Mentre aumentano le prove di irregolarità elettorali, il movimento #YoSoy132 lancia una nuova megamarcia contro l'imposizione di Peña Nieto.
I dirigenti nazionali dei partiti di Acción Nacional (PAN), Gustavo Madero, e della Revolución Democrática (PRD), Jesús Zambrano, hanno unito le forze per cercare di chiarire e far sanzionare le pratiche illegali avvenute durante le elezioni presidenziali dello scorso primo luglio: per questo hanno annunciato che presenteranno una denuncia alla Procura Generale della Repubblica (PGR), in modo che si indaghi sul presunto “lavado de dinero” nella campagna elettorale di Enrique Peña Nieto, ovvero la pratica per cui il denaro ottenuto attraverso azioni illecite (come ad esempio il traffico di droga, ma non necessariamente proveniente dal crimine organizzato, bensì anche da furti o evasione fiscale) “si trasforma” in denaro legale ed investibile in pratiche lecite.
“Bisogna chiarire da dove vengono le risorse investite”, “abbiamo presentato molte prove riguardo a finanziamenti illegali durante la campagna elettorale a favore di Peña Nieto”, hanno dichiarato i due dirigenti.
Anche il candidato del PRD Andrés Manuel López Obrador ha ripetuto la sua accusa contro Peña Nieto, che in campagna elettorale avrebbe tratto benefici da denaro di provenienza illecita: AMLO quindi continua a presentare un numero sempre maggiore di prove al Tribunale Elettorale del Potere Giuridico della Federazione (TEPJF) per sollecitare l’annullamento delle elezioni presidenziali.
“Ho elementi per dire che nella campagna elettorale di Peña Nieto è stato utilizzato denaro di provenienza illecita. Sarebbe molto grave se non si prendessero provvedimenti. Noi continueremo a procedere per via legale, cioè useremo tutti i modi stabiliti dalla Costituzione e dalle leggi. Se non verranno fatte delle indagini, se i fatti rimarranno impuniti, procederemo contro le autorità responsabili", ha spiegato AMLO, che continuerà con la raccolta di prove di irregolarità e che ha lanciato per il 29 luglio ben 142 assemblee informative in tutto il paese.
Oltre a questo ha raccontato di come durante un suo recente viaggio in Tabasco, molti dei suoi sostenitori gli abbiano consegnato decine di tessere usate dal PRI per comprare voti in campagna elettorale: si tratta di carte di credito della banca Monex dai nomi accattivanti come "Monex Lealtad" o "Monex Recompensa", elargite ai cittadini in cambio di voti e che saranno consegnate in Tribunale quali prove regine. Proprio per questo motivo negli ultimi giorni è stato coniato il neologismo "Monexgate", che indica lo scandalo delle carte di credito della Monex.