domenica 11 maggio 2014

Messico - Intellettuali a sostegno degli zapatisti


di Hermann Bellinghausen

Il Congresso Nazionale Indigeno (CNI) chiede la fine della guerra contro i fratelli e le sorelle zapatisti e la punizione dei responsabili intellettuali e materiali dell’imboscata dello scorso 2 maggio nella quale ha perso la vita José Luis Solís López, Galeano, nella comunità di La Realidad, Chiapas.
Tra le numerose proteste ed espressioni di appoggio ai popoli zapatisti che si moltiplicano da una settimana, sabato ne è stata diffusa una, proveniente da diverse parti del mondo, firmata da Noam Chomsky, Arundathi Roy, Naomi Klein, Immanuel Wallerstein, Ivon LeBot, Kristinn Hrafnsson (di WikiLeaks), Manuel Castells, Michael Hardt, Gustavo Esteva, Pierre Beaucage e da un centinaio di persone, insieme a decine di organizzazioni del Messico e d’Europa.
Nella lettera si dice che l’assassinio di un votán, un maestro, una di quelle molte voci che ora sono la voce attraverso cui l’EZLN parla e condivide col mondo quel mondo altro che cresce nell’autonomia, è un’aggressione contro tutti noi che abbiamo imparato dai molti votán che continuano a mostrare il volto della libertà.

Messico - Racconto di una morte

 di Gloria Muñoz Ramírez

José Luis Solís López era zapatista da prima del’insurrezione indigena del 1994. Galeano era il suo nome di battaglia. Coinvolto in ogni iniziativa di pace dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) da 20 anni, è stato assassinato da una pallottola calibro 22 nella gamba destra ed un’altra al petto. Ha ricevuto inoltre un fendente in bocca, bastonate alla schiena ed il colpo di grazia in testa.
Maestro di zona della Escuelita Zapatista, José Luis è stato vittima di un attacco da arte di elementi della Central Independiente de Obreros Agrícolas y Campesinos (CIOAC) storica, e non di uno scontro con questa organizzazione, come sostenevano le prime versioni. E non è vero neppure che lui ed i suoi compagni fossero armati. Da più di 20 anni gli zapatisti non imbracciano un fucile. Sono un esercito e le sue comunità hanno organizzazione e disciplina.

Non sfoderano armi, e non perché non ne abbiano, bensì perché – come dicono gli intellettuali John Berger, Immanuel Wallerstein e Pablo González Casanova, e molti altri che sono solidali con loro – si sono impegnati con una profonda volontà politico-etica a non permettere lo scontro tra indigeni.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!