mercoledì 4 luglio 2012

Messico e Nuvole


Dopo appena due legislature torna a vincere le elezioni il PRI, già al potere per quasi settanta degli ultimi ottant’anni di storia messicana. In un paese in cui violenza, degrado e povertà sono in costante aumento il risultato delle urne ha il sapore amaro di un ritorno alla dittatura. Mentre i movimenti, accusato il colpo, sono più che mai in fermento.

di Marco Fama

Cent’anni di formale democrazia non sono serviti a riappacificare del tutto un paese la cui più grande disgrazia, come ebbe a dire Porfirio Díaz, è quella di trovarsi ad un tempo così lontano da Dio e cosi vicino agli Stati Uniti d’America.
Sono oltre 60.000 - tra uomini, donne e bambini - le vittime della feroce guerra mossa nei confronti del narcotraffico dal presidente uscente, il conservatore Felipe Calderón. In una nazione che si vanta di aver dato i natali all’uomo più ricco del pianeta, il magnate delle telecomunicazioni Carlos Slim, decine di milioni di persone versano in condizioni di estrema povertà; le popolazioni indigene faticano a veder pienamente rispettati i propri diritti; la corruzione dilaga ovunque; sequestri e ad altre storie di ordinaria violenza sono all’ordine del giorno.
È sullo sfondo di tale inquietante scenario che, domenica scorsa, 77 milioni di cittadini sono stati chiamati alle urne per eleggere il futuro presidente del Messico.
Le speranze della sinistra erano ancora una volta riposte su Andrés Manuel López Obrador, ex governatore capitolino vittima, nelle passate consultazioni, di presunti brogli elettorali oltreché di una durissima campagna diffamatoria messa in scena dalle principali emittenti del paese. 
Va detto che, anche aldilà delle strumentali mistificazioni mediatiche, è probabile che uno come Obrador possa non apparire del tutto convincente agli occhi di un osservatore esterno. Quella sua flemma nel parlare, così come il suo continuo ed a tratti demagogico appellarsi al popolo, alla lunga possono risultare indigesti. Per ogni conservatore convinto che questi non sia altro che un novello Chavez, inoltre, sarà certamente possibile incontrare qualche irriducibile sempre pronto a schierarsi più a sinistra di tutto e di tutti, accusando lo stesso Obrador di essere un inconcludente moderato.
Per quel che mi riguarda credo che, a prescindere da una certa retorica sviluppista, il programma di Obrador contenesse alcune proposte coraggiose che avrebbero probabilmente consentito al Messico di inaugurare una nuova epoca dal punto di vista economico e non solo.

martedì 3 luglio 2012

Messico - Le elezioni troppo sporche


Migliaia di denunce di irregolarità e voti comprati accompagnano le giornate poste elettorali e una nuova marcia del movimento YoSoy132
A 48 ore dalla giornata elettorale in Messico, avanza prepotente l'imposizione del Priista Peña Nieto quale nuovo presidente del paese.
Se all'indomani della sua (auto)proclamazione si sussurrava la sospetta frode elettorale, con il candidato avversario Andrés Manuel Lopez Obrador che invitava ad attendere avendo ancora pochi dati alla mano, oggi AMLO annuncia apertamente di voler impugnare i risultati del voto: migliaia di irregolarità denunciate ai seggi e voti comprati, per un totale di 5 mila milioni di pesos sborsati dal PRI (quando il massimo permesso si aggira sui 360 milioni di pesos - circa 20 milioni di euro) sono argomenti che dovrebbero essere sufficienti per prendere provvedimenti, al fine di non permettere la frode elettorale, sollecitando il ricontrollo dei seggi e il riconteggio dei voti.
"Quello che è successo è molto grave, una vergogna nazionale. L'IFE e il Tribunale Elettorale devono assumersi le loro responsabilità", ha spiegato AMLO.
Emblematico è il caso di centinaia di persone che hanno letteralmente venduto il loro voto al PRI, il quale ha consegnato loro, il giorno prima delle elezioni, delle tessere del valore di 300, 500 e 700 pesos (dai 20 ai 40 euro circa) da utilizzare nel supermercato della catena Soriana, preso ieri d'assalto dai possessori delle tessere desiderosi di utilizzarle al più presto, visto il crescente timore che venga riconosciuta la frode elettorale e che vengano quindi annullati i buoni acquisto, spesi per lo più per fare scorta di riso e fagioli o elettrodomestici.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!