Ad Amalcingo alle pendici del vulcano Popocatepetl, che pur essendo inverno grazie al cambio climatico non è innevato, si è svolta la prima compartizione del Festival Mondiale delle Resistenze e Ribellioni contro il Capitalismo, in contemporanea con l’altra sede di San Francisco Xochicuatla.
Ad aprire i lavori l’intervento dell’Assemblea Popolare di Amalcingo e del Frente de Pueblos en defensa dela tierra y el agua Morelos-Puebla-Tlaxcala, che fanno parte del Congresso Nazionale Indigeno.
“Non siamo contro lo sviluppo, basta capire cosa vuol dire. Quello che ci presentano come sviluppo oggi è puro saccheggio” . “La crisi che stiamo vivendo è una crisi economica, ambientale, sociale. Siamo entrati in una nuova epoca, in cui è in corso un attacco distruttivo all’ambiente, alla terra che viene trattata solo come una merce. C’è bisogno di una nuova idea di civilizzazione” continua così l’intervento introduttivo che tocca un punto centrale che attraversa i discorsi di questi giorni. Il tema della sovranità, di chi decide sui territori e sullo“sviluppo”.
“Il patto sociale sancito con la costituzione messicana del secolo scorso si è rotto, non c’è rispetto dei diritti, la forbice sociale è sempre più larga, le condizioni di vita peggiorano e le garanzie sociali spariscono. Di fronte alle politiche complessive di attacco sociale e saccheggio dell’ambiente e delle risorse gestite come necessità dovute alla crisi, noi dobbiamo separarci da questo stato, che non garantisce più i diritti formali, dare vita a nuove forme di sovranità, una sovranità diretta che mentre resiste costruisce il cambiamento. Ma lottare da solo nei nostri territori non è sufficiente per questo dobbiamo trovare la forma per stare insieme “ E’ questo il tema centrale che traspare dagli interventi di queste giornate.