLTA, LUOGO DI MEMORIA

Arrivando a Regueb quello che stupisce è soprattutto l’aria di normalità. E’ questa una cittadina come tante altre incontrate lungo la via, un agglomerato urbano di modeste dimensioni che sorge ai lati della strada nazionale. I negozi, gli uffici pubblici ed i numerosi caffè sono tutti qui, oltre il marciapiede. Il centro non è piazza, ma una rotatoria dove spicca un piccolo monumento somigliante a quello della piazza della Kasba a Tunisi. Ed è proprio qui che sfilarono mesi addietro le manifestazioni di protesta, è questo il teatro degli scontri contro la polizia, il luogo di un presidio indetto dopo che cinque manifestanti furono uccisi dai loro fucili il 9 gennaio, un atto di disobbedienza civile totale, unico nel suo genere, in tutta la Tunisia. Spazio di vita pubblica, di lotta e resistenza, non sorprende che questa strada sia diventata il principale luogo della memoria della rivoluzione. Sui muri dei palazzi pubblici campeggiano murales e graffiti che raffigurano la liberazione. Sulla mura del palazzo del prefetto i cinque volti stilizzati dei martiri, così come vengono chiamati coloro che furono uccisi durante la rivoluzione. I loro nomi sono commemorati in una lastra di marmo issata nel monumento della rotatoria.

Tunisia - Regueb - La rivolta: verso nuovi orizzonti


Report dalla Tunisia

Regueb: 4 ore a sud di Tunisi, 30 km da Sidi Bouzid, 40 gradi all’ombra dalle 6 di mattina alle 9 di sera, terra rossa bruciata dal sole e campagne verdi con coltivazioni tra le più fertili del paese. Una terra maltrattata dalle politiche dell’“Ancièn Regime”, come chiamano già ora (quasi fosse passato un secolo) la dittatura di Ben Alì, che ha giocato un ruolo fondamentale nella rivoluzione. È in questa regione storicamente ribelle, già protagonista delle lotte anticoloniali, che Mohamed Bouazizi si è dato fuoco il 17 dicembre 2010 scatenando i primi scontri che, diffondendosi in seguito in tutto il paese, hanno portato alla fuga del dittatore. Regueb è l’unica città tunisina che, durante la rivoluzione, ha messo in atto uno sciopero generale (e realmente generalizzato) che ha coinvolto praticamente tutti gli abitanti e tutte le attività economiche del paese e delle campagne circostanti.

È anche il luogo da cui ha avuto origine la marcia su Tunisi che dopo la cacciata di Ben Alì ha ribadito al Primo Ministro, che nel frattempo aveva preso il potere, che non sarebbero stati accettati compromessi con i vecchi apparati e i vecchi uomini del regime. La lunga marcia ha progressivamente coinvolto un numero straordinario di persone ed è arrivata ad occupare la Kasba, la piazza del governo, fino alla caduta del governo e all’imposizione della richiesta di un’assemblea costituente (per la quale si voterà il 23 ottobre).

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!