Le comunità zapatiste, un esempio di nuove forme di governo. Javier Sicilia: i movimenti antisistema possono restare uniti ai margini dello Stato.
Gli attuali movimenti antisistema “possono restare uniti in profondo dialogo ai margini dello Stato e della sua economia”, come hanno fatto le comunità zapatiste “creando forme pedagogiche e di governo”, ha affermato Javier Sicilia durante la terza giornata del Seminario Internazionale di Riflessione ed Analisi che si sta svolgendo in questa città.
Paulina Fernández e Gustavo Esteva, da riflessioni ed aspetti molto diversi, hanno concordato con Sicilia riguardo la sua valutazione dell’esperienza di autonomia e governo zapatista come elemento di grande esemplarità in questo momento in cui, avrebbe sostenuto più tardi – anche se di persona – Pablo González Casanova, “il 99 percento vincerà”.
Nella prima sessione è stato letto un breve messaggio di Marcos Roitman, inviato da Madrid, che oltre ad esprimere la sua “adesione” al seminario, ha ribadito il suo appoggio all’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), “arma del pensiero critico” per avere la giustizia, la libertà e la democrazia, rendendo possibili alternative ai governi dei mercati nel mondo.
Con una dura descrizione critica della rapacità dei politici di tutti i partiti e del ruolo distorto dei partiti nella pratica democratica come puro business, Paulina Fernández, che studia da vicino il funzionamento reale e quotidiano dei governi autonomi zapatisti, ha criticato con dati ed esempi queste due forme diverse e non conciliabili di esercitare le responsabilità di governo e rappresentanza.