domenica 17 giugno 2012

Brasile - Cupula dos Povos, seconda giornata: le diverse dimensioni della crisi ambientale


Si susseguono i seminari all'Aaterro do Flamengos, in particolare nel padiglione antinucleare
Questa mattina l'Aterro do Flamengo è attraversato da una moltitudine colorata di giovani, attivisti, indigeni e organizzazioni giunte da ogni parte del mondo, tavoli di lavoro, concerti ed espressioni artistiche riempiono di contenuti il parco sulla costa di Rio do Janeiro.
Tra le diverse tematiche affrontate oggi spiccano quelle riguardanti la crisi climatica ed energetica, in particolare rispetto al petrolio ed all'energia nucleare.
Nel tendone dedicato esclusivamente alla questione energetico-ambientale-nucleare i dibattiti si susseguono e continueranno fino al 21 giugno. Oggi dalle 9 alle 13 si è svolto l'incontro assembleare Energia para que e para quem? (Energia perché e per chi?). Dalla mattinata di confronto è emerso da più voci che l'energia nucleare non può essere proposta come soluzione alla crisi ambientale a causa innanzitutto dei lunghissimi tempi di costruzione delle centrali, in evidente contrasto con il carattere emergenziale della crisi nella quale ci troviamo e la necessità di impiegare ingenti quantità di acqua, in un momento in cui cresce la consapevolezza che l'acqua è la risorsa più preziosa del pianeta e va difesa da usi sconsiderati.
Da un lato il governo spinge a favore dell'idroelettrico attraverso costose campagne pubblicitarie in vista della costruzione della centrale idroelettrica di Belo Monte, giustificandolo con il vantaggio di un basso costo dell'energia, però allo stesso tempo ritiene che anche il nucleare sia una risorsa, tanto da voler investire ulteriori miliardi per terminare il reattore di ANGRA3.

sabato 16 giugno 2012

Brasile - Rio+20 : future swap!


Rio+20, il nuovo summit delle Nazioni Unite sarà un campo di battaglia fondamentale: i killers dell'economia e le loro mani sul pianeta contro il pianeta delle genti. Qualcosa che non si può ignorare quando si parla di "uscire dalla crisi".
di Luca Tornatore
A giorni, dal 20 al 22 Giugno, si aprirà a Rio de Janeiro la conferenza ONU sullo sviluppo sostenibile, già ipotecata dall'opzione di cooperazione con le grandi corporations sul terreno della green economy, in una prospettiva che ignora del tutto le cause profonde della crisi ecologica e si appiattisce sull'ideologia della crescita economicaentro un tecno-paradigma di mercato.

Vent'anni fa, proprio a Rio, l'Earth Summit, al di là delle mancanze, dei difetti e delle insoddisfazioni, riuscì comunque a stabilire definitivamente che l'ecosistema – inteso come insieme della biodiversità e delle risorse necessarie alla vita – è “common concern of humankind”, per mezzo di trattati legalmente costrittivi.
“Concern” nel doppio senso inglese di “pre-occupazione” ed “interesse”, “common” perché come tale include tutti e ciascuno: un bene comune, nel lessico politico di oggi.
Quindi un terreno di conflitto, di riconquista, oltre che di coalizione.

Per due ordini di motivi.
In primo luogo perché la possibilità di accedere globalmente ad una vita piena e ricca di godimento (o anche semplicemente ad una vita) dipende dalla capacità dell'ecosistema di mantenere e rigenerare le condizioni necessarie alla vita stessa. E questa capacità è oggi gravemente compromessa, a causa della pressione antropica globale.
C'è quindi un legame diretto tra crisi ecologica, impatto del tecnomondo e imposizione della struttura del mercato capitalistico, con la sua razionalità di accumulazione senza limiti, come luogo obbligato di incontro dei bisogni e della loro soddisfazione.
Ne consegue che c'è anche un legame necessario tra l'uscita dalla crisi economico-finanziaria e l'uscita dalla crisi ecologica ed energetica.

In secondo luogo, perché il discorso sui “beni comuni”, sulle risorse naturali di cui stiamo parlando qui e che saranno oggetto delle discussioni a Rio+20 – il cibo, l'energia, l'acqua, la biodiversità, .. – non è perimetrabile solo nello spazio neutro della catalogazione scientifica.
Poiché l'accesso alla ”natura” è mediato da un'organizzazione sociale e tecnologica, il nostro discorso su di essa si deve incarnare nel suo rapporto vivo con l'umano.
Deve districarsi là dove la “natura” cessa di essere soggetto astratto e diviene invece relazione produttiva, organizzazione, là dove si traduce in risorse raffinate (cibo, energia, acqua potabile), nel lavoro per estrarle e distribuirle, nel lavoro per restituirle e re-istituirle intatte.
Dove, insomma entra in relazione diretta con il bios antropomorfo e sociale che “abita” la “natura” e dove, quindi, assume uno statuto giuridico ed è materia di conflitto.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!