domenica 27 maggio 2012

Messico - Oaxaca - La lotta dei maestri


A sei anni di distanza dalla rivolta che per mesi riuscì a sovvertire l'ordine costituito in questa città e nell'intero Stato di Oaxaca, i maestri della Seccion 22 del Sindicato Nacional de Trabajodores de la Educación (SNTE) tornano ad occupare le strade e la piazza centrale della città. Mentre a Città del Messico gli studenti danno vita ad una enorme manifestazione per la democratizzazione dei mezzi di comunicazione, in un momento in cui la campagna elettorale dei diversi candidati alla presidenza della repubblica rende ancora più evidente la collusione tra il potere mediatico e quello politico, a Oaxaca si organizza un presidio, a tempo indefinito, di migliaia di persone in difesa dell'istruzione pubblica e protestare contro la Riforma della Legge Federale del Lavoro promossa dal partito di governo, il PAN, e dal PRI.
A partire dal 21 di maggio migliaia di maestri hanno bloccato l'accesso a banche, centri commerciali e sedi amministrative e governative esigendo, da parte del governo federale, una risposta alle loro istanze: in primo luogo la cancellazione dei programmi di governo che mirano al soffocamento dell'istruzione pubblica attraverso il finanziamento di quella privata; ma anche la cancellazione della proposta di riforma della legge sul lavoro che prevede la sospensione di alcuni diritti fondamentali dei lavoratori in tema di contratti, salari, flessibilità e sicurezza; "se venisse approvata la proposta del PAN e del PRI per riformare la Legge Federale del Lavoro si produrrebbe più povertà, nuovi problemi sociali e una grave negazione dei diritti umani e dei lavoratori. Il Messico non si convertirà certo in un modello garantista dei di diritti dei lavoratori, che oggi vengono difesi dall'articolo 123 della Costituzione, ma in difensore dei privilegi delle imprese", dicono i maestri.

mercoledì 23 maggio 2012

Egitto alle elezioni


Oggi più di 50 milioni di egiziani si recheranno alle urne per eleggere il presidente della Repubblica. Dovrebbe essere l’ultimo passaggio del periodo di transizione iniziato il 25 gennaio del 2011, quando piazza Tahrir diventò il centro del mondo e dopo trenta anni il regime di Hosni Mubarak è finito. Tanti sono, però, i dubbi e le incertezze che ruotano attorno al voto. Riportiamo l'intervista fatta da E il mensile online sulle elezioni egiziane a Marcella Emiliani, docente di Storia e Istituzioni del Medio Oriente e di Relazioni Internazionali del Medio Oriente presso la Facoltà di Scienze Politiche a Forlì e di Sviluppo Politico del Medio Oriente presso la Facoltà di Scienze Politiche di Bologna, autrice di Medio Oriente, una storia dal 1918 al 1991 e, appena pubblicato da Laterza, la seconda parte: Medio Oriente, una storia dal 1991 a oggi.
di Cristian Elia
Cosa si aspetta dal voto? Qual’è la situazione in Egitto?
Il clima non è tranquillo. Quello che gli egiziani temono di più è che queste elezioni siano causa di violenze, di scontri tali da ‘costringere’ i militari a rimanere al potere. Il quadro politico è estremamente confuso, debole. Perché è vero che ci sono decine di partiti emersi da questo processo di democratizzazione, ma non sono partiti realmente rappresentativi, al di là della Fratellanza Musulmana sulla quale però bisogna fare un discorso molto chiaro: i sondaggi dei quotidiani egiziani parlano di una grande flessione di consenso dalle legislative a oggi. Lo slancio della repressione subita in passato da Nasser, Sadat e Mubarak, che ha garantito un voto di protesta, pare ridimensionato.
Che idea si è potuta fare dei candidati?

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!