venerdì 13 dicembre 2013

Uruguay - Una scelta contro il proibizionismo e i suoi profitti: la marijuana è legale

di Filippo Fiorini
Tre­dici ore di discus­sione e tre­dici voti con­trari non sono bastati a fer­mare il pro­getto di legge per la rego­la­men­ta­zione del mer­cato della can­na­bis in Uru­guay: la mari­juana è uffi­cial­mente legale e tra meno di sei mesi sarà pos­si­bile col­ti­vare, com­prare e fumare erba senza troppe noie per tutti i cit­ta­dini e i resi­denti che abbiano rag­giunto la mag­giore età. La norma, che per il ruolo cen­trale dello Stato e per il per­messo di pro­du­zione rico­no­sciuto ai sin­goli dà alla pic­cola repub­blica char­rua un pri­mato mon­diale in fatto di diritti, per­met­terà il con­sumo per tre ragioni cen­trali: le tera­pie medi­che, la ricerca scien­ti­fica e gli scopi ricrea­tivi. Con­tro un’unica grande minac­cia: il narcotraffico.
«Si tratta di un espe­ri­mento e se dovesse andar male, siamo pronti a tor­nare indie­tro», ha detto il pre­si­dente José “Pepe” Mujica, l’uomo che con il suo appog­gio per­so­nale ha garan­tito il voto uni­ta­rio di tutta la coa­li­zione di governo, Frente Amplio, e quindi il suc­cesso par­la­men­tare di un pro­getto molto cri­ti­cato den­tro e fuori dalle stanze del potere. In senato, infatti, la pro­po­sta è pas­sata per 16 voti su 30 e alla Camera ha dovuto affron­tare le obie­zioni di tutto l’arco oppo­si­tore. A que­sto, si aggiunge lo scet­ti­ci­smo di una comu­nità medica ancora spac­cata e l’opinione con­tra­ria di più del 61% della popo­la­zione, regi­strata in set­tem­bre dall’agenzia pri­vata Cifra.

giovedì 12 dicembre 2013

Usa-Cina le relazioni pericolose

di Angela Pascucci

Strana coppia, G2, partnership strategica del XXI secolo, nemici/amici. Le definizioni del rapporto senza precedenti fra Usa e Cina non sono mai state facili e si sono sempre consumate rapidamente, a riprova dell’evoluzione accelerata delle dinamiche che ormai coinvolgono le due potenze su tutto lo scacchiere planetario. La nuova leadership cinese guidata da Xi Jinping chiede oggi agli Stati uniti di prendere atto che la relazione, resa inscindibile dall’economia di mutua dipendenza, deve essere portata a un livello più alto, definito da Pechino “un nuovo tipo di rapporto fra superpotenze”. Washington non ha ancora deciso se e come gli conviene aprire questa nuova fase, che comporta un riconoscimento di portata storica, ma deve prendere atto che non può sottrarsi.

Lo ha dimostrato l’atteggiamento del vice presidente Biden, ritrovatosi il 4 dicembre scorso a Pechino nel frangente drammatico dello scontro sino-giapponese sulla nuova zona di difesa aerea stabilita dalla Repubblica popolare (Rpc) che ingloba un gruppo di isole contese, le Senkaku-Diaoyu, decisione che ha visto gli Usa schierare i propri B52 al fianco dell’alleato giapponese, come da trattati. Neppure una parola è stata proferita sulla questione nella conferenza stampa congiunta finale, seguita ai colloqui durati ben cinque ore fra Biden e Xi Jinping. Ma le dichiarazioni rilasciate avevano l’inquietante sapore delle questioni irrisolte, anche se c’è chi ha voluto vedere in questo silenzio una sorta di “maturità”. Il capo dei capi cinese, dopo aver parlato di un anno in cui i rapporti avevano avuto un buon avvio e “mantenuto un momento di sviluppo positivo”, ha dichiarato che la situazione nella regione e nel mondo sta cambiando, con sfide sempre più pronunciate e punti caldi nell’area che continuano ad accendersi inaspettatamente. “Il mondo nel suo insieme non è tranquillo” ha detto Xi, e Usa e Cina devono assumersi responsabilità importanti per mantenere la pace. 

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!