Dovrebbero essere liberate prima di Capodanno Nadia e Maria, le due
attiviste delle Pussy Riot detenute per la performance anti-Putin nella
cattedrale di Mosca. Anche per gli attivisti di Greenpeace dovrebbe
scattare l'amnistia. Il condizionale è d'obbligo conoscendo le continue
violazioni dei diritti umani fatte dal governo russo.
A dare la
notizia della possibile liberazione delle Pussy Riot è stato uno degli
avvocati delle attiviste. Non si sanno ancora i tempi della liberazione
c'è chi dice entro la fine dell'anno, altri parlano di marzo.
Il
provvedimento di amnistia, voluto per i 20 anni della Costituzione, nel
suo testo finale amplia la sua attuazione ai condannati per reati con
pene di meno di 5 anni, agli imputati di reati minori in attesa di
giudizio,
compreso quello di teppismo e alle madri di figli minori, oltre ad
anziani e disabili.
Con questa formula dovrebbero rientrarci anche le giovani attiviste, detenute da due anni.
Ad
usufruire dell'amnistia anche gli attivisti di Greepeace visto che il
provvedimento riguarda anche chi è in attesa di processo mentre prima
pareva che ci fosse bisogno della sentenza definitiva.
Per il
momento la Russian Federal Prison Service non ha
voluto rilasciare commenti in merito ad una possibile data della
scarcerazione delle due giovani, di cui una è detenuta in Siberia.
La
scelta di "allargare" l'amnistia, di certo presa a malincuore dal
governo Putin, può essere spiegata con la necessità di "ripulire" un pò
la propria immagine con l'avvicinarsi dell'Olimpiadi invernali di Sochi.
In tanti, giustamente, hanno invitato a boicottare l'evento
sportivo proprio per la costante violazione dei diritti umani praticata
dal governo e per le leggi antigay e l'atteggiamento omofobo portato
avanti dal governo.
Le scelte di Putin sono così impresentabili
che perfino Obama nella delegazione ufficiale americana che si recherà
in Russia ha voluto due atlete dichiaratamente lesbiche.
La
liberazione delle Pussy Riot e degli attivisti di Greenpeace è frutto
delle pressioni e delle mobilitazioni, per questo non bisogna mollare e
continuare anche in occasione dei riflettori puntati sulla Russia con
Sochi a denunciare, boicottare un governo che fà della repressione e
della discriminazione la sua stessa natura.
mercoledì 18 dicembre 2013
martedì 17 dicembre 2013
Via Campesina contro le multinazionali
Il mercato è ostaggio delle multinazionali e del capitale finanziario
Avendo a disposizione solo un quarto dei terreni coltivabili del mondo, gli agricoltori nutrono il 70 per cento della popolazione mondiale, secondo la Fao, oltre il 40 per cento della filiera agro-alimentare industriale si perde per decomposizione. Il 90 per cento del mercato mondiale dei cereali è nelle mani di quattro aziende: ABC, Bunge, Cargill e Dreyfus. Monsanto controlla il 27 per cento del mercato delle sementi a livello mondiale, e insieme a altre 9 società oltre il 90 per cento del mercato dei pesticidi. Questa concentrazione permette le loro pressioni speculative affinchè i prezzi delle materie prime aumentino in modo sistematico.Inoltre la stretta alleanza con il sistema bancario internazionale consente loro di avere un’enorme massa di capitale di origine speculativa che viene utilizzato per accaparrarsi terre, fare lobby e pressione sui governi mondiali, corruzione, ecc ..
Di che libero mercato parlano? Il “mercato” è ostaggio delle multinazionali e del capitale finanziario. Se a questo monopolio aggiungiamo i problemi della perdita di biodiversità e della crisi ambientale causata dalle grandi monocolture estensive, i gravi problemi di salute e di inquinamento per i miliardi di tonnellate di pesticidi che spruzzano indiscriminatamente, il lavoro schiavo, l’uso indiscriminato dei combustibili fossili, la distruzione dei mercati locali, tra gli altri, appare chiaro che non è possibile armonizzare l’agricoltura contadina con quella dell’agrobusiness, e non sarà possibile eliminare la fame con questo modello nato con la rivoluzione verde.
Iscriviti a:
Post (Atom)
Più di 500, 40, 30, 20, 10 anni dopo
ALLERTA ROSSA E CHIUSURA CARACOLES
BOICOTTA TURCHIA
Viva EZLN
Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.
La lucha sigue!