domenica 21 ottobre 2012

Europa - Nobel per la “pace”. Un premio al genocidio


di Jorge Capelán - Radio La Primerísima (Managua, Ni)
Dimentichiamoci per un momento, lo so che è difficile, la produzione di armi di cui vive l’Unione Europea (UE). Dimentichiamoci le guerre che sta promuovendo, come quella in Afghanistan, Libia e adesso in Siria. Tutti i colpi di stato che ha promosso ultimamente come quello in Costa di Avorio e tutti quelli sostenuti negli anni passati, come quello in Honduras e più recentemente in Paraguay.
Dimentichiamoci per un momento le draconiane politiche di saccheggio promosse all’interno dell’Organizzazione mondiale del commercio, Omc, e del Fondo monetario internazionale, Fmi. Dimentichiamoci i centri di reclusione per stranieri, dimentichiamoci l’ascesa frenetica del razzismo, le scene di repressione quotidiana dei governi europei contro le proprie popolazioni.
In realtà, il fatto che l’Unione Europea abbia ricevuto il Premio Nobel per la pace è assolutamente normale e non dovrebbe sorprendere nessuno. L’annuncio del conferimento di questo premio arriva lo stesso giorno della "scoperta" europea di Abya Yala, conosciuta anche come America. Nemmeno questa è una casualità.
La colonizzazione europea di Abya Yala è stato uno dei maggiori genocidi della storia dell’umanità, con un costo calcolato tra i 50 e gli 80 milioni di persone assassinate, schiavizzate, private dei loro territori, convertite a una religione strana e infettate con malattie mortali, affinché si potesse costruire l’impero capitalista occidentale su scala globale, la schiavitú dell’Africa e tutta una serie di crimini orrendi in tutto il “terzo mondo”.
Diamo un’occhiata alla lista delle persone che hanno ricevuto il Premio Nobel per la pace dal 1901 a oggi.
Dimentichiamoci di tutti i nomi che non ci piacciono, come quello dell’assassino Henry Kissinger (1973), il terrorista Menachem Begin (1978) o il presidente dei droni Barak Obama (2009). Dimentichiamoci anche dei molti nomi che ci piacciono, come quelli del lottatore antiapartheid Albert Lutuli (1960), Martín Luther King (1964), il vietnamita Le Duc Tho (1973), l’argentino Adolfo Pérez Esquivel (1980), il vescovo Desmond Tutu (1984), la compagna Rigoberta Menchú (1992), Nelson Mandela (1993) e Yasser Arafat (1994). La cosa sicura è che, ci piacciano o no i nomi, la maggioranza di chi ha ricevuto questo maledetto premio è europea, nordamericana o sono agenti delle potenze atlantiste.

Palestina - Estelle, parla Marco Ramazzotti Stockel

Il passeggero italiano della Estelle, espulso da Israele, racconta l'abbordaggio. L'accusa dell'attivista israeliano Shapira: "Israele ha usato pistole laser"
Marco Ramazzotti Stockel, attivista 65enne della Estelle, è stato espulso da Israele ed è appena sbarcato a Fiumicino.

"Ore di angoscia ieri dovute a nessuna notizia su Marco e gli altri passeggeri di Estelle dal momento del sequestro fino a questa mattina in cui è stato comunicato l'arrivo imminente di Marco a Fiumicino - si legge nel comunicato della Freedom Flotilla Italia -Denunciamo che Israele, dopo aver 'rapito' Marco non ha mai comunicato notizie dirette al console italiano, ai familiari o alla nostra organizzazione per rassicurare sullo suo stato di salute. L'unità di crisi della Farnesina in contatto con la moglie di Marco non ha saputo dare informazioni precise su di lui fino a questa mattina". 

"Grazie alla nostra diplomazia, sono stato l'unico europeo ad essere subito rilasciato - ha raccontato Marco, membro di Rete Ebrei Contro l'Occupazione, qualche minuto fa a RaiNews24 - In totale eravamo 30 attivisti, di cui tre israeliani e due ebrei europei. Tutti quanti siamo stati portati in questo centro di detenzione e interrogatorio a Ashdod. Ora gli altri probabilmente sono in carcere a Beer Sheva".

"È stata un'esperienza abbastanza sgradevole - ha proseguito Marco - Non hanno usato violenza contro di me, ma con i tre attivisti israeliani. E il mio collega greco è stato colpito cinque volte con la pistola laser. Anche se non ci sono stati morti, rimane una grande operazione militare: cinque navi da guerra contro un veliero di 30 attivisti".

"Ringrazio l'ambasciata italiana, ma non noto un cambio di passo della diplomazia italiana. La Farnesina ha aiutato un italiano in difficoltà, ma la linea politica è quella di appoggiare Israele. Il problema fondamentale - ha concluso - è aiutare il popolo palestinese. Questo conflitto è la minaccia permanente alla pace nel Mediterraneo. Un ebreo questa situazione la vive in maniera ancora più pesante".

L'attivista israeliano Yonatan Shapira a bordo del veliero finlandese ha raccontato che l'esercito israeliano ha utilizzato pistole laser durante l'abbordaggio di ieri mattina. Le pistole laser sono considerate armi estremamente pericolose e più volte Amnesty International ne ha condannato l'utilizzo. 

Shapira ha raccontato l'evento alla madre, sabato sera, dalla stazione di polizia di Ashdod dove i 25 attivisti a bordo della Estelle sono stati condotti dopo l'abbordaggio. Secca la smentita dell'esercito israeliano che afferma di aver portato a termine la missione senza utilizzare la forza. Inoltre secondo l'IDF a bordo della nave diretta a Gaza non sarebbero stati trovati aiuti umanitari.

tratto da Nena News

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!