La resa dei conti tra la Guida suprema Ali Khamenei e il presidente Mahmoud Ahmadi-Nejad si è consumata nelle urne venerdì 2 marzo.
È ancora presto per valutare l’impatto effettivo delle elezioni, e nonostante la stampa abbia già decretato la vittoria schiacciante della Guida sul presidente, è bene ricordare ancora una volta come quelle del 2 marzo scorso siano state elezioni caratterizzate essenzialmente da uno sprova di forza all’interno dell’ala conservatrice.
Le forze riformiste sono state pressoché assenti in virtù di un processo di sistematica esclusione, ma anche per il perdurare della detenzione di molti dei loro rappresentanti; ciò ha impedito di fatto una reale competizione alle urne.
I candidati di questa tornata elettorale ruotano quasi esclusivamente nell’orbita del sistema conservatore, sebbene con posizioni spesso assai divergenti. Due schieramenti si sono contrapposti in modo chiaro, con la Guida Suprema da una parte a sostegno delle forze fondamentaliste, e il presidente alla guida di quelle scissioniste dei principalisti.